Lo scorso 26 febbraio si è consumato l’ennesimo naufragio nei nostri mari, e Cutro è divenuta tristemente famosa in tutto il mondo. Il libro che vogliamo consigliarvi oggi si intitola “Vita“, è stato scritto da Melania Mazzucco ed esplora, attraverso l’avvincente strumento del romanzo storico, le tematiche legate alla migrazione andando indietro nel tempo, mostrandoci la vita al tempo in cui i migranti eravamo noi italiani.
Accompagnati da una valigia fatta con una federa di cuscino e dodici dollari cuciti nell’unico paio di mutande in loro possesso, i giovanissimi Vita e Diamante sbarcano a New York dopo un lungo viaggio che li ha allontanati dalle campagne del Mezzogiorno e dalla miseria che non lascia scampo agli abitanti di questa terra bella e terribile. Non sembra niente di diverso da ciò che sperimentano ogni giorno tutte quelle persone, tra cui vi sono uomini donne ma soprattutto tanti bambini, che cercano un futuro migliore in terra straniera.
“Vita”, la trama
Nel 1903 Vita e Diamante, nove anni lei, dodici lui, sbarcano a New York. Dalla miseria delle campagne del Mezzogiorno vengono catapultati in una metropoli moderna, caotica e ostile. Vita è ribelle, possessiva e indomabile, Diamante taciturno, orgoglioso e temerario. Li aspettano sopraffazione, violenza e tradimento. Ma anche occasioni di riscatto, la scoperta dell’amicizia e, soprattutto, l’amore. Che si rivelerà più forte della distanza, della guerra, degli anni. Dando voce a un coro di personaggi perduti nella memoria, Melania Mazzucco tesse i fili di una narrazione che è insieme familiare e universale. La storia di tutti quelli che hanno sognato, e sognano, una vita migliore.
Sognare il futuro
Diamante e Vita hanno solo 12 e 9 anni quando affrontano, totalmente da soli, la lunga e faticosa traversata alla volta del Nuovo Mondo. Il loro bagaglio è privo di beni utili alla sopravvivenza ma, al contrario, straripante di sogni, speranze ed enormi aspettative sulla terra in cui approdano. La Statua della Libertà, con la sua imponente statura e lo sguardo fiero e benevolente, non fa che alimentare l’ottimismi dei piccoli italiani, che approdano al porto di New York mano nella mano, come fossero due fratelli che si prendono cura l’uno dell’altra.
In verità, Diamante e Vita non sono fratello e sorella; ma la solitudine in terra straniera e l’aver condiviso un’esperienza tanto forte come la traversata oltreoceano legheranno indissolubilmente i due protagonisti, conducendoli attraverso un percorso che sfocia presto in una bellissima storia d’amore.
Leggendo “Vita” ci troviamo catapultati in una realtà distante che però appare incredibilmente vicina, seppur osservata da un’altra prospettiva: che ci capiti o meno, di solito, di immedesimarci nei migranti che lasciano tutto pur di avere una possibilità di rinascita in una terra più clemente, sfogliando le pagine del romanzo di Melania Mazzucco è inevitabile riflettere sulla tematica delle migrazioni, che oggi è più attuale che mai.
Perché tutti hanno diritto a sognare. A volte lo dimentichiamo, e ci serve che qualcuno ce lo ricordi, con un libro, un film o magari con una testimonianza come quella riportata dall’attore vietnamita Ke Huy Quan, vincitore dell’Oscar per il miglior attore non protagonista con “Everything Everywhere All at Once” :
“Il mio viaggio è cominciato su una barca, ho passato un anno in un campo profughi e sono finito qui sul palco più importante di Hollywood. Dicono che le storie così sono solo per il cinema, ma sono storie reali, è questo il vero sogno americano […]. Non smettete mai di sognare”.