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“21 marzo” di Gianni Rodari, geniale poesia sull’autentico significato della primavera

Qual è il vero significato della primavera? Scoprilo grazie ai versi di "21 marzo", la filastrocca di Gianni Rodari sulla serenità e la pace.

21 marzo di Gianni Rodari è una poesia che celebra la primavera quale simbolo di gioia, pace e serenità. Il Maestro d’Omegna utilizza l’immagine simbolica della rondine, attingendo da ciò che accade in natura, per condividere il messaggio che solo quando gli umani saranno davvero uniti e in pace potrà esserci vera felicità.

Come sempre Rodari riesce attraverso una semplice filastrocca per bambini a condividere una verità che soprattutto gli adulti dovrebbero fare propria. I conflitti, l’odio, le guerre, l’intolleranza non porteranno mai la grande bellezza della primavera. Tra l’altro vedremo leggendo la poesia che il poeta inserisce facendolo proprio un modo di dire antico presente già nell’Etica Nicomachea di Aristotele: “Una rondine non fa primavera”.

Leggiamo la poesia di Gianni Rodari per condividere il grande significato, che dovremmo tutti fare nostro.

21 marzo di Gianni Rodari

La prima rondine
venne iersera
a dirmi: “È prossima
la Primavera!
Ridon le primule
nel prato, gialle,
e ho visto, credimi,
già tre farfalle”.

Accarezzandola
così le ho detto:
“Sì è tempo, rondine,
vola sul tetto!”

Ma perché agli uomini
ritorni in viso
come nei teneri
prati il sorriso
un’altra rondine
deve tornare
dal lungo esilio,
di là dal mare.

La Pace, o rondine,
che voli a sera!
Essa è per gli uomini
la primavera.

L’impegno alla pace e alla serenità sono la vera primavera

21 marzo è una poesia di Gianni Rodari che come abbiamo visto leggendo il testo che offre dei messaggi molto importanti. Il grande Maestro celebra il ritorno della primavera da un punto di vista originale. L’arrivo della bella stagione non è solo la rinascita della natura e il ritorno delle giornate di sole. È qualcosa di più, è l’espressione di un clima di pace, serenità, amore tra tutti gli umani. Il Mondo per Gianni Rodari dovrebbe essere come la primavera e perché ciò possa avvenire serve che tutti, nessuno escluso, s’impegnino affinché ciò possa avvenire.

Il simbolo della rondine e della primavera

La poesia si apre con l’arrivo della rondine, tradizionalmente considerata il primo segno della primavera. Questo uccello migratore è spesso usato nella letteratura come simbolo del rinnovamento e del ritorno della vita dopo l’inverno. L’uccello stesso diventa un messaggero della natura, annunciando il risveglio di ogni essere vivente presente sulla Terra, prati, fiori, insetti. La vita torna a dare prova della sua bellezza in ogni contesto.

La primavera è rappresentata come un fenomeno gioioso, legato alla rinascita e alla speranza. L’immagine della rondine che vola sul tetto è una scena semplice ma evocativa, che trasmette leggerezza e serenità.

Gianni Rodari con ottimismo avverte che qualcosa di buono sta per accadere, ha la sensazione che le cose stiano cambiando. “Sì è tempo, rondine, vola sul tetto!”. Il poeta sente che bisogna avere in coraggio che possano finalmente cambiare le cose. È incredibile pensare all’attualità di queste parole, sembrano scritte nei nostri giorni.

La natura è la metafora della condizione umana

Nella terza strofa della poesia, Gianni Rodari sembra cambiare tono, introducendo un’ulteriore riflessione. Mentre la natura ha compreso nella sua perfezione la ciclica e spontanea rinascita della vita, per l’umanità la rinascita non è così automatica. Rodari suggerisce che perché anche gli uomini possano sorridere come i prati fioriti, non basta solo una rondine, ma serve che ci sia almeno un’altra.

Il poeta introduce un modo di dire molto diffuso, “Una rondine non fa primavera“, mutuata da Aristotele, che nell’Etica Nicomachea affermava: “come una rondine non fa primavera, né la fa un solo giorno di sole, così un solo giorno o un breve spazio di tempo non fanno felice nessuno.” Serve il contributo di tanti o meglio di tutti perché il sogno di una vita serena possa diventare realtà.

La rondine diventa così metafora della pace, che è assente, esiliata “di là dal mare”, lontana. Quanta contemporaneità nelle parole del grande Maestro italiano. L’idea che la pace sia qualcosa di fragile, che può essere smarrita e deve essere recuperata, è centrale nel messaggio dell’autore.

La pace e la serenità degli umani sono la vera primavera

Non può esserci nessuna primavera per gli umani senza che sin sia la volontà di voler vivere sereni, senza conflitti e in pace. È. questo il messaggio dell’ultima strofa della poesia. La vera primavera per gli umani non è solo il ritorno della bella stagione, ma il ritorno della pace e della serenità esistenziale. Così come la natura ha bisogno del sole per fiorire, l’umanità ha bisogno della pace per vivere in armonia e felicità.

Gianni Rodari, come sempre, con il suo stile e la sua semplicità, ci dona un messaggio universale. Senza pace, la primavera non è completa. La sua visione del mondo è ottimistica ma consapevole, e richiama l’idea che la pace non sia qualcosa di scontato, ma una condizione che deve essere costruita e preservata.

I messaggi di 21 marzo di Gianni Rodari

Possiamo concludere dicendo che Gianni Rodari in questa meravigliosa filastrocca affronta dei temi molto importanti.

1. Il rinnovamento e la rinascita

sono il fondamento della ciclicità della natura e come tali ci aiutano a pensare che esiste sempre la speranza che le cose possano cambiare.

2. Il contrasto tra il mondo naturale e quello umano

La primavera arriva automaticamente per la natura, ma la pace deve essere “riconquistata” dagli uomini.

3. Il desiderio di pace

La pace e la serenità sono la condizione necessaria per la vera felicità dell’umanità.

4. L’impegno sociale e civile collettivo

Da soli non si va da nessuna parte. Serve l’impegno di tutti per costruire un mondo migliore.

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