Sei qui: Home » Libri » “Studio 54”, il libro per imparare che non è mai troppo tardi

“Studio 54”, il libro per imparare che non è mai troppo tardi

L'autrice Antonella Iadicicco in "Studio 54" si rivolge a chi non ha potuto esplorare a pieno i propri talenti durante l’età “giusta” secondo i dettami della società. Questo libro insegna che ci si può mettere in gioco ascoltando il proprio ritmo attraverso quel tempo che è diverso per ogni persona.

Laurearsi a cinquantaquattro anni. Prima della Pandemia da Covid-19, Antonella Iadicicco, la protagonista del libro “Studio 54“, ignora che sta per affrontare l’avventura più sorprendente della sua vita. Aver deciso di rimettersi in gioco, all’età di 51 anni, si rivelerà straordinario e inatteso.

Nulla come l’iscrizione alla facoltà di Scienze della Comunicazione avrebbe potuto rivelarsi più stimolante. Un’urgenza espressiva che può motivare a migliorarsi, attraverso la testimonianza delle parole.

“Le parole sono creature viventi che possono ferire, far gioire o lasciare indifferenti, a volte ispirare. Torniamo ad assaporarle, affinché la comunicazione possa essere pura”.

Studio 54

Sinossi del libro

“Studio 54. Laurearsi a cinquantaquattro anni” restituisce un affresco sul tema della “Comunicazione”, celebrando il percorso di studi e la Laurea con Lode conseguita all’età di cinquantaquattro anni. Un’opera di genere ibrido, tra saggio e memoir, fluido come la narrativa contemporanea vuole. Senza narcisismo esibitivo, l’autrice narra la linea temporale del percorso accademico attraverso pause ed ellissi temporali, affrontando la paura di una diagnosi importante.

Curiose coincidenze rendono il 4, giorno della discussione della tesi, un numero ridondante e magico, come la visita all’iconica sede della discoteca newyorkese, il 4 luglio 2023. Riflessioni su grandi autori della letteratura mondiale, da Beppe Fenoglio a John Steinbeck, comparati alla contemporaneità.

Incontri speciali, esperienze di viaggio, arte contemporanea e Semiotica. Sguardo critico sul Cinema, Serie Tv e Social Network. Una storia con la esse minuscola che va di pari passo a persone importanti (come Salman Rushdie e la Regina Elisabetta II), che hanno fatto la Storia con la esse maiuscola.

Intervista all’autrice

L’obiettivo della scrittrice è informare, emozionare, smuovere le coscienze, motivare soprattutto le persone che si sentono vicine a quelle circostanze. Restituire un affresco sul tema della comunicazione attraverso vicende personali e fatti importanti accaduti nel periodo analizzato. Uno di quei libri da leggere perché capaci di ispirare le persone. Ascoltiamo Antonella Iadicicco in questa intervista.

Come nasce l’idea di scrivere questo libro?

L’idea nasce da un’esigenza espressiva. Informare, emozionare il lettore, e poi smuovere le coscienze di chi desidera intraprendere un percorso di studi come crescita personale. Tante persone si sono laureate tardivamente, ma forse nessuno ha avuto l’idea di restituire con un libro l’esperienza di formazione, che per me è stata straordinaria. L’ho fatto attraverso un memoir, tra avvenimenti accaduti durante e dopo la Pandemia, e la mia storia personale.

Cosa spinge a intraprendere gli studi nonostante ci si sia comunque già affermati lavorativamente?

Ho pensato di trascorrere un periodo di crisi in modo costruttivo. Sono fautrice del pensiero evolutivo, additivo. Studiare per crescere e migliorarsi a tutte le età. Il percorso universitario mi ha dato gli strumenti di crescita che speravo, anche superando le aspettative. Ho avuto la fortuna di incontrare ottimi docenti, come la professoressa Anna Villari, mia relatrice e un vero e proprio faro, professionalmente e umanamente.

Il libro è incentrato sull’importanza di sapersi mettere in gioco, a prescindere dall’età. E’ facile o è difficile oggi farlo?

Oggi la società spinge l’individuo a uno sguardo superficiale, euristico. Siamo invasi da informazioni, vere o false, provenienti dal mondo infinito del web. Nella contemporaneità saltiamo da un ipertesto all’altro. È necessario mettersi in gioco, andare oltre la nostra confort-zone, per crescere e non regredire. Lo studio è ricerca, approfondimento e dedizione. Occorre servirsi degli strumenti tecnologici attuali per andare a fondo e sviluppare una coscienza critica. Questa è l’intenzione semantica del libro.

Quali sono le principali difficoltà affrontate?

Ho scritto il libro affrontando vari argomenti sul tema della Comunicazione e a livello personale. Adoro scrivere, restituendo ai lettori un’esperienza che può rispecchiare la loro. La difficoltà maggiore è quella di coinvolgerli, attraverso la scrittura, e renderli partecipi, attivi e sensibili alle storie narrate.

Con la sua storia e quelle raccontate nel libro, cosa vorreste insegnare ai lettori, soprattutto ai più giovani?

Attraverso la narrazione mi piacerebbe stimolare e motivare le persone che hanno un sogno nel cassetto, che, con rammarico, hanno messo da parte l’idea dell’auto realizzazione. Non esiste un’età “giusta” per intraprendere un percorso come quello universitario. Possiamo sempre incrementare la parte migliore di noi, attraverso l’apprendimento, per non piangersi addosso, e migliorare di conseguenza la società.

© Riproduzione Riservata