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Ora legale, quando nasce e perché si chiama così

L'ultimo weekend di marzo le lancette fanno un salto avanti per il consueto passaggio dall'ora solare all'ora legale. Ma come nasce questa consuetudine? Scopriamo la sua origine.

Quest’anno nella notte tra il 29 e il 30 marzo in Italia arriva l’ora legale: le lancette faranno un salto avanti per il consueto passaggio dall’ora solare all’ora legale. Ma come nasce questa consuetudine? Scopriamo la sua origine.

Definizione di ora legale

L’ora legale è la convenzione di spostare avanti di un’ora le lancette degli orologi di uno Stato per sfruttare meglio l’irradiazione del sole durante il periodo estivo.

Come è facilmente intuibile dalla parola stessa, l’ora legale viene scelta per convenzione dallo Stato, che decide di adottarla in modo da risparmiare energia elettrica e viene chiamata in questo modo dal momento che viene imposta per legge dal proprio Paese.

La legislazione italiana

Nel nostro Paese, tale misura fu introdotta nel 1916 proprio per riuscire a risparmiare energia il più possibile, trovandosi in quel momento nel pieno svolgimento della Prima guerra mondiale. In Italia l’ora legale venne infine sancita per legge nel 1965 con il decreto legge numero 503, che stabilì lo spostamento delle lancette. Una misura che viene quindi applicata per legge e che per questo viene chiamata legale.

Le origini dell’ora legale

Questo passaggio di orario non è però nato in Italia a metà del ’900: tra i primi a teorizzatori ci fu proprio l’inventore del parafulmine Benjamin Franklin. Già nel 1784, Franklin pubblicò sul quotidiano francese Journal de Paris l’idea di risparmiare sulla spesa in candele ma, per la stravaganza delle proposte, non trovò seguito.

La proposta di portare le persone ad alzarsi prima modificando il riferimento orario nasce da un lavoro dell’entomologo neozelandese George Vernon Hudson. Nel 1895, egli presentò un documento alla Società Filosofica di Wellington, proponendo uno spostamento in avanti degli orologi di due ore.

L’idea venne ripresa pochi anni dopo, dal costruttore britannico William Willett, e questa volta trovò terreno fertile nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla prima guerra mondiale: nel 1916 la Camera dei Comuni diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. Molti paesi imitarono il Regno Unito in quanto in tempo di guerra il risparmio energetico era una priorità.

Tornando più indietro negli anni, alcuni studi mostrano inoltre che anche i Romani avessero clessidre differenti per misurare l’ora in estate e in inverno, avendo quindi una sorta di primitivo alternarsi di ora legale e solare.

Nei paesi dell’Unione europea l’ora legale ha inizio l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre.

Vantaggi e svantaggi dell’ora legale

Il guadagno di un’ora di luce durante il giorno si stima che permetterà un risparmio di 900 milioni di euro di spese in bollette e fornitura di energia, dal momento che si potrà sfruttare la luce solare e si dovrà ricorrere meno alla luce artificiale.

Non tutti però convengono sul fatto che il passaggio all’ora solare risulti un vantaggio per l’uomo: si ritiene infatti che tale cambio comporti alcuni problemi al nostro corpo, che deve abituarsi a nuovi ritmi e nuovi momenti di luce. Ogni anno si stimano problemi principalmente con il sonno e la stanchezza che potrebbero portare ad essere spossati e meno reattivi del solito.

In tal senso, diversi studi mostrano come il cambio di orario risulti particolarmente dannoso per il fisico e soprattutto per la produttività lavorativa. Le persone essendo stanche rendono meno sul posto di lavoro, ma spesso il calo di attenzione investe anche altri ambiti, come la sicurezza stradale.

A tal proposito, l’Unione europea sta pensando di abolirla in modo da evitare questo stress al nostro corpo e così da avere sempre lo stesso orario durante tutto l’anno. Discorso simile in America dove alcuni legislatori, si analizza in un focus su “Science” online, hanno proposto di “bloccare” l’orologio rendendo l’ora legale lo standard nazionale per tutto l’anno, attraverso progetti di legge come il Sunshine Protection Act, ma fra i ricercatori c’è chi si oppone perché mattine particolarmente buie e serate particolarmente luminose interromperebbero il sonno delle persone.

In un articolo provocatorio pubblicato la scorsa settimana su “Royal Society Open Science”, due fisici sostengono che in realtà si esasperano i problemi del sistema attuale e che dovremmo pensarci due volte prima di sbarazzarci dei cambi stagionali sulle lancette.

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