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Si è spenta Maya Angelou, la poetessa portavoce dei diritti delle donne e delle persone nere

La poetessa, attrice e ballerina statunitense Maya Angelou è stata trovata morta nella sua casa di Winston Salem in North Carolina. Lo riferiscono il suo agente e il sindaco della cittadina, Allen Joines...
Vittima di uno stupro all’età di 7 anni e delle discriminazioni razziali dovute al colore della sua pelle, la grande scrittrice americana Maya Angelou ha trovato la sua forza nella poesia, di cui ha fatto uno strumento d’affermazione della propria dignità
MILANO – La  poetessa, attrice e ballerina statunitense Maya Angelou è stata trovata morta nella sua casa di Winston Salem in North Carolina. Lo riferiscono il suo agente e il sindaco della cittadina, Allen Joines. Celeberrima in America ma poco nota in Italia, scompare così una delle prime scrittrici statunitensi di colore ad aver avuto successo.
“I rise / I rise / I rise” (“Mi rialzo / mi rialzo / mi rialzo”). Con questo grido – che è anche una dichiarazione di forza – si conclude “Still I Rise” una delle poesie più emblematiche di Maya Angelou. Donna di colore, vittima di discriminazioni razziali e di genere – all’età di 7 anni ha subito uno stupro –, si è fatta portavoce dei diritti della sua gente e delle donne, argomento di estrema attualità in questo periodo in cui il tema della violenza e del femminicidio si è finalmente imposto all’attenzione pubblica. 
Nata il 4 aprile 1928 a St.Louis in Arkansas, Marguerite Johnson, nome di battesimo di Maya Angelou, dopo il divorzio dei genitori visse con la nonna Annie insieme al fratello. Fu durante una visita a sua madre che venne stuprata dal compagno di lei, quando ancora era una bambina. Uno zio materno uccise l’uomo e Marguerite, venutolo a sapere, subì un ulteriore trauma, chiudendosi nel silenzio. Riuscì a superare la terribile ferita rifugiandosi nella poesia, leggendo Edgar Allan Poe, William Shakespeare e Paul Lawrence Dunbar, mettendosi a scrivere lei stessa.
Maya Angelou è nota soprattutto come autrice di autobiografie. La prima e più famosa è “I Know Why the Caged Bird Sings”, in cui lei racconta della sua infanzia e riflette su temi come l’identità, lo stupro, il razzismo e l’alfabetizzazione. Già all’epoca in cui scrisse il libro, uscito nel 1969, aveva pubblicato raccolte di poesie e si considerava una poeta, non un’autrice di prosa. L’opera nacque da una sfida lanciatale dal suo editor, Robert Loomis, e dall’amico James Baldwin. Che una donna nera raccontasse di sé in un suo libro rappresentò una vera e propria rivoluzione. 
In “Still I Rise” Maya Angelou parla della forza della gente di colore come lei, e allo stesso tempo la poesia suona come un manifesto dello spirito di questa donna, della sua capacità di rialzarsi sempre anche quando la vita picchia duro. La poesia fa parte e dà il titolo alla raccolta “And Still I Rise”, la terza pubblicata da Maya Angelou, uscita nel 1978 in un momento estremamente prolifico della sua vita, quando aveva già pubblicato, oltre a due raccolte poetiche, anche tre biografie. Aveva inoltre scritto articoli, racconti, sceneggiati tv, e nel 1977 aveva anche avuto un piccolo ruolo nella mini-serie americana “Roots”. La raccolta comprende 32 poesie in totale, divise in tre parti – “Touch Me, Life, Not Softly”, “Traveling” e “And Still I Rise”. Quelle della prima parte sono piene di gioia, un’affermazione della propria forza come donna e come amante – un tema assai caro a Maya Angelou, che traspare emblematicamente nella poesia “Phenomenal Woman”. Quelle della seconda parte sono un viaggio attraverso le difficoltà della vita, come l’abuso infantile, la dipendenza dalla droghe. Nella terza parte, che condivide il titolo della raccolta e si apre appunto con la poesia “Still I Rise”, si rinnova però lo spirito delle prime poesie, e qui Maya Angelou enfatizza la forza che ha sempre tratto da dentro di sé e dalla sua comunità.
   
STILL I RISE
 
You may write me down in history 
With your bitter, twisted lies, 
You may trod me in the very dirt
But still, like dust, I’ll rise.
(Puoi scrivermi in fondo alla Storia / Con le tue bugie amare, contorte, / Puoi gettarmi nel sudiciume e calpestarmi  /  Ma ancora, come polvere, mi rialzerò)
Does my sadness upset you?
Why are you beset with gloom?
‘Cause I walk like I’ve got oil wells
Pumping in my living room.
(La mia impertinenza ti turba? / Perché sei assalito dalla tristezza? / Perché cammino come se avessi pozzi di petrolio / che pompano nel mio soggiorno)
Just like moons and like suns,
With the certainty of tides,
Just like hopes springing high,
Still I’ll rise.
(Come le lune e come i soli, / con la certezza delle maree / come le speranze che si levano alte / ancora mi rialzerò)
Did you want to see me broken?
Bowed head and lowered eyes?
Shoulders falling down like teardrops.
Weakened by my soulful cries.
(Volevi vedermi spezzata? / Con la testa china e gli occhi bassi? / Le spalle curve e cascanti come lacrime. / Squassata da grida profonde)
Does my haughtiness offend you?
Don’t you take it awful hard
‘Cause I laugh like I’ve got gold mines
Diggin’ in my own back yard.
(La mia felicità ti offende? / Non la prendi terribilmente male / Perché rido come se avessi miniere d’oro / scavate nel mio cortile?)
You may shoot me with your words,
You may cut me with your eyes,
You may kill me with your hatefulness,
But still, like air, I’ll rise.
(Puoi spararmi con le tue parole, / Puoi trafiggermi con gli occhi, / Puoi uccidermi con il tuo odio, / Ma ancora, come aria, mi rialzerò)
Does my sexiness upset you?
Does it come as a surprise
That I dance like I’ve got diamonds
At the meeting of my thighs?
(La mia sensualità ti sconvolge? / Ti sorprende / che io danzi come se avessi diamanti / Tra le mie cosce?)
Out of the huts of history’s shame
I rise
Up from a past that’s rooted in pain
I rise
I’m a black ocean, leaping and wide,
Welling and swelling I bear in the tide.
Leaving behind nights of terror and fear
I rise
Into a daybreak that’s wondrously clear
I rise
Bringing the gifts that my ancestors gave,
I am the dream and the hope of the slave.
I rise
I rise
I rise.
(Fuori dalle capanne della vergogna della Storia / Io mi rialzo / Sopra un passato radicato nel dolore / mi rialzo / Sono un oceano nero, vasto e prorompente, / sgorgando e gonfiandomi, sopporto la marea. / Lasciandomi indietro notti di terrore e paura / mi rialzo / In un’alba meravigliosamente chiara / mi rialzo / Portando i doni che i miei avi che i miei antenati mi hanno tramandato / Sono il sogno e la speranza dello schiavo. Mi rialzo / Mi rialzo / Mi rialzo)

28 maggio 2014

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