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Sul Giornale, l’intervista a Giampaolo Pansa in occasione della riedizione de ”Il sangue dei vinti”

LA CRITICA QUOTIDIANA - Dalle pagine di Libero di oggi, Matteo Sacchi propone una interessante intervista al giornalista e scrittore Giampaolo Pansa in occasione della riedizione del romanzo storico ''Il sangue dei vinti'', uscito dieci anni fa tra numerose polemiche. Il saggio sarà ora in libreria con una nuova prefazione...

Il giornalista Matteo Sacchi ha intervistato il giornalista e scrittore Giampaolo Pansa in occasione della nuova edizione de “Il sangue dei vinti”, arricchito di una nuova prefazione

LA CRITICA QUOTIDIANA – Dalle pagine di Libero di oggi, Matteo Sacchi propone una interessante intervista al giornalista e scrittore Giampaolo Pansa in occasione della riedizione del romanzo storico “Il sangue dei vinti”, uscito dieci anni fa tra numerose polemiche. Il saggio sarà ora in libreria con una nuova prefazione.

IL SANGUE DEI VINTI – Esattamente dieci anni fa veniva pubblicato uno dei libri più controversi e criticati dell’ultimo periodo. Parliamo de “Il sangue dei vinti”, che riproponeva il tema delle uccisioni praticate dai partigiani durante la guerra civile. Si trattava di una visione della storia insolita e quasi inaccettabile: presentare i fatti non dal punto di vista dei cosiddetti vincitori, bensì da quello dei vinti. Il libro divenne immediatamente aggredito dai “guardiani della memoria partigiana”. Pansa spiega di aver accettato la proposta dell’editore di riproporre nelle librerie il suo romanzo solo dopo averlo riletto “Credo possa raccontare molto anche a questa Italia di oggi cosa sia stato quel conflitto civile che è durato sino al ‘48”.

LA STORIA DAL PUNTO DI VISTA DEI VINTI – Pansa spiega che il suo libro fece tanto scalpore al momento dell’uscita perché nessuno era abituato a leggere la storia dal punto di vista dei vinti. Si è trattato di sconvolgere totalmente un cliché consolidato, perché “Quella dei vincitori è una storia bugiarda”. Il ciclo di libri riguardante questo tema è iniziato con  la pubblicazione de “I figli dell’Aquila”, proseguito poi con “Sconosciuto 1945”, “La grande bugia” e “I gendarmi della memoria”. Il presentare la storia da un altro punto di vista sembra proprio essere una nuova forma di scrittura e di pensiero, che ha contagiato anche alcuni strenui oppositori di Pansa. Primo tra tutti, Sergio Luzzatto, che con la pubblicazione del suo “Partigia” ha scatenato gli stesi “gendarmi della memoria” che qualche anno prima si erano scagliati contro “Il sangue dei vinti”. Pansa ha affermato come Luzzatto abbia rivalutato i suoi lavori “Mi ha dato anche atto di aver scritto i miei libri con rispetto della verità”.

I LIBRI E LA POLITICA – Il punto di vista innovativo di Pansa è stato spesso interpretato come una subdola mossa politica.“Qualcuno arrivò a dire che avevo scritto ‘Il sangue dei vinti’ per compiacere Berlusconi che mi avrebbe ricompensato poi con la direzione del Corriere della Sera”. Lo scrittore ha tenuto a ribadire come dietro i suoi libri non vi sia nessuna mossa o influenza politica, e come lui stesso non abbia mai accettato nessun tipo di strumentalizzazione, nemmeno nella promozione, facendosi forte del fatto che i buoni libri si fanno strada da soli. Ed alla domanda conclusiva di Sacchi su quanti anni ci vorranno per arrivare ad un giudizio equo su questo controverso periodo della storia del nostro Paese, la risposta di Pansa non lascia adito a dubbi “Prima o poi succederà. La storia è una talpa che scava, prima o poi esce fuori”.

4 luglio 2013

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