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“Respirare” di Sadiq Khan, il saggio del sindaco di Londra per combattere la crisi ambientale

“Respirare” è il saggio autobiografico con cui l’attuale sindaco di Londra condivide con i lettori di tutto il mondo soluzioni concrete contro la crisi ambientale

Mentre Sadiq Khan tagliava il traguardo della sua prima Maratona di Londra – corsa nel tempo di 4 ore e 19 minuti: non male per un neofita della disciplina – difficilmente avrebbe potuto immaginare di avere appena cominciato un viaggio che lo avrebbe portato a diventare una delle figure più influenti al mondo nella lotta per l’ambiente e contro il cambiamento climatico. Quarantatré anni, nato e cresciuto nel quartiere operaio di Tooting, felicemente sposato con Saadiya e padre di due figlie, Khan iniziava a preparare la sua “campagna di Londra” per emergere come candidato laburista in vista delle elezioni locali del 2016.

“Respirare”, il saggio autobiografico di Sadiq Khan

Nonostante il suo passato come avvocato per i diritti umani, la causa ambientale gli sembrava un qualcosa di lontano, non certo l’epicentro di una battaglia politica o esistenziale. Eppure è proprio questa battaglia che racconta “Respirare”, il saggio autobiografico (portato in Italia da Egea, casa editrice dell’Università Bocconi) con cui l’attuale sindaco della City ripercorre da un lato la sua trasformazione personale, “da conducente di Land Rover a evangelizzatore delle bici elettriche”, e dall’altro quella di una Londra diventata nel 2019 la prima “Città parco nazionale al mondo”.

Cos’è cambiato, nel frattempo? È stata, in fondo, una questione di respiri. Quello di Sadiq, dopo la maratona del 2014, è diventato affannoso, spesso accompagnato da colpi di tosse, tanto da portarlo – nonostante le prime reticenze – a consultare un medico per poi scoprire di soffrire di un’asma dell’adulto risultata riconducibile proprio all’aria inquinata respirata nella City.

“Dopo la visita medica”, scrive Khan, “ho cominciato a notare le auto ferme davanti alle scuole e i gas di scarico che fuoriuscivano dai veicoli bloccati nel traffico – e gli incendi che avevano cominciato a divampare in Europa a causa dell’aumento delle temperature. I problemi ambientali non stavano causando solo problemi «remoti»: mi avevano appena provocato l’asma, qui a Londra. E non era solo una crisi climatica, ma una crisi sanitaria”.

L’impegno contro l’inquinamento atmosferico

Da allora, Khan è diventato un fervido sostenitore della lotta contro l’inquinamento atmosferico e i suoi effetti più gravi. Quelli sul cambiamento climatico, certo, ma ancora prima sulla salute dei suoi concittadini. La storia della piccola Ella, che ha perso la vita a nove anni per un’asma provocata dalla sua esposizione all’atmosfera tossica della periferia sud di Londra, e la battaglia di sua madre, Rosamund Kissi-Debrah, hanno segnato il punto di non ritorno che ha portato Khan a perseguire con una determinazione incrollabile una strada fatta di misure talvolta controverse, ma dall’impatto innegabile.

La capitale britannica ha introdotto la prima Ultra Low Emission Zone (o ULEZ: una zona a emissioni ultra-basse, in cui chi guida i veicoli più inquinanti deve pagare una tassa) del mondo che ha quasi dimezzato l’inquinamento atmosferico tossico del centro. Dall’elezione di Khan nel 2016 la città ha visto una riduzione del 94% del numero di persone che vivono in aree con livelli illegali di biossido di azoto. Durante il suo mandato sono stati piantati 440.000 alberi e quintuplicate le piste ciclabili ed è stata implementata la più grande flotta di autobus a emissioni zero d’Europa.

Soluzioni concrete contro la crisi ambientale

“Respirare” ripercorre questo viaggio attraverso i sette ostacoli che le città devono superare per affrontare con successo la questione ambientale. Lo fa con un racconto autobiografico in cui la politica passa spesso in secondo piano rispetto a episodi personali talvolta toccanti, talvolta perfino surreali – memorabile il faccia a faccia con gli attivisti Extinction Rebellion, pronti a “incollarsi a tutto” pur di fare sentire la propria voce – che si alternano in una narrazione vivace e punteggiata di un’ironia tipicamente inglese.

Il messaggio politico di Khan, comunque, arriva forte e chiaro. Attraverso la sua storia, infatti, il sindaco di Londra condivide con i lettori di tutto il mondo soluzioni concrete contro la crisi ambientale – dal fare della giustizia sociale il perno delle politiche verdi, fino a dimostrare con prove tangibili che la crisi climatica è anche una crisi sanitaria – ma soprattutto un segnale di speranza e un invito all’azione.
Perché “la lotta per un’azione climatica decisiva è una lotta che cittadini, attivisti e politici impegnati possono vincere. E una volta che l’avremo vinta, potremo cominciare a migliorare le cose”.

 

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