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La fattoria degli animali, il capolavoro in cui Orwell smaschera gli ideali utopici della Rivoluzione Russa

Uguaglianza, L'apoteosi dell'utopia! 'Gli animali da fuori guardavano il maiale e poi l'uomo, poi l'uomo e ancora il maiale: ma era ormai impossibile dire chi era l'uno e chi l'altro.' 'La fattoria degli animali' fu concepita per la prima volta nel 1937...

Uguaglianza, L’apoteosi dell’utopia! ‘Gli animali da fuori guardavano il maiale e poi l’uomo, poi l’uomo e ancora il maiale: ma era ormai impossibile dire chi era l’uno e chi l’altro.’ ‘La fattoria degli animali‘ fu concepita per la prima volta nel 1937 durante la permanenza di Orwell in Spagna, tuttavia l’autore, a causa della forte irriverenza che il testo presenta nei confronti dell’ Unione Sovietica, fu costretto a pubblicare l’opera soltanto nel 1945, alla fine del conflitto. ‘Animal farm’, titolo originale, può essere equiparata alle favole di Esopo e Fedro, in cui i protagonisti sono gli animali e come in queste favole, ogni evento, ogni personaggio è simbolo di una realtà.

 

Come tutte le favole, anche questo romanzo-favola ne presenta una. Gli animali di una fattoria si ribellano alla tirannia umana e instaurano una società di eguali. Ben presto, però, i maiali, più intelligenti e ricchi di qualità organizzative, assumono il controllo della situazione. In apparenza lavorano per il bene comune, ma in realtà cercano soltanto di mantenere il potere animati da cupidigia ed egoismo. Napoleone, il maiale che ha assunto la guida della fattoria, diviene sempre più simile agli uomini grazie a una massiccia operazione di disinformazione a danno degli altri animali, che ricevono le stesse privazioni e maltrattamenti di prima. Il libro si chiude con i maiali ormai indistinti dagli uomini e con i sette princìpi che avevano ispirato la rivoluzione, ridotti a uno solo: ‘Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri’.

 

Attraverso un registro satirico, Orwell ci offre una panoramica su quelli che erano gli ideali utopici della Rivoluzione Russa, basati sul marxismo e quindi su un sogno di uguaglianza. Ma, in generale, essa può essere letta come allegoria di tutte le rivoluzioni, che trasformandosi in un regime, vengono alla fine tradite; infatti niente e nessuno può saziare l’ ‘uomo’ dal potere. Di qui capiamo la morale dell’ opera, molto chiara e diretta: La sete di potere impedisce la creazione di un mondo paragonabile al locus amoenus dell’ antichità classica. Quello che mi ha colpito del romanzo, oltre all’originalità, allo stile fluido e lineare, è il tema dell’ educazione; in quanto gli animali credono ciecamente alla propaganda perché incapaci di filtrare le informazioni che vengono loro propugnate dal regime. L’ignoranza è dunque un’arma preziosa nelle mani di qualsiasi dittatore, in quanto permette di far credere al popolo ciò che si ritiene più utile. Dunque si manipolano informazioni, rovesciando la verità, sfruttando la via della convenienza. Buona Lettura!

Maria Giovanna Delle Vergini

 

7 gennaio 2015

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