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“Addio” di Anne Brontë, sublime poesia sull’amore che non finisce mai

Scopri i meravigliosi versi di "Addio" la poesia di Anne Brontë dedicata all'amato William Weightman, scomparso prematuramente.

Addio (Farewell) di Anne Brontë è una poesia che mette in scena i sentimenti e le emozioni per le persone che si amano, che si desiderano o si vogliono bene e che purtroppo non ci sono più.

La loro partenza è definitiva, la loro distanza è proibitiva e il distacco offre una tristezza profonda, un dolore all’anima difficile da sopire.

Addio, come altre poesie di Anne Brontë coincidono con l’arrivo nella sua vita di un uomo di nome William Weightman, che lavorava con il padre di lei.

Sebbene non ci siano prove che suggeriscano che lui e Anne abbiano mai condiviso sentimenti romantici l’uno verso l’altro, la sua morte sembra essere stata una tragedia significativa, ed è probabile che Addio rifletta questa esperienza.

Ma, leggiamo questo splendido poema per apprezzarne la sensibilità e la raffinatezza.

Addio di Anne Brontë

Addio a te, ma non addio
A tutti i miei pensieri più cari su di te:
Nel mio cuore continueranno a risiedere;
E mi rallegreranno e mi consoleranno.
Oh, bellezza, e piena di grazia!
Se non avessi mai incontrato il mio sguardo,
non avrei sognato che un volto vivente
potesse concepire un fascino così straordinario.

Se non potrò mai più vedere
Quella forma e quel volto a me così cari,
Né udire la tua voce, vorrei comunque
Conservare per sempre il loro ricordo.

Quella voce, la cui magia del tono
Può risvegliare un’eco nel mio animo,
Creando sentimenti che, da soli
Possono rendere beato il mio spirito in estasi.

Quello sguardo radioso, come un raggio di sole
La mia memoria non vorrebbe conservare di meno; –
E oh, quel sorriso! il cui gioioso splendore
Nessun linguaggio mortale può esprimere.

Addio, ma lasciami conservare ancora,
La speranza da cui non posso separarmi.
Il disprezzo può ferire e la freddezza raffreddare,
Ma ancora indugia nel mio cuore.

E chi può dirlo se non il Cielo, alla fine,
Possa rispondere a tutte le mie mille preghiere,
E dire al futuro di ripagare il passato
Con la gioia per l’angoscia, il sorriso per le lacrime?

(Traduzione Libreriamo)

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Farewell, Anne Brontë

Farewell to thee! but not farewell
To all my fondest thoughts of thee:
Within my heart they still shall dwell;
And they shall cheer and comfort me.
O, beautiful, and full of grace!
If thou hadst never met mine eye,
I had not dreamed a living face
Could fancied charms so far outvie.

If I may ne’er behold again
That form and face so dear to me,
Nor hear thy voice, still would I fain
Preserve, for aye, their memory.

That voice, the magic of whose tone
Can wake an echo in my breast,
Creating feelings that, alone,
Can make my tranced spirit blest.

That laughing eye, whose sunny beam
My memory would not cherish less; –
And oh, that smile! whose joyous gleam
Nor mortal language can express.

Adieu, but let me cherish, still,
The hope with which I cannot part.
Contempt may wound, and coldness chill,
But still it lingers in my heart.

And who can tell but Heaven, at last,
May answer all my thousand prayers,
And bid the future pay the past
With joy for anguish, smiles for tears?

L’addio è doloroso, ma mai definitivo

Addio è una poesia di Anne Brontë che non può che arricchire l’animo umano. La poetessa americana saluta la persona amata, scomparsa per sempre, con un dolore profondo, ma con la volontà di non dimenticare mai.

Il suo William Weightman rimarrà per sempre nei suoi penseri. Già nella prima strofa della poesia Anne si lamenta per la sua partenza, ma si consola sapendo che il suo ricordo rimarrà per sempre, impossibile da perdere. Si avverte una relazione romantica tra i due, dato che la poetessa si preoccupa di sottolineare che non avrebbe creduto possibile l’esistenza di un volto così bello come quello del suo compagno se non l’avesse visto di persona.

Il linguaggio particolarmente accorato, “O, bellezza, e piena di grazia!” è particolarmente indicativo dell’affetto che Anne Brontë prova per il protagonista del verso. A questo punto non è chiaro se la persona sia morta o semplicemente si sia allontanata dalla sua vita.

Nella seconda strofa si avverte un tono disperato e doloroso. Subentra l’angoscia di non vedere o sentire mai più la voce del proprio “amico”.

Ma, l’autrice s’impone di voler continuare a ricordare ogni cosa e di non dimenticare mai: lascia intendere in questo passaggio  che l’amante sia morto.

La terza strofa si concentra molto sul suono della voce dell’amato. Concentrarsi su un dettaglio sensoriale come questo è una scelta intelligente da parte dell’autore, che vuole trasmettere la sensazione di trovarsi vicina a lui, anche se non è esplicito l’affetto romantico.

Viene descritta la voce, che sembra sentir l’amato parlare. Il suo tono è descritto come magico e capace di generare sentimenti. Ciò indica la potente connessione che doveva esistere tra i due.

Le emozioni sono create semplicemente dall’ascolto di una voce. Queste sensazioni non sono descritte al di là di queste semplici parole, ma il tono e la voce di ogni riga rendono facile per il lettore immaginare quella sensazione come meravigliosa e ricca di gioia, indescrivibile a parole.

Nella strofa successiva continua l’esperienza sensoriale, questa volta concentrandosi sulla vista dell’uomo. Sul suo “sguardo riadioso” e sul “raggio solare”, due descrizioni metaforiche di un individuo vivace e generalmente felice.

Anche in questa strofa si rafforza l’idea di esprimere emozioni che non possono essere catturate con le parole. Questa volta, è il ricordo di un sorriso che colpisce profondamente chi parla, facendogli rimpiangere ciò che ha perso e rallegrandosi di possedere il ricordo.

I ricordi aiutano a mantenere vivo l’amore

L'”addio” che inizia la penultima strofa si legge come un ultimo saluto, in quanto l’autrice esprime un profondo desiderio di aggrapparsi ai ricordi positivi e felici, di rimanere fiduciosa e, soprattutto, l’augurio che la gioia possa continuare nel futuro così come era nel passato.

L’idea di chiedersi se il futuro ripagherà il passato è interessante e il riferimento al Paradiso rende la conclusione della poesia quasi una preghiera. È come se Anne Brontë pregasse per una sorta di ricompensa, di svolta nel futuro per compensare la perdita che sta provando.

L’intera poesia è stata incentrata sul ricordo della felicità come sostentamento, ma la strofa finale indica che i ricordi sono una scarsa sostenibilità.

È sicuramente giusto pensare che per ogni momento di angoscia dovrebbe esserci un momento di gioia, e per ogni lacrima dovrebbe esserci un sorriso, ma, purtroppo, la vita non è necessariamente giusta.

La natura complessa di questa poesia, in salsa agrodolce, si conclude con una nota di speranza, sottilmente presente in tutta la poesia. C’è la necessaria esigenza di andare avanti, per ricevere quelle gioie e quei sorrisi per cui si prega, anche in un momento in cui tutto sembra essere perduto.

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