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Zita Dazzi, ”I ragazzi diventano lettori curiosi se ricevono i giusti stimoli a scuola”

'La letteratura per ragazzi che mi ha aperto gli occhi su un mondo che non conoscevo''. Con queste parole Zita Dazzi, giornalista di Repubblica, spiega perché abbia scelto di scrivere romanzi per i lettori più giovani...

La giornalista di Repubblica e autrice per ragazzi ci parla del suo ultimo libro, “Bella e Gustavo”, che ha presentato in questi giorni alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna

MILANO – ”La letteratura per ragazzi che mi ha aperto gli occhi su un mondo che non conoscevo”. Con queste parole Zita Dazzi, giornalista di Repubblica, spiega perché abbia scelto di scrivere romanzi per i lettori più giovani. Qui ci parla del suo ultimo libro, ”Bella e Gustavo”, edito da Il Castoro, che ha presentato proprio in questi giorni alla Fiera del Libro per ragazzi di Bologna. È la storia di due ragazzini, Nino e Petra, che nella lunga estate tra la terza media e le superiori fanno una conoscenza che cambia la loro vita. La loro storia si intreccia infatti nel modo più imprevisto con quella di un uomo, Gustavo, che vive fra le panchine e le baracche della grande città. Lui è incomprensibile, scontroso e taciturno, ma ha con sé un cucciolo adorabile, la piccola Bella, che Petra vorrebbe tanto per sé. Quando l’uomo all’improvviso scompare, Nino e Petra non si volteranno dall’altra parte.

Com’è nata l’idea di questo libro, “Bella e Gustavo”?
Bella e Gustavo è una storia che nasce da un fatto di cronaca avvenuto qualche primavera fa, a Milano, città dove vivo. C’era un clochard che viveva in una cabina del telefono, e che una notte venne aggredito da sconosciuti, che lo ridussero in fin di vita. Scattò immediatamente la solidarietà del quartiere che conosceva l’uomo della cabina del telefono e lo aveva aiutato nei mesi precedenti. In molti andarono a trovarlo in ospedale mentre era in coma e la cabina del telefono diventò una specie di bacheca dove venivano attaccati messaggi di solidarietà.
Forse per tutto quell’affetto inatteso, il clochard dopo qualche mese si riprese. E vennero rintracciati i parenti in America Latina, che vennero a riprenderlo. Da questa storia mi sono mossa per costruire il mio romanzo, dove sono due adolescenti ad “adottare” Gustavo, l’uomo della strada.

A chi si ispira per costruire il mondo e le psicologie dei giovani protagonisti?
Per costruire i miei personaggi mi ispiro molto al mio intuito, e molto anche ai ragazzi che conosco, figli, amici dei figli, giovani che incontro nelle scuole e per lavoro. Sono giornalista da tanti anni a Repubblica e seguo il mondo della scuola e del sociale. Forse questo mi facilita nel compito di scrivere narrativa per ragazzi.

Perché ha scelto di scrivere romanzi per ragazzi?
Scrivere romanzi per ragazzi e per bambini mi è venuto naturale a un certo punto della vita, forse perché ho sempre amato leggere e scrivere, e perché da quando ho avuto i miei figli ho cominciato a ‘frequentare’ molto anche la letteratura per ragazzi che mi ha aperto gli occhi su un mondo che non conoscevo. Mi piace molto come attività parallela al mio mestiere di giornalista perché si tratta di un’arte molto diversa, in cui do spazio anche alla mia fantasia, alla mia sensibilità, senza dover sempre fare i conti con la cronaca stretta dei fatti. In ogni caso i miei due lavori si mischiano sempre, volente o nolente, sia per il tipo di storie che racconto, sia per la mia tendenza a scrivere trame intrecciate alla realtà di questi anni

Come sono i lettori più giovani, sono un pubblico esigente e attento? Quando presenta i suoi libri, e da ultimo negli incontri che ha tenuto alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, partecipano attivamente, facendo domande e mostrandosi curiosi?
I lettori di oggi sono molto variegati. Mi capita di andare in scuole dove sento un calore e una curiosità sincera per quel che racconto, mente altre volte vedo ragazzi più svogliati. Ma questo spesso dipende anche dal tipo di guida e di stimoli che trovano da parte degli insegnanti e della scuola. Comunque le domande negli incontri sono sempre la parte più bella, che permette di interagire in modo spontaneo e diverso di volta in volta.

Come giudica la proposta editoriale italiana rivolta ai ragazzi?
La proposta editoriale italiana e straniera per ragazzi mi pare molto varia e fin troppo vasta, venendo in fiera a Bologna si ha un po’ una sensazione di overdose, non si riesce quasi a farsi un’idea precisa, tanto immensa è l’offerta delle case editrici e il numero di libri che vengono pubblicati. Direi comunque che il livello è molto alto e che c’è veramente una scelta ampia. Vedo molto fantasy ancora e molti personaggi ispirati a cartoni animati  e serie tv, che forse annacquano un po’ la qualità della proposta. Ma è vero che una parte del pubblico chiede quella merce lì, e gli editori ne tengono conto.

26 marzo 2014

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