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Cosa significa “Genocidio”? La lezione di Roberto Vecchioni

Scopri la lezione e la riflessione etimologica del Professore Roberto Vecchioni sulla parola "genocidio" nel corso della sua rubrica all'interno della trasmissione condotta da Massimo Gramellini "In altre parole" su La7.

“È un genocidio!” È la eco che rimbalza ancora oggi, nel mondo multipolare, nei casi israelo-palestinese e russo-ucraino, coinvolgendo la comunità internazionale tutta.

L’aggressione della Russia all’Ucraina prima e gli eventi del 7 ottobre in Israele e delle settimane seguenti a Gaza hanno riportato il genocidio al centro del dibattito pubblico che ha visto artisti messaggeri di pace e tolleranza.

Come nel caso del cantante Ghali, il quale durante l’ultimo Festival di Sanremo, al termine dell’esibizione canora ha affermato rivolgendosi al pubblico e al mondo: “Stop al genocidio”. L’evento ha ispirato la lezione e la riflessione etimologica del Professore Roberto Vecchioni, nel corso della sua rubrica all’interno della trasmissione condotta da Massimo Gramellini “In altre parole” su La7.

Il professor Vecchioni ha così accompagnato lo spettatore maieuticamente a comprendere l’origine e l’utilizzo nella storia della parola “genocidio”.

La lezione sulla parola Genocidio

Poche lettere ma che portano sulle spalle il peso di secoli di crimini contro l’umanità. Il genocidio racchiude la volontà di far scomparire dall’umanità un preciso gruppo etnico, religioso o nazionale.

“Genocidio – ribadisce Vecchioni – è la cosa più brutta che possa capitare perché c’è dell’odio inutile e fuorviante che si rivolge a tutto un popolo”.

Con naturalezza e semplicità, il Professore, con pathos ed ethos riesce a coinvolgere l’attenzione, trasportando positivamente l’interlocutore favorendone nella comunicazione assertiva la concettualizzazione dei contenuti e la loro memorizzazione.

L’origine della parola

“Rispetto a quello che si potrebbe pensare – spiega il Professor Vecchioni – la parola genocidio non è antica, anche se può smembrarlo, perché deriva dal greco e dal latino. Ghenos dal greco razza o stirpe e Caedo dal latino che significa uccidere.

Il giurista polacco nato nel 1900 da genitori ebrei, Raphael Lemkin, sei volte candidato al Premio Nobel, nella sua coscienza matura l’idea di pensare e creare un sistema sanzionatorio per reati indefiniti e non codificati, elaborando un termine che inglobasse nei crimini internazionali il massacro e la distruzione di precisi gruppi nazionali, sociali e religiosi.

Lemkin nel 1944 pubblicò un saggio dal titolo “Axis Rule in Occupied Europe” ovvero “Il dominio dell’Asse nell’Europa occupata” in cui comparve per la prima volta il termine Genocidio, coniato appunto dallo stesso avvocato, confezionando una crasi tra il prefisso greco con il suffisso latino, con il fine di descrivere le politiche naziste di sterminio sistematico e annullamento degli Ebrei d’Europa ma anche il complesso di azioni poste in essere con l’obiettivo di annullare e annientare gli aspetti essenziali della vita di esclusivi gruppi etnici.

Il genocidio come crimine

Il Tribunale Militare Internazionale, con sede nella città tedesca di Norimberga, l’anno seguente incluse il termine descrittivo genocidio, senza però valore legale, nell’atto d’accusa che coinvolgeva alcune tra le autorità di spicco Naziste implicate nei crimini contro l’umanità.

I rappresentanti dei quattro Stati che a New York, approvarono la Convenzione contro il Genocidio furono: il Dr. John P. Chang (Corea), il Dr. Jean Price-Mars (Haiti), il Presidente dell’Assemblea e Ambasciatore iraniano Nasrollah Entzam, l’Ambasciatore francese Jean Chauvel, Ruben Esquivel de la Guardia (Costa Rica), il Dr. Ivan Kerno (Vice Segretario Generale per le Questioni Giuridiche), Trygve Lie (Segretario Generale dell’ONU), Manuel A. Fournier Acuna (Costa Rica) e il Dr. Raphael Lemkin.

Le Nazioni Unite con l’approvazione della Convezione per la Prevenzione e la Repressione del Crimine di Genocidio, datata 9 dicembre 1948, il genocidio viene inteso definitivamente come crimine internazionale in cui gli stati firmatari della convenzione sono obbligati a prevenire, combattere e punire.”

Vecchioni conclude ricordando anche altri genocidi antecedenti l’Olocausto e la coniazione del termine preso in oggetto come nei casi di sterminio e segregazione attuati ai danni del popolo dei Nativi Americani. Oggi individuato come genocidio indiano, olocausto americano o catastrofe demografica dei nativi.

di Maria Laura Chiaretti

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