La Settimana della lingua italiana nel mondo è un’ottima occasione per approfondire, grazie ad eventi, articoli e attività dedicate, la conoscenza dell’italiano e della sua influenza nei paesi limitrofi. Sono innumerevoli, per esempio, le parole italiane andate a confluire, con il passare degli anni, negli altri idiomi del mondo grazie alle migrazioni, alla diffusione artistica e letteraria, alle colonizzazioni.
In questo nostro articolo vi parliamo delle parole italiane più presenti e più usate nelle altre lingue del mondo.
Da dove provengono le parole italiane usate all’estero
In rispetto della tradizione e del meglio del Made in Italy che il mondo ci invidia, le parole italiane più famose nel mondo sono quelle relative al lessico della cucina, della musica e dell’arte. Chi non conosce la pizza, o gli spaghetti e la mozzarella? Parole universalmente note, presenti nei vocabolari di moltissime lingue straniere.
Così anche per la musica, che con i lessemi italiani si arricchisce di definizioni e qualità, basti pensare ai nomi degli strumenti musicali in inglese e tedesco e nelle lingue romanze, o alle denominazioni legate all’opera e alla musica da camera… Il vocabolario dell’arte non fa differenza: sin dall’epoca medievale, l’Italia ha esportato termini e concetti legati all’ambito artistico.
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Le parole italiane protagoniste nei vocabolari di tutto il mondo
Ma andiamo più concretamente a vedere quante e quali parole abbiano viaggiato partendo dall’italiano e giungendo sino ai vocabolari di altre lingue, cambiando forma, accezione o sfumatura.
Spaghetti
Questa parola italiana, usata per indicare il piatto di pasta (altra parola italiana usata in tutto il mondo) per eccellenza, secondo gli esperti dell’Accademia della Crusca è presente in ben 54 vocabolari stranieri: segno di come la nostra pasta sia unica ed inimitabile in altre “cucine”.
Cappuccino
Stesso discorso può valere per la parola “cappuccino“: la presenza del termiche che indica la tipica bevanda di origine italiana composta da caffè e latte montato a vapore è presente in una quarantina di dizionari stranieri.
Dolce vita
Approdata all’estero grazie alla grande diffusione cinematografica delle iconiche pellicole italiane, con il termine “dolce vita” si indica quel periodo storico dell’Italia compreso tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni sessanta, e in modo particolare alle tendenze emerse in quel periodo nella città di Roma, vera e propria capitale della “dolce vita”.
Un termine reso ancora più iconico grazie all’omonimo film di Federico Fellini del 1960, in cui il registra raccontava la società borghese dell’epoca, con i suoi vizi e le sue virtù: da li si è iniziato ad usare l’espressione “dolce vita” in tutto il mondo per indicare uno stile di vita spensierato e dedito ai piaceri mondani.
Fiasco
Termini come “fiasco“, che sono approdati nell’inglese e nello spagnolo con il significato di “fallimento”, corrispondono al senso figurato dell’originale italiano.
Come prima accezione, il “fiasco” della nostra lingua interessa la sfera della concretezza: “fiasco” significa infatti, come riportato dal Vocabolario Treccani, “Recipiente di vetro per vino, o altri liquidi, di forma ovale col collo lungo munito di bordo ringrossato, a pareti sottili, di colorazione leggermente verdognola, con caratteristica rivestitura di paglia di erbe palustri”. Nelle altre lingue, questa accezione concreta si è andata perdendo, mentre il significato figurato è rimasto inalterato.
Finale
Scopriamo anche che “finale” è una parola molto comune nelle lingue neo-latine e in quelle germaniche. “Finale” si riferisce ad un ambito ben preciso, che è quello musicale. Il termine designa l’ultima parte di un componimento musicale o teatrale e, contrariamente all’originale italiano che viene utilizzato comunemente per denominare “l’ultima parte” di qualcosa, resta legato soltanto al campo della musica e dello spettacolo.
Grottesco
“Grottesco” è un’altra delle parole italiane più diffuse nelle lingue del mondo. Ma stavolta, il suo significato è rimasto invariato dalla lingua di partenza a quelle di arrivo. Si tratta di un termine, molto usato in francese nella variante “grotesque”.
Le altre parole: da barista a spinaci
Come non citare poi il termine “barista” che ormai compare sulle magliette dei baristi di tutto il mondo o le parole “vespa” e “lambretta” che hanno abbondantemente oltrepassato i confini italiani con la massiccia emigrazione del secolo scorso negli Stati Uniti d’America?
E ancora, troviamo tra le parole italiane più presenti nei vocabolari delle lingue straniere lo “stiletto“, che in inglese è arrivato a designare anche il nostro “tacco a spillo”, o il “libero” e il “tifoso” dello sport.
E ci sarebbero ancora moltissime parole italiane da portare ad esempio per mostrare quanto la nostra lingua abbia viaggiato nel tempo e nello spazio. Molte di esse sono legate al mondo dell’alimentazione: i “carciofi“, le “zucchine“, i “broccoli” e i “peperoni“, gli “spinaci“.