Sei qui: Home » Libri » Quando un tatuaggio diventa un’opera d’arte per difendere la propria femminilità

Quando un tatuaggio diventa un’opera d’arte per difendere la propria femminilità

Alcuni giorni fa ho dedicato questo spazio al mio disappunto rispetto alla iniziativa di alcune donne di farsi fotografare nude, immediatamente dopo il parto, allo scopo di affermare la loro femminilità...

Alcuni giorni fa ho dedicato un post al mio disappunto rispetto alla iniziativa di alcune donne di farsi fotografare nude, immediatamente dopo il parto, allo scopo di affermare la loro femminilità.

Mi sono dichiarata contro l’ostentazione dell’immagine a tutti i costi, perché non condivido che sia questo il modo per recuperare la fiducia in se stesse. Ieri, invece, ho letto qualcosa che mi va di sostenere in pieno.

Si tratta dell’idea di cinque tatuatrici canadesi, le quali hanno creato Henna Heals, un’associazione che realizza meravigliosi tattoo all’henné sulla testa delle pazienti che lottano per sconfiggere il cancro.

L’obiettivo è “renderle bellissime” e a tal fine: fiori, messaggi di speranza, simboli prendono il posto della chioma e ridanno loro il sorriso. Questa sì che è un’iniziativa che nulla ha a che fare con l’ostentazione.

In tale idea io vedo solidarietà, partecipazione. Speranza. La perdita dei capelli a causa della chemioterapia ha un impatto devastante sull’emotività di una donna ammalata.

Attraverso questi tatuaggi-opere d’arte può spuntare un sorriso. Quanto può essere necessario un sorriso? Infinitamente.

Per le donne e con le donne.

Sempre.

Vittoria Coppola

14 maggio 2014
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione Riservata