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“Notte”, la malinconica poesia di Anne Brontë

Il 28 maggio 1849 ci lasciava Anne Brontë. In occasione dell'anniversario della sua scomparsa, condividiamo con voi "Notte", una dolce e malinconica poesia.

Anne Brontë si spegneva il 28 maggio 1849, debilitata dalla tubercolosi. Anne e le sue sorelle, Charlotte ed Emily, hanno trasformato una vita solitaria e monotona in qualcosa di speciale: attraverso la scrittura hanno saputo superare la chiusura imposta dal padre curato e dalle mura che le separavano dal resto del mondo, producendo opere amatissime dappertutto. 

In occasione dell’anniversario della scomparsa di Anne Brontë, condividiamo con voi una delle sue brevi poesie. Leggiamo insieme “Notte”, un componimento in cui si riverberano la malinconia del passato e la predilezione per l’ultima porzione della giornata, quella in cui ogni cosa sembra brillare di luce nuova, in cui anche l’impossibile si fa reale. 

Notte, la poesia di Anne Brontë

Amo l’ora silente della notte,
perché un sogno felice nasce allora,
rivelando alla mia vista incantata
ciò che il mio occhio sveglio non adora.

E può il mio orecchio udire anche la voce
Che da tempo la morte ha soffocato;
l’afflitta solitudine in un grato
impeto di speranza si tramuta.

Fredda Giace da anni nella tomba
La creatura che amavo contemplare;
soltanto il sogno, a notte, come viva
può farla dolcemente ritornare.

Night, la versione originale della poesia di Anne Brontë

I love the silent hour of night,
For blissful dreams may then arise,
Revealing to my charmed sight
What may not bless my waking eyes!

And then a voice may meet my ear
That death has silenced long ago;
And hope and rapture may appear
Instead of solitude and woe.

Cold in the grave for years has lain
The form it was my bliss to see,
And only dreams can bring again
The darling of my heart to me.

L’incredibile vita delle sorelle Brontë: il mondo in una stanza

Charlotte, Emily e Anne sono tre sorelle che condividono una grande passione per la scrittura. Figlie di un pastore irlandese e di un’autrice di poemetti e testi religiosi originaria della Cornovaglia, Charlotte, Emily e Anne crescono immerse nella brughiera dello Yorkshire, lontane dalle abitudini che si addicono alle giovani della loro età. 

Oltre a loro tre, ci sono anche Branwell, l’unico figlio maschio di Patrick, Maria ed Elizabeth. Queste ultime muoiono giovanissime, rispettivamente a 11 e 9 anni, a causa della stessa malattia che più tardi stroncherà le vite di Emily e Anne: la tubercolosi. 

Charlotte, Emily e Anne Brontë non condividono soltanto la passione per la scrittura, ma anche l’interesse smisurato per tutto ciò che è legato alla morte, al soprannaturale, al mistero. Dalla loro penna nascono capolavori in poesia e in prosa. Charlotte, con la sua voce presente e saggia, dà vita a “Jane Eyre”, “Shirley” e “Villette”. Emily, più attratta dal fascino della natura selvaggia e dagli elementi misteriosi che si celano dietro alla notte e al sogno, scrive “Cime tempestose” e compone poesie in cui l’afflato lirico e l’amore per la natura sono i protagonisti assoluti.

Anne Brontë, invece, la piccola Anne, nelle sue poesie racconta dei sogni reconditi che si celano nel più intimo, di come la notte possa originare realtà impossibili, del silenzio incontaminato che può diventare veicolo di voci appassionate. Scrive “Agnes Grey” e “La signora di Wildfell Hall”, un romanzo che racconta la storia di Helen Graham, una donna coraggiosa che sceglie di allontanarsi da un matrimonio infelice. Nel descrivere il personaggio maschile principale, Anne sembra prendere ispirazione dalla condotta sregolata del fratello, Branwell, che nel corso della vita cade più volte in depressione e fa uso di droghe e alcool fino alla morte, avvenuta nell’autunno del 1848.

 

 

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