“Il bordo vertiginoso delle cose” di Gianrico Carofiglio. Rizzoli Eccoci qua, ancora una volta, con questo autore a riconoscerci, chi più chi meno, in una storia, in un personaggio. Quale maggiore pregio per uno scrittore! Prosa lineare, diretta, semplice. Niente sotterfugi linguistici, niente metafore o voli pindarici. La verità è raccontata in maniera esplicita, senza scuse e scusanti, ma con una certa tristezza interiore, una serietà adulta e una consapevolezza ferma che gli eventi sono, sono stati e, nei loro effetti, saranno. L’assoluto del divenire sta sempre su una linea di confine. Questa è la storia autobiografica della crescita esistenziale di un giovane studente pugliese che rivive nel ricordo di se stesso ormai adulto, con i pro e i contro di tutte le età e di tutte le persone. Una vicenda che, se collocata fuori dallo specifico del soggetto, la si può adeguare a molti, moltissimi di noi. Consigliato a chi guarda la vita in maniera diretta, a chi ama leggere il vero di un’esperienza umana e al tempo stesso percepirne una certa evanescenza triste. Insomma la vita è e non è, ma comunque la viviamo ed è prezioso rendersene conto leggendo un libro.
Fiorenza Biloghi