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“T’amo a tal punto da sopportarti”, racconto sul gatto

Leggi un racconto inviato da Mattia Vanfiori dedicato al gatto

Ecco un racconto dedicato al gatto scritto da Mattia Vanfiori, un nostro lettore che ha partecipato alla campagna #booksandpets.

“T’amo a tal punto da sopportarti”, dedicato al gatto

Ma cosa ha combinato quella sciocca? Ha di nuovo fatto cadere uno dei miei vasi di ceramica?!
Ah, Dio mi aiuti, quanta pazienza ci vuole! Quando cerco di rimproverarla, lei cosa fa? Si gira dall’altra parte, mostrandomi le spalle. Ah, quanto mi irrita!
Lo so, è il suo modo per dirmi “hai ragione, non litighiamo”. E a me resta la ragione e un altro vaso rotto!
Ah, quanta pazienza ci vuole con una monella del genere.

Ma cosa ha fatto quello sciocco? Mi ha di nuovo dato quello schifoso cibo in scatola con le verdure?! Ma come glielo devo far capire che le verdure mi fanno schifo?! Io voglio il pesce o la carne. La carne o il pesce. Quanto mi fa arrabbiare! Continua a dire “mangia, che ti fa bene”.
Poi non vuole farmi assaggiare mai il formaggio. Sa che adoro il parmigiano! Ma se provo a farmene dare un pezzettino, lui mi dice “No, piccolina, ti fa male il formaggio”. E intanto se ne mangia due etti proprio davanti a me!
Quanta pazienza ci vuole con un uomo del genere.

Si può sapere dove è andata a finire quella birbante? Devo sul serio mettermi a cercarla per tutta la casa? Inutile chiamarla. Più la chiamo, più lei si fa sorda! Santo Dio, mi farà impazzire. Ah! Eccola là, spaparanzata sul divano. Figurarsi che si scomoda a venire. Ah, di che mi lamento? Almeno è pulita.
Ripenso a quando la settimana scorsa, la sciocca è uscita in giardino e, poiché aveva appena smesso di piovere, il terreno era pieno di pozzanghere e ovviamente la monella si è sporcata tutta, è rientrata in casa e si è accomodata sul divano come se niente fosse!
Ah, gliele avrei date in testa con la scopa quel giorno!

Perché mi guarda così? Quanto è fastidioso, che pazienza che ho a sopportarlo!
Cosa crede? Che sia il suo cagnolino che gli corre incontro quando lo chiama? Gli è costato tanto venire lui da me? Ah, che uomo sciocco. Beh, almeno adesso emana un buon odore.
Ricordo ancora quando gli venne la malsana idea di cucinarsi la frittata con le cipolle. Oh Dio, l’alito gli è puzzato per settimane! Avrei tanto voluto trasferirmi da un’altra parte e tornare solo dopo che il nauseante odore si fosse dissolto nell’aria.
Sa che ho l’olfatto sensibile, quindi perché torturarmi così? Ah, l’avrei cacciato fuori di casa quel giorno!

Santo cielo, che stress. Io cerco di dormire e quella sciocca mi cammina sul letto! Perché non sta ferma? Perché non dorme? Tutta questa vivacità le viene solo quando è notte?!
Oh, ricordo quando era solo una neonata. Certamente molto più tranquilla, povero me! Se continua così, la soffoco con le coperte!

Per l’amor del cielo, vuole farmi diventare sorda? Come fa a tenere la tv a un volume così alto? Per di più guarda un Talent show musicale! Oh, grandioso, ora si è messo pure a cantare a squarciagola. È così pieno di sé che non si accorge di essere stonato come una campana!
Ah, quest’uomo mi romperà i timpani uno di questi giorni. Ed ecco che squilla il telefono e lui al solito non lo sente, tocca a me avvertirlo. Dovrebbe ringraziare il mio udito sopraffino.
Ah, cosa farebbe questo sciocco senza di me?

Ma cosa fa? Cosa combina? Cosa le salta in testa di uscire sotto la pioggia? Eccola che torna indietro tutta infreddolita e si mette vicino il termosifone, guardandomi con aria interrogativa. Stupida!
Crede forse che i termosifoni si accendano magicamente da soli? Ah, se non ci fossi io! Cosa farebbe questa sciocca senza di me?

Oh, mamma mia! Quanto mi ha fatto arrabbiare oggi questo sciocco! Non mi ha permesso di uscire perché fa freddo, mi ha di nuovo dato quella schifosa pappetta alle verdure che “mi fanno così bene” e ha continuato a guardare la tv ad alto volume per tutto il pomeriggio, mangiando parmigiano davanti a me! Ah, fortuna che non si è preparato per cena la nauseabonda frittata con la cipolla, sarebbe stata la ciliegina sulla torta!
A volte mi chiedo “perché non scappo?”. Sarebbe così facile, almeno non dovrei più sopportarlo. D’altra parte, dovrei pure rinunciare alle sue carezze e alle sue attenzioni. Non vivrei più in questa casa accogliente e addio il bel calduccio dei termosifoni. Del resto, quando dice che agisce pensando al mio bene, è sincero. Ogni volta che ci sono i fulmini in cielo, è bello averlo accanto e quando mi sento sola, sento il suo calore e divento felice. Anzi, ora mi siedo accanto a lui e poggio la testa sul suo petto. Qualche carezza gliela strappo di sicuro.
In fondo, pensandoci bene, non è così impossibile convivere con lui.

Dio Santo misericordioso! Quanto mi ha fatto disperare oggi questa sciocca! Mi si è seccata la gola stamattina a furia di chiamarla per farla rientrare in casa, col freddo che c’era fuori! E poi ha fatto di nuovo i capricci per mangiare. Dovrebbe esser grata per il fatto che non la lasci morire di fame! Quanta pazienza che ho! Se fossi stato un altro l’avrei da un pezzo abbandonata sulla strada! E ora che vuole, perché mi sta così addosso? Cosa crede? Di riuscire ad ammansirmi strusciandosi sul mio petto? Che dire, ci è riuscita!
È tutto inutile, per quanto mi sforzi, non riesco a restarle indifferente. Devo dire che senza di lei, mi sentirei solo. Riesce sempre a dimostrami il suo affetto a suo modo e ogni volta che mi sento giù, lei mi sta accanto e divento meno triste. Senza di lei, la mia vita sarebbe vuota.
Se devo essere veramente sincero, soffrirei nel non sentire più le sue fusa ad ogni mia carezza e, anche se con quelle unghiette finisce per rovinarmi il maglione, quando strofina il suo muso sul mio viso è la cosa più bella del mondo.
In fondo, pensandoci bene, non è così impossibile convivere con lei.

T’amo a tal punto da sopportarti umano mio/gattina mia.

di Mattia Vanfiori

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