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“Sfatiamo lo stereotipo che i calciatori non leggono”, parola del portiere Francesco Bardi

Il giovane calciatore, tra i testimonial della campagna #ioleggoperché, prova a sfatare una delle etichette affibbiate a diversi suoi colleghi calciatori: quella di non leggere abbastanza

MILANO – I calciatori? Non solo appassionati di Playstation e “veline”, ma anche amanti dei libri e lettori durante i ritiri e le lunghe trasferte stagionali. E’ quanto affermato da Francesco Bardi, portiere del Frosinone e tra i testimonial di #ioleggoperché, l’iniziativa nazionale di promozione della lettura organizzata dall’Associazione Italiana Editori, fondata sulla passione dei lettori di ogni età ed estrazione. Il giovane calciatore è tra i testimonial della campagna e, in questa intervista, prova a sfatare una delle etichette affibbiate a diversi suoi colleghi calciatori: quella di non leggere abbastanza.

 

Come nasce la tua passione per i libri e la lettura?

L’abitudine alla lettura è iniziata, come avviene per tanti altri ragazzi, durante il periodo della scuola. Da li, ho sempre cercato di coltivare questa passione, fino agli ultimi anni di studio, in cui mi sono dedicato alla lettura di biografie. Ritengo sia interessante leggere storie di grandi personaggi, specialmente dello sport. Leggere mi rilassa molto.

 

A proposito di biografie, qual è quella a cui tieni particolarmente?

Ho letto “Numero 1“, il libro di Gianluigi Buffon e mi ha colpito tanto, sia per il ruolo in comune che abbiamo, sia per l’esempio di persona e di campione che il portiere della Nazionale italiana di calcio rappresenta. Conoscere la sua vita mi ha insegnato tanto. Oltre al calcio, mi piace seguire molto il tennis: anche per questo, ho anche letto ultimamente “Open” di André Agassi.

 

Spesso si afferma che ai calciatori non piace leggere e che il mondo dello sport e della cultura siano diametralmente opposti. Possiamo sfatare questo tabù?

Assolutamente. Frequento dei colleghi calciatori che leggono molto. Specialmente durante le trasferte ed in ritiro, spesso portiamo con noi dei libri da leggere. Il mio collega calciatore Ariaudo, ad esempio, in questi giorni sta leggendo “Inferno“, libro al quale è ispirato l’omonimo film in questi giorni al cinema. Durante la mia permanenza in Spagna, lo scorso anno, mi sarebbe piaciuto leggere qualche libro spagnolo, ma era ancora presto e non avevo ancora imparato bene la lingua.

 

Sei tra i testimonial di #ioleggoperché: cosa significa per te promuovere la lettura?

Spero di essere per i più giovani un esempio: la lettura ti da molto, amplia la tua cultura personale, ti fa capire tante cose e ti fa comprendere meglio ciò che sta accadendo nel mondo. Leggere, inoltre, aiuta a formare la propria cultura personale.

 

Ti chiediamo, infine, di invitare i tuoi tifosi ed in generale tutti gli appassionati di calcio a lanciare un invito a leggere.

Leggere è importante perché ti amplia la mente, ti aiuta ad apprendere sempre cose nuove, che dev essere la base della propria vita e del proprio percorso di crescita. Grazie alla lettura, ogni giorno si imparano cose nuove. Leggere, inoltre, è un’attività rilassante, che ti isola per un attimo dal mondo e dalle preoccupazioni quotidiane.

 

 

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