Le 10 curiosità sulla lingua italiana più lette e ricercate nel 2025

28 Dicembre 2025

Dai dilemmi sulla lingua italiana agli errori più frequenti che si commettono, ecco le 10 pillole linguistiche che hanno affascinato i nostri lettori durante il 2025.

Le 10 curiosità sulla lingua italiana più lette e ricercate nel 2025

La lingua italiana è più viva che mai e non smette mai di sorprenderci. Se pensavate che il vocabolario fosse un territorio ormai esplorato e senza più segreti, il 2025 vi ha smentito categoricamente: tra un neologismo digitale e una riscoperta etimologica, anche quest’anno i lettori di Libreriamo si sono scatenati alla ricerca delle storie più insolite nascoste dietro le parole che usiamo ogni giorno.

Sono diverse le curiosità linguistiche che nel corso dell’anno hanno interessato le persone e a cui abbiamo voluto dedicare approfondimenti specifici, servendoci anche del supporto di fonti autorevoli come la Treccani e l’Accademia della Crusca.

Le 10 curiosità linguistiche sull’italiano più lette nel 2025

Dall’origine dei modi di dire più celebri ai dubbi grammaticali che ancora oggi infiammano il web e i social, passando per le “regole di forma” legate alla compilazione di documenti scritti e mail, abbiamo raccolto i dieci approfondimenti linguistici che hanno scalato le classifiche di lettura negli ultimi dodici mesi. Preparatevi a scoprire perché diciamo certe frasi e quali segreti si celano nelle pieghe della “lingua del sì”. Ecco le 10 pillole di sapere linguistico più lette nel 2025.

Nelle firme va messo prima il nome o il cognome?

La questione, nell’italiano, dell’ordine tra nome e cognome nelle firme è un tema che, a prima vista, potrebbe sembrare marginale, ma che in realtà porta con sé significati profondi, tanto culturali quanto storici e legali. Scopri a questo link tradizione e normativa relativa all’italiano e la firma.

Le 10 parole italiane più difficili da pronunciare

L’italiano è una lingua ricca di varietà e di peculiarità, non solo legate all’origine lessicale delle parole, ma anche al suono di alcune parole italiane. Tuttavia, ci sono alcuni termini di difficile pronuncia, sia per chi parla italiano come lingua madre, ma soprattutto anche da parte degli stranieri che iniziano a studiare la nostra amata lingua e vogliono conoscere tutte le sue sfaccettature, anche le più complesse. Scopri di quali parole si tratta a questo link.

Errori con l’italiano: si dice “specificamente” o “specificatamente”?

La lingua italiana offre spesso più di una variante (per la gioia degli errori) per esprimere un concetto, e la scelta tra “specificamente” e “specificatamente” rientra in questo fenomeno linguistico. Entrambi gli avverbi sono registrati nei principali dizionari e hanno un significato equivalente, ossia “in modo specifico, dettagliato”. Tuttavia, l’uso delle due forme genera spesso dubbi tra parlanti e scriventi, portando a riflessioni più ampie sulla formazione degli avverbi in italiano e sulla loro evoluzione storica. Scopri in questo articolo la forma più corretta.

Si scrive “se stesso” o “sé stesso”? L’errore da evitare

Se Stesso osé stesso? Abbiamo qui a che fare con uno dei dilemmi più comuni, riguardanti la scelta tra “se” e “sé”. Si tratta di uno di quei dubbi che sorgono quando si scrive e allora si interroga chi si ha vicino per avere conferma se si scriva se stesso o sé stesso. A questo link facciamo un po’ di chiarezza.

Nelle interrogative indirette va il congiuntivo o il condizionale?

L’uso del condizionale e del congiuntivo nelle interrogative indirette rappresenta uno degli aspetti più sfumati della grammatica italiana. Molto spesso, nell’italiano parlato e scritto, si assiste a una certa oscillazione tra questi due modi verbali, il che genera dubbi sulla correttezza delle formulazioni. In questo articolo cerchiamo di chiarire quali sono le forme più corrette, quali quelle ai limiti dell’accettabilità e quali, invece, risultano errate.

Lingua italiana: quando utilizzare “salve” come saluto?

Nella lingua italiana esistono numerose formule di saluto, che variano a seconda del contesto, del grado di formalità e del rapporto tra interlocutori. Tra queste, una delle più interessanti per storia e peculiarità d’uso è “salve”, parola che porta con sé secoli di tradizione e che ancora oggi trova una collocazione particolare nella comunicazione scritta e parlata. Clicca qui per risolvere questo dilemma.

Italiano: la differenza tra “Laurea ad honorem” e “Laurea honoris causa”

Nell’italiano contemporaneo le formule «laurea ad honorem» e «laurea honoris causa» sono espressioni che da secoli accompagnano la tradizione accademica e il riconoscimento del merito intellettuale. Entrambe provengono dal latino e indicano un titolo conferito a titolo d’onore. Tuttavia, come spesso accade con le locuzioni latine adottate dall’italiano, la loro origine, il loro uso e il loro significato hanno generato discussioni e interpretazioni differenti. Le abbiamo approfondite a questo link.

Perché nei documenti si legge “li” prima di una data?

In italiano formale l’uso dell’articolo determinativo davanti alle date nei documenti ufficiali e nella lingua scritta italiana rappresenta una questione linguistica di grande interesse. Secondo la grammatica italiana moderna, l’articolo “il” precede abitualmente le date, come nel caso di “il 20 settembre 1870”, mentre spesso è visto di cattivo occhio l’utilizzo della variante “li”, ma in questo articolo scopriremo che suddetta indisposizione è tutt’altro che giustificabile.

Si dice “ha piovuto” o “è piovuto”?

Tra i numerosi dubbi che la lingua italiana suscita anche nei parlanti più esperti, quello legato all’uso del verbo piovere nei tempi composti è uno dei più ricorrenti. Non è raro infatti che, di fronte alla scelta tra ha piovuto ed è piovuto, ci si chieda quale delle due forme sia corretta. La risposta, come spesso accade in grammatica, non è univoca, perché entrambe le costruzioni sono ammesse, ma in contesti diversi. Scopri come in questo articolo.

Cos’è lo “schwa”, origine e significato del termine fonetico neutro

Lo schwa è un espediente poco usato nella lingua italiana, ma che in questo specifico caso vuol dare il senso di neutro e di inclusività ed annullare l’esistenza dei generi. Scopri a questo link l’origine e il significato di “schwa” e del segno fonetico che lo rappresenta.

© Riproduzione Riservata