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“A galla” di Eugenio Montale: poesia contro il “mal di vivere”

Le poesie possono possono regalarci le giuste motivazioni, soprattutto nelle difficoltà. "A galla" ci dona la forza di ricominciare a vivere

 “A galla” è una delle poesie giovanili di Eugenio Montale. Una poesia che nasce dai sentimenti di amore/amicizia di Montale per Anna degli Uberti, e per certi aspetti ne segna l’allontanamento. 

È una delle prime poesie di Eugenio Montale (1896-1981), datata 1919, scritta mentre era allievo ufficiale al 158º Reggimento di Fanteria Liguria. 

Una poesia non molto conosciuta, rispetto ad altre le opere del grande poeta italiano.

Nel maggio 1981 di Eugenio Montale fu pubblicato Altri versi e poesie disperse. Fu l’ultima opera pubblicata in vita. In questa raccolta è contenuta “A galla”

Questa poesia ci lascia un grande insegnamento. Dovremmo farla leggere a tutti i ragazzi.

Rappresenta una svolta generazionale, una svolta epocale: “il cammino è sempre da ricominciare” afferma il poeta alla fine della poesia. 

Un messaggio chiaro che mette al centro l’inquietudine umana e la sofferenza interiore tipica dei giovani, ma che coinvolge in quest’epoca sempre più persone adulte. 

Il “male di vivere” coincide con quella profonda sofferenza interiore tipica dell’innamoramento giovanile e non solo. Sembra non esserci cura, non c’è modo di uscirne. 

Oggi, sono sempre più le persone che vivono questo dramma. Non si desidera vivere, tutto ciò che gira intorno è inutile e privo di senso.

Ma, dai versi di Eugenio Montale emerge la grandezza dell’ancor giovane autore, che ci dona un messaggio di grande forza emotiva.

L’inquietudine che è la fonte della sofferenza deve diventare nostra alleata.

Non c’è possibilità di fermarsi, in nessun modo, bisogna continuare a vivere e avere la forza di ricominciare, sempre.

A galla di Eugenio Montale

Chiari mattini,
quando l’azzurro è inganno che non illude,
crescere immenso di vita,
fiumana che non ha ripe né sfocio
e va per sempre,
e sta – infinitamente.

Sono allora i rumori delle strade
l’incrinatura nel vetro
o la pietra che cade
nello specchio del lago e lo corrùga.
E il vocìo dei ragazzi
e il chiacchiericcio liquido dei passeri
che tra le gronde svolano
sono tralicci d’oro
su un fondo vivo di cobalto,
effimeri…

Ecco, è perduto nella rete di echi,
nel soffio di pruina
che discende sugli alberi sfoltiti
e ne deriva un murmure
d’irrequieta marina,
tu quasi vorresti, e ne tremi,
intento cuore disfarti,
non pulsar più! Ma sempre che lo invochi,
più netto batti come
orologio traudito in una stanza
d’albergo al primo rompere dell’aurora.

E senti allora,
se pure ti ripetono che puoi
fermarti a mezza via o in alto mare,
che non c’è sosta per noi,
ma strada, ancora strada,

e che il cammino è sempre da ricominciare.

Il significato della poesia A Galla

Nella prima strofa di “A galla” la mattina è come un universo liquido nel quale il poeta è immerso, anzi meglio galleggia mentre la vita scorre intorno.

Eugenio Montale inizia il viaggio esistenziale per affrontare ciò che la vita propone. Una vita che è inganno senza illusioni. Aprire gli occhi la mattina è rendersi conto dell’inutilità dell’essere. 

Nella seconda strofa, l’inutile fluire della vita è marcato dall’incontro con l’effimero. Tutto ciò che s’incontra sembra privo di senso. 

Il senso di una solitudine interiore che non trova compagnia in ciò che incontra, tutto sembra essere privo di senso. 

Nella terza strofa emerge il climax poetico con un messaggio di grande impatto che si porta davanti alla possibilità di non poter scegliere. 

La vita appare  ingannevole come il canto della sirene che non lascia spazio alla soddisfazione, all’accettazione di sé. Tutto è effimero inutile, sembra non aver senso.

Lo scrittore avverte la voglia di finirla con questa vita senza senso.

tu quasi vorresti, e ne tremi,
intento cuore disfarti,
non pulsar più!

Un pensiero atroce se si pensa bene, che purtroppo entra con forza dentro il cervello quando tutto sembra inutile, quando qualsiasi cosa ci circonda sembra non avere senso. 

Il male di vivere degli adolescenti, delle persone che soffrono, degli abbandonati, dei delusi. La depressione che colpisce sempre più persone e che sembra diventare il male perenne.

C’è disperazione e sofferenza in questi versi. E ancor più la frustrazione per non riuscire a dire addio alla vita.

Ma sempre che lo invochi,
più netto batti come
orologio traudito in una stanza
d’albergo al primo rompere dell’aurora.

Ma, non si ha la forza neppure per finirla con la sofferenza. Non é concesso scegliere, si prosegue costantemente senza tregua. 

Si fluttua sospesi nel tempo, ma non è consentito rimanere fermi nel momento, sostare nell’attimo.

L’inquietudine ci spinge continuamente, ci sprona a riprendere il viaggio, a ricominciare, diventando nostra alleata e non nostra nemica.

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