Le parole ed espressioni che hanno definito il mondo nel 2024

26 Dicembre 2024

Con l’anno che volge al termine, appuntamento con l’analisi linguistica e culturale del lessico che lo ha caratterizzato . Scopri la retrospettiva linguistica elaborata da Babbel delle parole che hanno definito il mondo nel 2024.

Le parole ed espressioni che hanno definito il 2024

L’anno che sta per chiudersi riassunto in parole, espressioni e trend linguistici. Il 2024 è stato un anno ricco di eventi che hanno caratterizzato diversi ambiti: la politica e l’economia, con oltre 70 Paesi ad aver ospitato elezioni, il perpetuarsi di crisi geopolitiche e gli sforzi per stabilizzare i prezzi; l’ambiente, con l’accentuarsi del cambiamento climatico e delle sue conseguenze sociali; la tecnologia, con l’aumento esponenziale dell’uso di tecnologie avanzate come l’IA; lo sport, con lo svolgimento di competizioni internazionali ed, infine, la cultura e la società, con la diffusione di nuovi trend e numerosi scandali nell’industria dell’intrattenimento.

Le parole ed espressioni che hanno caratterizzato il 2024

Ogni avvenimento è sempre accompagnato da termini ed espressioni specifiche, che entrano nel dibattito pubblico: gli esperti e le esperte linguistiche di Babbel, piattaforma specializzata nell’apprendimento delle lingue, propongono perciò l’ormai tradizionale retrospettiva linguistica, analizzando le principali parole che hanno caratterizzato l’anno che si avvia a concludersi.

I grandi temi: le notizie che hanno catalizzato l’attenzione mediatica mondiale

Come ogni anno, anche nel 2024 vi sono stati eventi dalla portata globale, talmente impattanti non solo da catturare l’attenzione dell’intera collettività, ma anche da influenzare il linguaggio a livello internazionale.

All eyes on Rafah (“Tutti gli occhi su Rafah”)
Nel maggio di quest’anno un’immagine raffigurante delle tende bianche che componevano la scritta “All eyes on Rafah”, città situata nella regione meridionale della striscia di Gaza che aveva da poco subito un attacco da parte dell’esercito israeliano, è diventata in breve tempo virale, con milioni di condivisioni sui social media.

Secondo gli esperti, si è trattato di una delle prime opere di attivismo virale create dall’intelligenza artificiale; essa ha però generato alcune critiche da parte delle persone più attive politicamente che hanno reputato questa azione come un esempio di “slacktivism” (“attivismo da poltrona”), una forma di attivismo espresso con azioni di sostegno che richiedono poco impegno come, appunto, la condivisione di un post sui social network.

Overtourism
Questo termine, con cui si indica il sovraffollamento di una località a causa del turismo di massa, è stato al centro dell’agenda dei media in particolare durante l’estate, quando la pressione su alcune destinazioni ha raggiunto livelli molto elevati. Per far fronte a questa problematica si stanno già implementando una serie di soluzioni: Venezia, simbolo del cosiddetto turismo “mordi e fuggi”, sta per esempio sperimentando un ticket di accesso alla città, mentre Barcellona ha aumentato la tassa sui crocieristi e ridotto le licenze per gli affitti brevi; l’isola di Santorini potrebbe presto istituire il numero chiuso per un’organizzazione più sostenibile dei flussi turistici.

Disinformazione e misinformazione
Il 2024 è stato l’anno della diffusione dell’intelligenza artificiale generativa, con applicazioni sempre più integrate in settori come la sanità, i trasporti e il marketing. Al contempo, sono aumentate le preoccupazioni etiche riguardanti l’autenticità e l’affidabilità dei contenuti prodotti dall’IA. Spesso si è infatti utilizzato questo strumento per fare “disinformazione”, ovvero creare e diffondere intenzionalmente contenuti falsi finalizzati ad influenzare il comportamento delle persone. Connessa alla disinformazione è anche la “misinformazione”, ovvero la condivisione talvolta frettolosa e inconsapevole di informazioni non verificate e non corrette.

Trumpseconomy
È un termine strettamente legato ad uno dei momenti elettorali più decisivi del 2024: le elezioni presidenziali statunitensi. Indica la reazione positiva dei mercati finanziari alla rielezione di Donald Trump ad inizio novembre, con i mercati che sembrerebbero favorire le sue politiche economiche.

Dossieraggio
Si tratta di un’attività di raccolta di informazioni riservate e di creazione di un dossier dettagliato su una o più persone, spesso con l’intento di esercitare pressioni o attuare forme di ricatto. Il termine trae origine dalla parola francese “dos”, che significa “dorso”: in passato, infatti, si annotava il contenuto dei documenti proprio sul dorso della cartella per facilitarne l’identificazione. La parola ha acquisito recentemente particolare rilevanza a seguito della scoperta di diversi casi di spionaggio che hanno coinvolto anche alte cariche dello Stato, suscitando un acceso dibattito pubblico.

Anti-woke
Il termine “wokeness” denota un approccio consapevole e attento ai problemi sociali, come la disuguaglianza e il razzismo; ha avuto particolare popolarità in momenti storici significativi, come l’ascesa dei movimenti Black Lives Matter e MeToo. Tuttavia, l’analisi del dibattito internazionale, anche in relazione alle elezioni statunitensi, ha evidenziato un recente calo del sentimento “woke” e una conseguente diminuzione delle discussioni legate a queste tematiche nei media e nel mondo aziendale. Emerge in particolare una tendenza “anti-woke”, critica e talvolta oppositiva ai concetti associati al movimento “woke”.

Naufragio
Nella notte del 19 agosto un super yacht con a bordo 22 persone ormeggiato davanti a Porticello in provincia di Palermo, il Bayesian, è stato colpito da una raffica di vento discendente molto potente (nota come “downburst”) ed è affondata in pochi minuti. L’incidente che, nonostante i tempestivi soccorsi, ha causato la morte di sette persone, ha catalizzato l’attenzione con un focus sulle indagini relative alle cause del disastro e sui possibili errori commessi dall’equipaggio durante l’emergenza.

L’ambiente: tra cambiamento climatico e disparità sociali

Il 2024 è stato un altro anno critico per il clima con l’accentuarsi di fenomeni meteorologici estremi quali uragani, alluvioni e ondate di calore. E mentre ferve il dibattito globale in merito alla necessità di intraprendere azioni rapide, sono emerse sempre di più le fragilità socio-economiche di fronte all’intensificarsi del cambiamento climatico.

Dicotomia climatica
L’anno che avvia a concludersi è stato caratterizzato da una netta divisione tra l’Italia settentrionale e quella meridionale. Le regioni del centro-nord sono state interessate da temperature sotto la media e hanno dovuto far fronte a fenomeni estremi come alluvioni ed esondazioni, in particolare in regioni come l’Emilia-Romagna e la Toscana. Le regioni del sud, al contrario, sono state colpite da ondate di calore e da un’intensa siccità che ha portato in un elevato numero di città alla limitazione dell’erogazione dell’acqua corrente per lunghi periodi.

Codice calore
Alla luce delle sempre più frequenti ondate di calore, il Ministero della Salute ha istituito a giugno 2024 il “codice calore”, un’iniziativa volta ad aiutare i più fragili a ridurre al minimo i rischi legati alle temperature estreme; esso prevedeva l’attivazione di un percorso assistenziale preferenziale presso il pronto soccorso e di ambulatori attivi tutti i giorni.

Uragani Helen e Milton
Uragani tropicali (come Helen e Milton che hanno colpito l’America centro-settentrionale lo scorso ottobre) sono fenomeni destinati ad aumentare in futuro. Interessante il fatto che, per decidere i nomi di questi fenomeni, si segua in ordine alfabetico un sistema di liste nomi (maschili e femminili) stabilito dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM); esse si ripetono ogni 6 anni, ma in caso di uragani particolarmente devastanti, il nome viene ritirato e sostituito con un nuovo.

Cooling poverty (“povertà da raffreddamento”)
L’aumento costante delle temperature sta facendo emergere la cosiddetta “cooling poverty”, una condizione di vulnerabilità delle persone che vivono nelle regioni più calde del mondo, prive delle risorse economiche per accedere a fonti di raffreddamento come aria condizionata e ventilatori. Questa situazione, parte integrante della crisi climatica in corso insieme ad eventi estremi come uragani e inondazioni, accresce le disparità socio-economiche tra le comunità più benestanti e chi non può mettersi di trovare condizioni abitative più favorevoli.

Al lavoro, tra mancata sicurezza e diritti minacciati

La crescente consapevolezza dell’importanza della salute fisica e psicologica sul luogo di lavoro si è affermata con decisione nei discorsi di quest’anno, accompagnata dall’introduzione di termini specifici che riflettono la sempre maggiore rilevanza dei diritti e doveri dei lavoratori.

Caporalato
Si tratta di una forma illegale di sfruttamento del lavoro diffusa nel settore dell’agricoltura, ma estesa anche all’edilizia e ad altri comparti. Il termine deriva da “caporale”, utilizzato per indicare un grado militare dell’esercito e adattato successivamente per riferirsi a quegli individui che, nelle campagne italiane, agivano da intermediari tra i datori di lavoro e i braccianti. Un tragico incidente mortale che ha coinvolto un bracciante, Satnam Singh, e il mancato soccorso da parte del suo datore di lavoro, ha fatto sì che questo termine venisse menzionato spesso sui media e sulle piattaforme social, invitando le persone a riflettere sui numeri allarmanti di questo fenomeno.

Presenteeism
La decisione di un importante player tech di abolire lo smart working e di riportare i propri dipendenti in ufficio cinque giorni a settimana ha suscitato un’ondata di riflessioni in merito al futuro del lavoro da remoto.

Questo è solo il caso più recente di aziende che, dopo la flessibilità concessa ai dipendenti per fronteggiare la pandemia, hanno optato per un clamoroso dietrofront: sono “accusate” di non essere al passo con i tempi e di incentivare il “presenteeism” (in italiano “presenteismo”), ovvero il fenomeno di rimanere al lavoro più del necessario o andarci anche in caso di malattia, solo per dimostrare ai propri responsabili impegno e costanza.

Boreout
È un disturbo psicologico che si verifica quando una persona non riceve abbastanza stimoli sul posto di lavoro ed è cronicamente annoiata; chi ne soffre può provare difficoltà di concentrazione, demotivazione ed apatia, ma anche calo dell’autostima e frustrazione. Si tratta di un fenomeno in crescita, in particolare tra i giovani che documentano le loro giornate lavorative sui social network utilizzando l’hashtag #boreatwork. Questa condizione si pone diametralmente all’opposto del più noto “burnout”, un malessere mentale e fisico causato da un sovraccarico cronico di lavoro.

Un anno all’insegna dello sport

Lo sport è stato senza dubbio uno dei protagonisti dell’anno che sta per terminare: numerose sono state, infatti, le competizioni internazionali che hanno catturato l’attenzione del pubblico, celebrando i successi degli atleti, ma facendo anche emergere questioni sociali di rilievo.

Sinner-mania
Il tennis sta attualmente vivendo un vero e proprio rinascimento, trainato da una nuova generazione di talenti che hanno riportato entusiasmo ed attenzione su questo sport. Tra questi emerge Jannik Sinner, che ha saputo trasformare il suo talento in risultati concreti, scatenando una vera e propria “Sinner-mania” e portando alla nascita del “Sinnerismo”, che indica scherzosamente la passione per il suo stile di gioco e per la sua figura (il suffisso “ismo” denota l’associazione con movimenti o ideologie).

In pochi mesi, l’altoatesino ha collezionato vittorie e piazzamenti di rilievo nei tornei internazionali più prestigiosi, scalando le classifiche e battendo alcuni dei migliori giocatori al mondo. La sua determinazione nell’affrontare sfide impegnative ed il suo stile di gioco tecnico lo hanno reso un simbolo del nuovo volto del tennis italiano, contribuendo a rafforzare l’immagine dell’Italia come fucina di grandi atleti.

Parità e discriminazione di genere
Nonostante la competizione internazionale più attesa dell’anno, svoltasi a Parigi nel corso dell’estate, abbia segnato un traguardo storico in tema di parità di genere, con la partecipazione per la prima volta nella storia di un numero di atlete donne pari a quello degli atleti uomini, alcune controversie emerse hanno evidenziato come vi sia ancora molta discriminazione di genere nel mondo dello sport.

Un esempio emblematico è quello della pugile algerina Imane Khelif, vittima di accuse infondate riguardanti la sua identità di genere; questo caso ha portato alla luce episodi di transfobia e disinformazione, alimentati da commenti provenienti non solo dai social, ma anche da personalità pubbliche italiane, che hanno contribuito a stigmatizzare la partecipazione dell’atleta.

Senna inquinata
In vista dell’importante competizione sportiva, ingenti sono stati gli investimenti volti a rendere il fiume parigino balneabile e adattarlo quindi ad ospitare competizioni come il nuoto e il triathlon. Nonostante l’impegno degli organizzatori e le rassicurazioni sulla sicurezza del fiume, il tema della “Senna inquinata” ha comunque dominato i media e i social network, che hanno documentato episodi di intossicazione e infezioni tra gli atleti dopo gare ed allenamenti.

Intrattenimento, tra trend e scandali

Non poteva mancare anche quest’anno la sezione di Babbel dedicata alla pop culture, tra parole virali, nuove “economie” e controversi scandali.

Demure, brat, delulu e mid
Tra le tendenze emerse sui social media quest’anno che hanno profondamente influenzato il linguaggio vi sono “demure” e “brat”: la prima è una parola risalente al XVII secolo e traducibile in italiano come “pudico/a”; ha vissuto nel 2024 una nuova giovinezza grazie alla make-up artist e TikToker statunitense Jools Lebron, andando ad indicare uno stile modesto e sobrio; la seconda (letteralmente “maleducato/a” e “monello/a”) è invece l’esatto opposto ed evoca un atteggiamento ribelle, sfrontato e audace, reso celebre grazie all’omonimo album (“Brat”) rilasciato lo scorso giugno dall’artista inglese Charli XCX (l’estate 2024 è stata infatti una “brat summer”, un periodo in cui le persone si sono abbandonate ad uno spirito disinvolto e festaiolo).

Un altro esempio è “delulu”, che deriva dall’aggettivo inglese “delusional” (“delirante”) e descrive una persona con convinzioni o fantasie impossibili da realizzare; si usa spesso in relazione alle cotte romantiche che i fan si prendono per note celebrità. Infine, “mid” è un aggettivo inglese utilizzato dai più giovani per riferirsi a qualcosa di non particolarmente entusiasmante (in altre parole, mediocre).

Pandoro-gate
Si tratta di un termine coniato per indicare lo scandalo che ha travolto la regina italiana dei social e una nota marca dolciaria, in relazione ad un’iniziativa di beneficenza natalizia considerata ingannevole dagli utenti e dalle autorità. La portata della controversia ha sollevato discussioni sull’etica e la trasparenza delle collaborazioni commerciali tra brand e influencer, portando alla richiesta di una normativa più severa per garantire la trasparenza in operazioni che coinvolgono donazioni no-profit.

I would like to thank Beyoncé (“Vorrei ringraziare Beyoncé”)
Il trend di ringraziare Beyoncé per evitare la sfortuna è diventato un meme virale su TikTok a settembre 2024. Tutto è nato dall’abitudine di molti artisti, come Adele e Lizzo, di menzionare la cantante nei loro discorsi in occasione di premi importanti, una pratica consueta per rendere omaggio ad una figura rispettata.

Tuttavia, compilation di questi ringraziamenti hanno alimentato una teoria secondo cui le celebrità “temono” Beyoncé, trasformando così la tendenza in una sorta di rituale propiziatorio. Questa satira si mescola poi a vecchie teorie relative ad un complotto che vede protagonisti Beyoncé ed il marito Jay-Z, recentemente rivisitate alla luce delle accuse contro il produttore Sean “P.Diddy” Combs.

Swiftonomics
La scorsa estate è stata protagonista di una serie di concerti iconici di popstar internazionali, tra cui l’arrivo in Europa del tour da record “The Eras Tour” di Taylor Swift. Se il 2023 era stato caratterizzato dai riferimenti agli swifties e alla Taylor tax, anche per il 2024 si registra una grande attenzione per le tappe del tour, soprattutto per analizzare l’influenza che la cantautrice sta esercitando anche dal punto di vista economico e sociale: ogni concerto della cantautrice ha generato, infatti, un vero e proprio boom di introiti, da cui è nato il neologismo “Swiftonomics”, per definire l’impatto positivo dei concerti di Taylor Swift sul sistema economico globale.

Le spese dei fan hanno riguardato mezzi di trasporto, alloggi, servizi di ristorazione e trasporti locali, contribuendo così significativamente all’economia delle città in cui l’artista si è esibita.

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