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Riapertura librerie, l’opinione di giornalisti e critici letterari

Il nuovo decreto legge del presidente Conte dovrebbe prevedere dal 14 aprile la riapertura di librerie. Sono intervenuti in merito giornalisti, addetti ai lavori e critici letterari

E’ molto acceso, già da qualche giorno, il dibattito legato alla possibile riapertura delle librerie. Il nuovo decreto legge del presidente Conte dovrebbe prevedere dal 14 aprile la riapertura di librerie, cartolerie e altre attività. Il libro è un bene di prima necessità? E’ giusto che le librerie siano tra le prime attività a riaprire nei prossimi giorni? Sulla questione sono intervenuti già diversi giornalisti e addetti ai lavori.

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Firmato in serata il nuovo decreto legge dal presidente Conte: dal 14 aprile librerie, cartolerie e altre attività riaprono

L’opinione di Ernesto Ferrero

Ieri, sulle pagine de La Stampa, il direttore della Fiera del Libro di Torino Ernesto Ferrero aveva chiesto al governo di tornare sui suoi passi e di aprire le librerie, i musei e le biblioteche, con tutte le cautele dell’emergenza. “Sarebbe stato importante, anzi essenziale, che all’atto di imporre quello che nel nostro provincialismo chiamiamo lockdown, il governo italiano avesse incluso nell’elenco delle attività essenziali musei, biblioteche e librerie.” Ciò, precisa Ferrero, con le stesse regole che disciplinano l’accesso ai supermercati e alle tabaccherie: contingentamento, distanze, divieto di assembramento, vigilanza rigorosa.

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Il parere di Paolo Di Stefano

“Fase 2? Apriamo subito le librerie” scrive oggi sul Corriere della Sera Paolo Di Stefano. Il giornalista cita nell’articolo l’incredulità di un amico tedesco al fatto che in Italia le librerie siano chiuse. In Germania, invece le librerie, con le farmacie e i negozi alimentari, sono tra gli esercizi commerciali rimasti accessibili. “Certo, è vero che nel suo Paese, come in Francia, si legge molto molto più che da noi, dunque le librerie aperte vanno incontro a delle esigenze quotidiane del cittadino – fa notare Di Stefano – come si trattasse di pane e di medicinali.” Secondo il giornalista, la “resilienza” dovrebbe favorire una idea di mondo riveduta e corretta, “dove la cultura, la lettura, la bellezza, la formazione vengano sentite come fondamenti del Paese.” L’invito rivolto al governo è, quindi, quello di “stupire e dire agli italiani quali sono le cose che dovrebbero contare.”

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La lettera a Mattarella di Gianluca Barbera

Su  il Giornale, il dibattito sulla riapertura delle librerie era iniziato già domenica scorsa, con l’articolo di Luigi Mascheroni che titolava “Chiudersi in casa riaprendo le librerie”. Nel suo articolo, Mascheroni sottolineava la necessità del libro di “avere un luogo specifico, di un incontro e di una scelta casuale, cioè la libreria reale. Il dibattito prosegue con l’appello dello scrittore ed editore Gianluca Barbera rivolto al Capo dello Stato Mattarella. “Non le chiedo perciò di far ripartire l’intera filiera del libro già domani – si legge nella lettera – le chiedo soltanto di adoperarsi affinché al momento della ripartenza il libro e tutti i luoghi della cultura siano messi in cima, posti tra le priorità, per il bene di tutti. Le saremo tutti immensamente grati per quello che vorrà fare al riguardo.”

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