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Valérie Perrin al Salone del libro, “L’amicizia è un sentimento molto vicino all’amore”

Valérie Perrin a Torino spiega al pubblico il successo dei suoi romanzi e racconta come è nato il bestseller del momento "Tre", definito “un romanzo sulle buone e cattive scelte”.

Tre” di Valérie Perrin è sicuramente uno dei best seller del momento e, dopo il grande successo di “Cambiare l’acqua ai fiori“, l’autrice francese lo presenta al Salone del Libro di Torino, davanti a un pubblico folto ed entusiasta, come “un romanzo delle nostre vite, in cui si rivive l’infanzia e l’adolescenza, età delle promesse che facciamo a noi stessi e agli altri. Un romanzo insomma, sulle buone e cattive scelte”.

Valérie Perrin e l’importanza dell’amicizia

“E‘ stato importante parlare dell’ amicizia – continua l’autrice – un sentimento limitrofo all’amore: ci si tradisce, ci si lascia, ci si vuole bene, come succede anche in una relazione amorosa”. E, più che negli altri due romanzi, qui si tocca anche il tema del desiderio e dell’amore fisico, perché é impossibile parlare dell’adolescenza, senza parlare delle pulsioni, del desiderio e dell’erotismo connesse a quell’età. Ma Tre è soprattutto un romanzo di formazione, che segue le vicende di Nina, Étienne e Adrien da quando sono bambini fino all’età adulta e si muove su e giù dagli anni ’80 fino al 2017, con la grazia e la la leggerezza tipiche della scrittura di Valerie Perrin.

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Chi è Valérie Perrin, l’autrice francese del momento

Valérie Perrin è una delle autrici più lette e in voga nell’ultimo periodo: il suo bestseller “Cambiare l’acqua ai fiori” è ancora in classifica tra i libri più venduti

Il grande fil rouge del libro: l’abbandono

Il tema principale è quello dell’abbandono sia delle persone che degli animali. Mina, una dei protagonisti, lavora in un canile per cani abbandonati e alla fine del romanzo si scopre che nella vita della scrittrice ci sono anche molti cani da ringraziare. “Il tema dell’abbandono – spiega Valérie Perrin – accomuna i miei libri: anche Violette é stata abbandonata dalla madre dalla nascita e io sono attratta da queste figure”.

“Da tre anni sono la madrina di un rifugio per animali abbandonati in Borgogna. I rifugi sono microcosmi, dove si incontrano persone diverse. Ci sono quelli che abbandonano ma anche quelli che adottano, e i volontari di età e ambienti sociali o culturali diversi. Il nostro rifugio è piccolo e noi accogliamo soprattutto cani e gatti, qualche coniglio, qualche gallina, ma in Francia la gente abbandona anche gli animali di grossa taglia, i cavalli. Combatto per cercare di migliorare la situazione deli animali nelle fattorie, dove spesso vengono maltrattati. In Francia c’è un’associazione che si chiama L214, formata da persone che si fanno assumere nei mattatoi e da dentro denunciano i soprusi. Gli allevamenti intensivi sono una delle vergogne dell’umanità. Io ho deciso di abbracciare questa causa, ma non sono l’unica, in Francia ci sono molti artisti e scrittori che hanno deciso di sostenere questi movimenti e il partito animalista durante le elezioni europee. E’ fondamentale dare voce a chi non l’ha”.

L ‘abbandono degli animali da una parte, dall’altra l’abbandono da parte di famiglie in cui le madri sono – come dice Adrienne in Tre “strampalate, dure irresponsabili, capricciose, volubili”. Un guazzabuglio, insomma. “La vera mamma soprattutto – chiosa la scrittrice – non vuole essere perfetta”. Nulla di autobiografico in queste storie: “ho avuto una famiglia presente ed amorevole, ma c’è una parte di me che si stacca dal passato e guarda solo al futuro . E il messaggio della mia narrativa è proprio quello di approfittare dell’oggi prima che sia troppo tardi per rimpianti e recriminazioni”.

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“Tre”, Valérie Perrin torna con un romanzo sull’amicizia

“Tre” è il nuovo romanzo di Valérie Perrin, autrice del best seller “Cambiare l’acqua ai fiori”, uscito lo scorso mese

Il contrasto dialettico tra provincia e metropoli

“La provincia francese é lo sfondo ideale dei miei libri – dice Valerie Perrin – perché ci si conosce ed è molto forte l’idea di comunità felice e solidale. Ma stavolta volevo raccontare la storia di chi resta e chi parte, di chi sogna una vita diversa e chi è attaccato alle proprie radici. Quando ho lasciato la provincia io avevo 18 anni. Sono andata a vivere a Parigi, da sola. Mi sono ritrovata in una brutta periferia, abitavo in una casa piccola e scomoda. Ho fatto mille lavori, ho preso la metropolitana per la prima volta, ho sentito intorno a me il malessere dei provinciali, che lasciano gli affetti, gli amici, la famiglia. Mi interessava raccontare la fatica di quella vita e la violenza che nasconde”. Un tema poco trattato nella letteratura , quello del cambiamento e del passaggio da un ambiente protetto all’anonimato e alla freddezza della grande città.

La scrittura cinematografica di Valérie Perrin

Ed infine si parla del rapporto con il cinema: “I miei romanzi sono molto influenzati dalla mia esperienza di sceneggiatura con mio marito Claude Lelouche: anche se ho abbandonato questa collaborazione, continuo a scrivere pensando in termini di campo e di controcampo. La scena cerniera di quando i due amici si ritrovano in una birreria a Parigi é stata in qualche modo prima vista come film e poi scritta” . Un altro elemento cinematografico è la colonna sonora costituita dagli Indochine: “noi tutti – conclude la scrittrice francese – abbiamo una colonna sonora personale , qui però dovevo trovarne una anche collettiva che facesse da sfondo e che rimandasse agli anni ‘80 da Kurt Cobain agli Inxs. Gli Indochine sono invece la musica dei tre protagonisti che ascoltano tuttora”.

Alessandra Pavan

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