L’italiano contemporaneo, nella sua ricchezza storica ed espressiva, offre spesso più di una via per esprimere un concetto. Una delle questioni che talvolta può suscitare perplessità riguarda l’uso delle espressioni “spesso” e “spesse volte”, entrambe utilizzate per indicare un’azione frequente o ripetuta nel tempo. Ma sono entrambe corrette? E hanno lo stesso valore semantico o si distinguono per registro, sfumatura o origine?
La risposta breve è sì: entrambe sono corrette, ma vale la pena esplorare le radici linguistiche e l’uso delle due forme per comprendere meglio quando e perché impiegarle.
L’avverbio italiano “spesso”: origine e uso
“Spesso” è un avverbio molto comune nella lingua italiana contemporanea. Deriva dal latino spissum, participio passato neutro del verbo spissare, che significava “rendere fitto”, “addensare”. Da questa origine semantica, si è sviluppato in italiano anche il significato di “frequente”, “che si presenta a intervalli brevi”, perché ciò che è “fitto” è anche “ripetuto” o “ravvicinato”.
L’uso di “spesso” come avverbio è invariabile e si colloca agevolmente in una frase per indicare la frequenza con cui un’azione si verifica. Ad esempio:
Vado spesso al cinema.
Telefona spesso ai suoi genitori.
Mi capita spesso di sognare ad occhi aperti.
L’avverbio in questi casi modifica il verbo, chiarendo la ripetitività dell’azione.
“Spesse volte”: aggettivo e sostantivo in coppia
Accanto alla forma avverbiale, l’italiano conserva anche una costruzione aggettivale: “spesse volte”. In questa espressione, “spesse” è l’aggettivo (plurale femminile) che concorda con il sostantivo “volte”, plurale di “volta”, qui usato nel senso di “occasione”, “circostanza”. L’intera espressione significa, appunto, “in molte occasioni”, “frequentemente”.
Spesse volte mi hai mentito.
Spesse volte ci siamo trovati in difficoltà.
Dal punto di vista etimologico, la costruzione è perfettamente coerente. L’aggettivo “spesso”, che al singolare ha una forma invariata per genere (uno spesso strato / una spessa nebbia), al plurale dà “spessi” o “spesse”, a seconda del genere del sostantivo cui si riferisce. Dunque, “spesse volte” è una combinazione corretta, grammaticalmente e storicamente legittima.
Differenze d’uso: registro e tono
La scelta tra “spesso” e “spesse volte” può dipendere dal contesto, dallo stile e dal tono che si desidera conferire alla comunicazione. “Spesso” è più neutro, asciutto, comune nella lingua parlata e scritta. “Spesse volte”, invece, ha un tono più enfatico, talvolta leggermente più letterario o formale.
Nella prosa narrativa, “spesse volte” può evocare una cadenza più lenta, solenne o riflessiva, mentre “spesso” si adatta perfettamente al linguaggio quotidiano. Si noti, tuttavia, che “spesse volte” non è affatto arcaico: è ancora pienamente in uso, soprattutto nella lingua scritta, nei testi giornalistici, letterari e anche in ambito giuridico o burocratico.
Un confronto pratico
Per chiarire ulteriormente la distinzione, osserviamo queste due frasi:
“Spesso non capisco il suo comportamento.”
“Spesse volte non comprendo il suo modo di agire.”
Entrambe le frasi esprimono lo stesso concetto, ma la seconda ha un tono più riflessivo e articolato. Potrebbe comparire in un romanzo, in una lettera, o in un testo formale, mentre la prima è tipica del parlato.
Altri esempi analoghi
L’uso di un aggettivo concordato con un sostantivo per esprimere una frequenza è presente anche in altre espressioni dell’italiano:
“Molte volte” al posto di “spesso”
“Tante volte” per rafforzare l’idea di reiterazione
“Alcune volte” per indicare una frequenza minore
Anche “spesse volte” si inserisce in questa famiglia, con la particolarità di essere derivata da un aggettivo che ha anche un uso avverbiale, fatto che può generare confusione in chi non conosce l’origine etimologica.
Una scelta libera ma consapevole
Le forme “spesso” e “spesse volte” sono entrambe corrette e pienamente legittime nella lingua italiana. Non si tratta di una variante giusta e una sbagliata, bensì di due opzioni stilistiche che il parlante può scegliere in base al contesto e all’effetto desiderato. “Spesso” è l’alternativa più rapida, più parlata, più moderna, mentre “spesse volte” conserva un tono più espressivo, talvolta più ricercato.
La consapevolezza di queste sfumature permette non solo di evitare errori, ma anche di modulare il linguaggio con finezza, dando al discorso la profondità o la semplicità che il contesto richiede. Perché, in fondo, la bellezza della lingua sta anche nella possibilità di dire la stessa cosa in molti modi, ciascuno con un colore leggermente diverso.