Le 10 parole dialettali intraducibili da conoscere

3 Dicembre 2024

Esistono centinaia di espressioni e parole in dialetto che rendono perfettamente l’idea di ciò che intendono comunicare, ma che non trovano un corrispettivo preciso in italiano. Scopri quali sono le più ricercate da conoscere

Le 10 parole dialettali intraducibili da conoscere

In Italia vengono parlati numerosi dialetti, con ulteriori varianti presenti in ciascuna provincia e differenze legate principalmente a pronuncia, lessico e sintassi. Conoscere il dialetto di un territorio è importante per comprendere usi e costumi di una certa regione, capirne le tradizioni e confrontarle con le proprie origini.

Inoltre, molte di queste parole dialettali non hanno una controparte negli altri dialetti o in italiano, quindi conoscerle rappresenta un’opportunità unica per comprendere nuove parole capaci di sintetizzare un concetto o un’azione. non è un caso se, alcune di esse, sono state poi anche sdoganate nella lingua nazionale.

Quanti dialetti ci sono in Italia

Secondo un’indagine dell’Unesco, in Italia oggi vengono parlate 31 lingue tra l’italiano ed i vari dialetti. I dialetti italiani più parlati e ricordati sono: il veneto, il napoletano, il friulano, il piemontese, il sardo, il lombardo, l’emiliano ed il romagnolo, il siciliano e il ligure.

Un fenomeno, quello della lingua dialettale, da non sottovalutare nel nostro Paese: secondo l’Istat, Il 45,9% della popolazione si esprime prevalentemente in italiano in famiglia, mentre ben il 32,2% utilizza sia italiano che dialetto. Solo il 14% preferisce il dialetto, mentre il 6,9% ricorre a un’altra lingua. Tra gli over 75, il 32% parla esclusivamente o prevalentemente in dialetto in famiglia.

Scopri le 10 parole intraducibili più ricercate al mondo

Le parole intraducibili dei dialetti italiani

Nell’analizzare i dialetti d’Italia, la piattaforma Preply ha intercettato centinaia di espressioni e parole che rendono perfettamente l’idea di ciò che intendono comunicare, ma che non trovano un corrispettivo preciso in italiano. Tant’è vero che molte di queste sono effettivamente entrate in uso anche nella lingua nazionale.

Ecco le 10 parole dialettali intraducibili in altre lingue, e per questo più ricercate in rete.

Umarell

A conquistare il podio tra le parole dialettali intraducibili più cercate online dagli italiani c’è “Umarell”, espressione di origine bolognese (umarèl), utilizzata oggi per definire gli anziani che osservano gli operai al lavoro nei cantieri.

Cazzimma

Per il secondo e terzo posto si scende invece in Campania con “Cazzimma” (8.100 ricerche), espressione napoletana che si usa per indicare un atteggiamento o un comportamento che mischia scaltrezza e furbizia a opportunismo e cinismo

Scugnizzo

Restando sempre nel capoluogo campano, troviamo sul gradino più basso del podio il termine “Scugnizzo” (6.600 ricerche), con cui si è soliti indicare – a Napoli e non solo – un ragazzo monello, astuto e intelligente, in grado di arrangiarsi con espedienti non sempre onesti.

Coatto

Proseguendo, si incontrano tre termini che arrivano dal Lazio: “Coatto” (5.400 ricerche), che nel dialetto romanesco assume il significato di individuo rozzo, dalla parlata volgare e dall’abbigliamento privo di gusto.

Daje

“Daje” è un’espressione di incoraggiamento dalla numerose sfumature, come “dai, andiamo”, ma anche “evviva”, spesso utilizzata come saluto tra i ragazzi (4.400 ricerche).

Scialla

Sesto posto per “Scialla”, parola usata soprattutto dai giovani con il significato di “stai tranquillo, calmati”.

Gabanella

Per la “Gabanella”, il riposino pomeridiano alla bolognese, si registrano 3.600 ricerche

Caciara

“Caciara” (3.000 ricerche), è un termine che nel Lazio si usa per indicare situazioni chiassose e confusionarie

Bauscia

Spostiamoci più al nord, dove al nono posto troviamo “Bauscia” (2.900 ricerche), che in Lombardia fa riferimento a chi si dà arie da grand’uomo.

Giargiana

Chiude la top ten delle parole dialettali intraducibili più ricercate “Giargiana” (2.800 ricerche), termine utilizzato nel dialetto lombardo per riferirsi a una persona non originaria di Milano, con accezione non propriamente positiva.

Fuori dai primi dieci posti, ma meritevoli di menzione, troviamo infine il “Quaquaraquà” siciliano, persona chiacchierona non particolarmente affidabile, e il “Bischero” che in Toscana indica un soggetto sprovveduto e ingenuo.

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