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“Agosto”, una poesia di García Lorca per gustare l’estate

"Agosto./ Controluce a un tramonto/ di pesca e zucchero". E voi? Come descrivereste il mese di agosto? Nella sua poesia, Federico García Lorca usa un'evocativa sinestesia per raccontare il mese più caldo dell'anno, fra colori, sapori e profumi che sanno di vita.

Sono tre brevi strofe, in cui il soggetto si ripete, anaforicamente, come a creare una dolce cantilena che culla i pomeriggi sonnecchianti tipici dell’estate. “Agosto” è uno splendido esempio di come Federico García Lorca riesca a dare corpo e sostanza alle parole. Scopriamola insieme.

“Agosto” di Federico García Lorca

Agosto.
Controluce a un tramonto
di pesca e zucchero.
E il sole all’interno del vespro,
come il nocciolo in un frutto.

La pannocchia serba intatto
il suo riso giallo e duro.

Agosto.
I bambini mangiano
pane scuro e saporita luna.

“Agosto”, la poesia in spagnolo

Agosto.
Contraponientes
de melocotón y azúcar,
y el sol dentro de la tarde,
como el hueso en una fruta.

La panocha guarda intacta
su risa amarilla y dura.

Agosto.
Los niños comen
pan moreno y rica luna.

Splendore e gusto di agosto

Se dovessimo raccontare questi versi utilizzando soltanto due parole, probabilmente parleremmo di “splendore” e “gusto”, perché nella poesia di Federico García Lorca, il caldo cocente e splendente dell’ultimo mese d’estate si mescola ai suoi odori e, soprattutto, ai suoi sapori grazie a metafore e sinestesie che fanno esplodere i sensi.

Il sole è associato, tramite metafora, al nocciolo dei frutti; così come il tramonto, sinestesia di pesca e di zucchero. Il colore giallo, l’asprezza della calura tipica del mese, il vociare dei bimbi che “assaporano” la luna liberi dalle incombenze quotidiane…

Quello di García Lorca sembra un affresco delle estati più vivaci e spensierate, e vuole essere anche il nostro augurio per le vostre vacanze.

Federico García Lorca

Federico García Lorca nasce a Fuente Vaqueros, in Andalusia, il 5 giugno 1898 da una famiglia agiata. Da giovane, trascorre un’infanzia spensierata sul piano intellettuale ma travagliata su quello fisico: Federico è molto cagionevole e si ammala spesso.

Studia a Granada, dove si iscrive alla facoltà di giurisprudenza e passa poi a quella di lettere. In questo periodo, il giovane García Lorca si interessa soltanto alle lettere, all’arte e alla musica, sua grande passione sin da quando il padre gli ha fatto conoscere il pianoforte in tenera età.

Nel 1919, si trasferisce a Madrid per proseguire gli studi. Qui incontra intellettuali del calibro di Luis Buñuel e Salvador Dalí. A questo periodo risalgono le prime fatiche letterarie del giovane, che nel 1920 pubblica il “Libro des poemas” e mette in scena per la prima ed ultima volta “El maleficio de la maríposa”, un dramma teatrale che non ha il successo sperato.

Seguono altri esperimenti letterari che spaziano dalla poesia al genere teatrale, e inseguono la via del surrealismo. L’età adulta è, per Federico García Lorca, un periodo fatto di alti e bassi, in cui spesso si trova faccia a faccia con la depressione dovuta principalmente all’impossibilità di vivere con serenità la sua omosessualità.

È l’esperienza statunitense che, a partire dal 1930, ridà linfa vitale all’esistenza del poeta: interfacciandosi con la società e la cultura d’oltreoceano, si rende conto della disparità che esiste nel mondo e matura la consapevolezza della necessità di un nuovo mondo, più giusto ed equo nei confronti di tutti, indistintamente.

Anche durante il periodo trascorso a Cuba, García Lorca riesce a vivere piuttosto serenamente. Le nuove amicizie e gli impegni letterari lo tengono occupato e gli fanno sentire meno il peso dell’esistenza.

Rientrato in Spagna nel 1930, il poeta intraprende il progetto del teatro popolare ambulante e continua a scrivere e pubblicare opere di successo fino alla morte, avvenuta nel 1936 a causa della sua appartenenza politica. L’intellettuale viene infatti fucilato e gettato in una fossa comune dalle forze franchiste.

Con la dittatura, l’intera produzione del poeta viene messa al bando. È solo con la morte di Franco, nel 1975, che García Lorca ritorna finalmente nell’olimpo della letteratura spagnola.

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