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“Ahimè! Oh vita!”, il senso della vita nella poesia di Walt Whitman

"Cosa vi è di buono in tutto questo, ahimè, oh vita?". Se lo chiede Walt Whitman in questa profonda poesia che indaga il senso della nostra esistenza.

Walt Whitman scompariva il 26 marzo 1892 a Camden, nel New Jersey. Con le sue opere, ha sperimentato l’uso del verso libero e ha dato nuova linfa alla poesia americana. La sua opera più famosa, la raccolta poetica “Foglie d’erba”, pubblicata per la prima volta nel 1855, è ritenuta un classico della letteratura, al pari della sua celebre poesia “O capitano! Mio capitano!”.

In occasione dell’anniversario della scomparsa di questo grande autore, considerato il padre della poesia americana, vi proponiamo la lettura di “Ahimè! Oh vita!”, uno splendido componimento – recitato da Robin Williams nel film cult “L’attimo fuggente” – con cui l’autore riflette sul senso della vita.

Ahimè! Oh vita! di Walt Whitman

Ahimè! Oh vita! domande come queste mi perseguitano:
degli infinti cortei d’infedeli, di città gremite di stolti,
di me stesso sempre a biasimare me stesso (perché chi più
stolto di me, e chi più di me infedele?)
di occhi che invano anelano la luce, del significato delle cose,
della lotta che sempre si rinnova,
degli infelici risultati di tutto, delle sordide folle
ansimanti che vedo attorno a me,
degli anni inutili e vacui degli altri,
e di me intrecciato con gli altri,
la domanda, ahimè! così triste, ricorrente – Cosa vi è di buono in tutto questo, ahimè, oh vita?

Risposta

Che tu sei qui – che esiste la vita e l’individuo,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso.

O me! O life!

O Me! O life! of the questions of these recurring,
Of the endless trains of the faithless, of cities fill’d with
the foolish,
Of myself forever reproaching myself, (for who more
foolish than I, and who more faithless?)
Of eyes that vainly crave the light, of the objects mean,
of the struggle ever renew’d,
Of the poor results of all, of the plodding and sordid
crowds I see around me,
Of the empty and useless years of the rest,
with the rest me intertwined,
The question, O me! so sad, recurring – What good amid
these, O me, O life?

Answer:

That you are here – that life exists and identity,
That the powerful play goes on, and you may contribute
a verse.

Il senso della vita secondo Walt Whitman

“Ahimè! Oh vita!” è una breve poesia in cui si condensano versi carichi di spunti di riflessione e significati profondi. In questo componimento, infatti, Walt Whitman si serve della formula del Salmo per indagare sul senso della vita e degli accadimenti che interessano l’essere umano.

La poesia di Walt Whitman incomincia con una sorta di lamentazione che pone l’accento sulla disillusione usando le immagini delle folle, colpevoli di vivere senza interesse, delle città strabordanti di individui che non hanno la minima idea di ciò che accade intorno a loro, e del poeta stesso, che non si reputa migliore di tutti questi uomini biasimati poco prima.

Walt Whitman si domanda cosa ci sia di bello nella vita e a cosa serva muoversi nella porzione di spazio e nel lasso di tempo che sono dati: tutta la prima strofa della poesia – di gran lunga più estesa della strofa successiva, che è anche quella finale – si concentra infatti sulla volontà di ricevere risposta al quesito sul senso dell’esistenza. La domanda vera e propria chiude la prima strofa in modo emblematico: “Cosa vi è di buono in tutto questo, ahimè, oh vita?”.

La risposta viene rivelata in soli tre versi, pervasi di una potenza straordinaria. Il senso della vita risiede nella vita in sé, e nell’opportunità che è concessa a ciascuno di noi di contribuirvi come possiamo. Il poeta, cantore della storia e dell’animo umano, può farlo con i suoi versi. Ed è stato precisamente questo lo scopo di Walt Whitman, che ci ha lasciato in eredità opere meravigliose capaci di farci guardare alla nostra esistenza con occhi nuovi.

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