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Un posto dove andare, il nuovo romanzo di Maria Oruña

Durante un incontro organizzato da Ponte alle Grazie, Maria Oruña ci ha raccontato il dietro le quinte del romanzo “Un posto dove andare”.

Siamo stati invitati dalla casa editrice Ponte alle Grazie ad un aperitivo con la scrittrice spagnola Maria Oruña in occasione dell’uscita in Italia del libro “Un posto dove andare”, il terzo dei sei romanzi dedicati alle indagini di Valentina Redondo. 

Un posto dove andare, la trama

Sul sito di un’antica fortezza medievale viene ritrovato il cadavere di una giovane donna: dall’abbigliamento pare una principessa venuta dai secoli bui. Un caso che si presenta fin da subito complicato per la tenente Valentina Redondo, anche perché la «principessa» non mostra alcun segno di violenza e stringe fra le mani una moneta cinquecentesca…

Diventa difficile, stavolta, per la rigorosa Valentina e la sua squadra non smarrirsi nei meandri della Storia, quando una moneta del tutto simile viene ritrovata addosso a un uomo annegato in una vicina palude e la vita della stessa tenente viene scossa dall’improvvisa comparsa dell’ex fidanzata del «suo» Oliver, tornata dall’India imbottita di misticismo orientale e integralismo ambientalista.

Un racconto elaborato

“Un posto dove andare” è un intricato intreccio tra passato e presente che si snoda attraverso la quotidianità della tenente della Guardia Civil Valentina Redondo e del suo compagno Oliver Gordon, incrociando le vicende di personaggi appartenenti al mondo dell’archeologia, della geologia e della speleologia.

La narrazione non inciampa mai nella superficialità dei fatti raccontati. Ogni elemento scientifico è analizzato nei minimi dettagli, ogni luogo è descritto con incredibile verosimiglianza e ogni riferimento storico viene riportato fedelmente, a dimostrazione della minuziosa ricerca e del profondo studio eseguiti dall’autrice.

Quella raccontata da Maria Oruña in “Un posto dove andare” è una storia che si svolge attraverso spazi temporali e luoghi differenti, creando una trama complessa e articolata in grado, comunque, di catturare e mantenere l’attenzione del lettore in ogni momento. La narrazione, inoltre, segue tre filoni separati: in primo piano troviamo l’indagine della tenente Redondo che, insieme alla sua squadra, dovrà risolvere il mistero di due omicidi apparentemente collegati.

L’altro livello della narrazione viene occupato da Oliver, compagno di Valentina, alla ricerca del fratello misteriosamente scomparso anni prima. Infine troviamo il terzo filone che riguarda il rapporto tra i quattro studiosi coinvolti nella storia.

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Il modo di scrivere di Maria Oruña

Scrivere un libro per Maria Orunña rappresenta un’attività totalizzante. Ogni storia viene dettagliatamente studiata dall’autrice e successivamente strutturata in maniera quasi scientifica. La stesura in sé è “solo” la parte finale del lavoro.

“Impostare la storia di un libro in maniera così precisa e ordinata mi permette di non cadere in quello che è il terrore degli scrittori, ovvero il blocco davanti alla pagina bianca. Io so già cosa accadrà dopo, quale situazione deve essere raccontata, la storia c’è già, devo solo scriverla.”

All’interno del libro “Un posto dove andare” c’è una forte componente scientifica e una puntuale necessità descrittiva volta a raccontare i luoghi della vicenda, luoghi che l’autrice ha avuto modo di visitare e indagare personalmente. Il cuore di questo libro orbita attorno ad un gruppo di ricercatori e studiosi che svolgono un ruolo fondamentale.

“Ho scelto di immergere la storia in questo mondo perchè queste persone, gli archeologi, dedicano tutta la loro vita alla ricerca di quella che definiscono storia morta. Ho avuto modo di conoscere questi studiosi personalmente, di parlare con loro e chiedergli il perché di tutto questo lavoro e la risposta è stata “vogliamo studiare qualcosa che non è mai stato studiato prima e capire da dove veniamo”, credo che ciò sia incredibile.”

Alice Turiani

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