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Samantha Cristoforetti: “L’isolamento è un’esperienza da astronauti”

A inaugurare la seconda giornata del Salone del Libro EXTRA è Samantha Cristoforetti, astronauta e prima donna italiana negli equipaggi dell'Agenzia Spaziale Europea

A inaugurare la seconda giornata del Salone del Libro EXTRA è Samantha Cristoforetti, astronauta e prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea. In dialogo con la scrittrice Valeria Parrella, Samantha Cristoforetti ci accompagna in un viaggio incredibile nello spazio, dove ha trascorso ben 199 giorni, 16 ore e 42 minuti. Da lassù il punto di vista cambia, le coordinate si rimescolano, la differenza tra vicino e lontano si ridisegna. Samantha Cristoforetti, autrice di Diario di un’apprendista astronauta (La nave di Teseo), riporta sulla terra domande e risposte dallo spazio.

Che cosa ti insegna la vita nello spazio

“Per me è stato cercare la chiave di volta di un progetto di vita, dare un senso a ritroso a quello che avevo fatto nella mia vita”. Inizia così il racconto di Samantha Cristoforetti. “La vita nello spazio ti insegna l’essenzialità, dove ti svesti di tante cose essenziali, anche delle tue questioni personali. In quel momento non sei soltanto Samantha, sei prima di tutto un’astronauta, rappresenti l’umanità e porti avanti qualcosa di molto più grande di te”.

Il dialogo continuo fra vicinanza e lontananza

Quando sei nello spazio, è un continuo dialogo fra senso di vicinanza e lontananza, racconta Samantha Cristoforetti. “Nello spazio non sei davvero lontano, alla fine sei a 400 km di quota. Mi sono, ad esempio, avvicinata alla Nuova Zelanda, più di quanto non lo fossi mai stata. Ma, allo stesso tempo,  hai anche una sensazione di lontananza, perché sei in un luogo inaccessibile. E poi c’è la velocità che ti dà il senso della distanza, perché tutto scorre in modo estremamente velocemente. Quando sei in orbita, ogni 90 minuti c’è un alba o un tramonto. Sembra di poter abbracciare il mondo”.

Contemplare il mondo dallo spazio

Una delle cose più emozionanti che Samantha Cristoforetti racconta del suo viaggio nello spazio è l’esperienza di sorvolare le acque. “Sorvolare gli oceani ti dà un grandissimo senso di pace, perché dall’alto il mare ti sembra sempre placido, eterno, tranquillo. Per non parlare di quando la luna piena si riflette di notte sugli oceani. Quel gioco di luci e riflessi è davvero struggente”. E delle terre emerse cosa si coglie dallo spazio? “Nella Terra, invece, vedi i segni della sua storia, le ferite, i tagli delle placche. Osservare i segni e le cicatrici della terra ti dà un senso di compressione del tempo storico, perché ti rendi conto di quanto sia infinitamente piccola la storia umana al cospetto della storia del Pianeta”. 

Come la pandemia ci sta cambiando

“Non torneremo più quelli di prima”, continua Samantha Cristoforetti. “Ogni volta che si fa un viaggio e si ritorna, si torna cambiati. Tutti quanti abbiamo fatto un po’ un’esperienza da astronauti in questo ultimo periodo e, da viaggiatori, torneremo in un mondo cambiato”.

 

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