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Simonetta Agnello Hornby, “Mi sconvolge la violenza usata degli italiani nel corso della storia”

Al Salone del Libro di Torino Simonetta Agnello Hornby ha parlato del suo ultimo libro "Caffè Amaro". Scopriamo insieme i passi più interessanti dell'incontro

TORINO – “Ha un’incredibile energia vitale”, sono queste le parole che che il leggendario Andrea Camilleri ha usato per descrivere la scrittrice siciliana, che da poco ha ottenuto anche la cittadinanza inglese. Tutta questa energia la scrittrice l’ha dimostrata oggi, quando ha intrattenuto la folla tra battute e aneddoti, non solo sul suo libro “Caffè Amaro” , ma anche sulla sua vita. Alla fine la Hornby ha ascoltato anche le numerose domande dei fan che hanno prolungato l’incontro di diversi minuti rispetto alla durata prevista.

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CAFFE’ AMARO – Dai Fasci siciliani all’ascesa del fascismo, dalle leggi razziali alla Seconda guerra mondiale e agli spaventosi bombardamenti che sventrano Palermo, Simonetta Agnello Hornby insegue la protagonista del suo libro, Maria, trasformando la sua storia in un modo per raccontare quella della Sicilia e da lì quella dell’Italia. E l’autrice proprio dall’Italia e dagli italiani inizia il suo intervento: “Fa male leggere le parti del mio libro in cui parlo della storia d’Italia nella seconda guerra mondiale, di quello che siamo stati capaci di fare e mi riferiscono alle brutalità perpetrate in Etiopia”. Ma l’autrice non manca ovviamente di parlare della sua terra e non lo fa sempre in termini entusiastici: “La situazione in cui si è trovata la Sicilia e ciò che ha dovuto sopportare dall’Unità di Italia in poi non è colpa solo degli altri italiani, ma dei siciliani stessi. Ricordo ancora le violenze subite nelle miniere da molte persone a cui era stata tolta la dignità”.

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SULLA REALIZZAZIONE DEL LIBRO – “Il mio editor ha avuto tanta pazienza, ho cambiato idea diverse volte su come dovevano andare le cose, benché sapevo benissimo il destino che avrebbe dovuto avere Maria. All’inizio del libro ho già in mente la sua fine, da buon avvocato, infatti, so dove devo o voglio arrivare, quale sia l’obiettivo.” La Hornby tiene molto a spiegare ai suoi fan come sia nata la storia e come sia stata realizzata. “Scrivere un romanzo è molto difficile, un romanzo storico è ancora di più. Documentarsi su ciò che è accaduto nella storia è difficile, ma altrettanto stimolante e bello”.

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SULLA SUA VITA – Alla considerazione di una sua fan in mezzo al pubblico, visibilmente preoccupata per la salute della scrittrice che ha da poco dichiarato che per lei ora sarebbe il giusto momento per morire, la Hornby ha risposto sorridendo e confermando la sua dichiarazione: “Non capisco perché la morte sia un tabù per molti, tutti dobbiamo morire e lo sappiamo già nel momento in cui nasciamo. Questo sarebbe il momento perfetto per andarmene (ride), i miei figli sono grandi, ma non abbastanza da farmi sperare di vedere i pronipoti. I funerali sono più veri dei matrimoni”.

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IL FUTURO – La Hornby poi si concentra sul suo futuro: “Voglio che la decade dei 70 anni mi porti grandi soddisfazioni, mi sto liberando di tutti gli impegni, ma non per scrivere, non voglio impazzire. Vorrei fare tante cose, vorrei tornare a fare la pittrice e quindi a dipingere e vorrei anche imparare l’arabo anche se ormai  troppo tardi”. A chi le ha chiesto, invece, se cambi il suo modo di scrivere a seconda del luogo in cui è vissuta o dei momenti della vita ha risposto: “Mi sono sempre dovuta adattare alle situazioni della mia vita, ma questo non vuol dire che abbia cambiato il mio modo di scrivere.”

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