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Il segreto degli audiolibri? Avere la giusta voce narrante

John Schwartz sul New York Times parla dell’importanza del performer negli audiolibri. Una bella voce può rendere interessante anche il libro peggiore, mentre se chi legge per voi non è convincente… meglio tornare al cartaceo e fare da sé

Il performer, nel mondo degli audiolibri, fa tutta la differenza del mondo. Quando si diventa degli appassionati del genere, si inizia a fare anche molta attenzione alla persona che legge per noi. Un buon narratore può rendere fantastico un testo già buono e migliorare una storia non troppo convincente. Un bravo narratore può alleggerire per chi ascolta le parti più noiose e mettere in evidenza dettagli che da soli non avremmo notato. Un narratore mediocre? Dopo poco tempo smetti di ascoltarlo. E se il libro proprio devi leggerlo… lo fai da solo tornando al cartaceo.

È questa, in sintesi, l’idea dietro l’articolo di John Schwartz sul sito del New York Times. Gli audiolibri non sono semplicemente le parole che l’autore ha scritto. Il performer gioca un ruolo importante, arricchisce la storie e in un certo senso crea un prodotto diverso dal romanzo cartaceo. Ci avevate mai pensato? Il libro che ascoltate ha qualcosa in più di quello che leggete. C’è una voce, che può spingervi a proseguire l’ascolto e affascinarvi oppure può rendere noioso e persino brutto il miglior testo, letterariamente parlando, del mondo.

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SIMON VANCE, BRITISH STYLE

AudioFile magazine lo chiama “l’inglese dalla magnifica voce e dalla capacità innata per le caratterizzazioni”. Il timbro della voce è molto importante, per un performer di audiolibri. Allo stesso tempo, conta la capacità di colorare i diversi personaggi, di dare a ognuno uno stile riconoscibile. L’ascoltatore deve essere trasportato all’interno della storia, solo ascoltando deve dipingere un quadro.

SONIA MORENO

Quello che rende speciale Sonia Moreno, invece, è secondo Justice Sotomayor, l’autore di uno degli audiolibri che ha letto, “il sapermi ascoltare, capire e dopo far danzare le mie parole con la sua voce”. Tra le difficoltà del mestiere di performer c’è quella di dover pronunciare termini di gerghi o linguaggi specialistici. Come si dice “voir dire”? Usando la pronuncia alla francese, senza dire la prima erre, oppure seguendo alcuni dizionari che consigliano di pronunciare tutto? In questi casi spetto a chi legge scegliere la propria strada e dopo restarvi fedele.

JOHN BENJAMIN HICKEY E IL ROMANZO DI IRVING

Sorprendente è anche il modo di interpretare in formato audiolibro “In una sola persona”, romanzo di formazione di John Irving, da parte di Hickey. La sua tecnica non consiste tanto nell’inventare voci diverse per personaggi diversi, quanto nel variare leggermente il tono e l’accento così da rendere riconoscibili una dozzina di personaggi.

PERFORMER NON FAMOSI

Ma se attori affermati possono rivelarsi delle delusioni come performer di audiolibri, persone non famose o alle prime armi possono nascondere grandi sorprese. È il caso di Andrew Solomon in “Lontano dall’albero”. La sua pronuncia non è perfetta, qualche volta gli trema la voce, ma non è possibile immaginare una persona più adatta di lui a dare vita a quella specifica storia. Non si tratta sempre e solo di abilità. Spesso serve una persona con un certo vissuto per rendere al meglio un libro. E l’ascoltatore guarda oltre agli errori e ai tremolii.

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