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Quali libri lasciamo a metà e perché, Goodreads dà la parola alla critica dei lettori

Un'interessante indagine è stata condotta da Goodreads, il social network interamente dedicato ai libri, che ha domandato ai suoi milioni di utenti quali libri non hanno finito di leggere, perché e a che punto li hanno abbandonati. La cosa ha incuriosito anche Luigi Mascheroni, che ne ha parlato su il Giornale...
Su il Giornale, Luigi Mascheroni riprende e commenta l’indagine condotta dal celebre social network tra i suoi utenti sulle letture più frequentemente abbandonate prima di arrivare alla fine. J.K. Rowling, E.L. James e Larsson sono gli autori più acquistati ma meno letti

MILANO – Un’interessante indagine è stata condotta da Goodreads, il social network interamente dedicato ai libri, che ha domandato ai suoi milioni di utenti quali libri non hanno finito di leggere, perché e a che punto li hanno abbandonati. La cosa ha incuriosito anche Luigi Mascheroni, che ne ha parlato su il Giornale, riportando le top five dei best seller e dei classici più frequentemente abbandonati, commentando i dati emersi dalle risposte dei lettori.

IL DIRITTO DEL LETTORE – Innanzi tutto, scrive Mascheroni, “scegliere i libri è un’arte, finirli un optional”. Anche Pennac, cita il giornalista, “metteva ai primi tre posti del suo decalogo dei ‘Diritti imprescrittibili del lettore’ quello di non leggere, di saltare le pagine e di non finire il libro”. E da parte nostra, avevamo già affermato in un nostro precedente articolo – in cui parlavamo appunto del senso di colpa che si prova quando si abbandona un libro – il diritto a scegliere del lettore.

LA TOP FIVE DEI BEST SELLER MENO LETTI – Fatta questa premessa, passiamo alla scoperta dei cinque best seller più frequentemente abbandonati dagli utenti di Goodreads – un campionario enorme se si pensa che il social network ha “16 milioni di iscritti, 28 milioni di visite indipendenti al mese, 23 milioni di recensioni. Al primo posto, troviamo “Il seggio vacante” di J.K. Rowling, abbandonato dai lettori perché nutrivano “aspettative differenti” – un lettore commenta: “tutt’altra cosa rispetto alla serie di Harry Potter”. In seconda posizione, ebbene sì, le “Cinquanta sfumature di Grigio” di E.L. James, definito un libro “non per tutti” – “Sono imbarazzato per tutti noi”, scrive caustico un utente. Terzo “Mangia, prega, ama” di Elizabeth Gilbert, definito “controverso” – “la protagonista è piagnucolosa e narcisista”, scrive qualcuno. Quarto “Uomini che odiano le donne” di Stieg Larsson, abbandonato perché “è difficile entrare nella storia”, sentirsi catturati, e quinto “Strega. Cronache dal Regno di Oz in rivolta” di Gregory Maguire (in lingua originale “Wicked”), reso famoso dal musical di Broadway da questo tratto, ma non giudicato allo stesso livello del musical.

LA TOP FIVE DEI CLASSICI MENO LETTI – Viene poi la top five dei classici meno letti. Qui è “Comma 22” di Joseph Heller a piazzarsi al primo posto, seguito da “Il Signore degli Anelli” di Tolkien – un libro “colossale in tutti i sensi”, scrive Mascheroni, e aggiunge: “in effetti è un tomo di 1300-1400 pagine, e a quel punto si vede il film di Peter Jackson ed è fatta”. Terzo l’“Ulisse” di Joyce – “ovviamente” –, quarto “Moby Dick” – “incredibilmente” –, e quinto “La rivolta di Atlante” di Ayn Rand – “uno dei romanzi più lunghi mai scritti, assieme – guarda caso – a l’‘Ulisse’ e ‘Il Signore degli Anelli’. Leggere, come è noto, stanca”.

IL PUNTO DI NON RITORNO
– Quanto al “punto di non ritorno”, cioè la ragione per cui si decide categoricamente di mettere da parte un libro prima di averlo finito, per la maggior parte della persone (46,4%) è il fatto sia “lento, noioso”. Le altre motivazioni: è “scritto male” (18,8%), è “estremamente stupido” (8,8%), ha “una trama ridicola o inesistente” (8,5%), “non mi piace il protagonista” (4,9%),  è “inappropriato, mi fa sentire a disagio” (3,8%), “l’autore è impegnato in qualcosa che odio” (3,2%), ha “un brutto editing” (2,7%), è “immorale” (0,5%). Per il 2,5% la scelta dipende invece da una combinazione di queste ragioni.

COSA APPASSIONA IN UN LIBRO
– Altro aspetto emerso dall’indagine, su cui Mascheroni non si sofferma ma è a nostro avviso  interessante, sono invece le caratteristiche che in un libro catturano il lettore e lo avvincono alla lettura. “Come regola generale, mi piace portare a termine le cose”, dicono il 36, 6% degli utenti, confermando quanto era emerso nel nostro precedente articolo, cui facevamo riferimento più sopra – lo psicologo spiegava che lasciare qualcosa di incompiuto va contro la nostra costituzione psciologica. “Devo sapere cosa succede”, scrive il 25,2% dei lettori: la cosa che cattura, insomma, è la trama. Per il 13,4% dei lettori, andare avanti a leggere un libro è “un abitudine compulsiva”, e il 7,4% dichiara “è come con i film: devo guardarli fino alla fine, non importa quanto insulsi possano essere”. Il 3,2% non giudica un libro prima di averlo finito, il 2,6% è spinto ad andare avanti se un libro fa parte di una serie cui è appassionato e il 2,3% è “in genere piacevolmente sorpreso da come l’autore sappia condurre tutta la materia narrativa a una conclusione”.

A CHE PUNTO SI ABBANDONA UN LIBRO – Infine, resta da rispondere alla domanda “quando si abbandona un libro?”. Il 15,8% lo fa entro le 50 pagine, il 27,9% fra le 50 e le 100 pagine – a questo proposito qualcuno scrive, e Mascheroni la cita come “una splendida regola d’oro”: “il punto giusto per abbandonare un libro è 100 pagine meno la propria età”. Il 7,6% arriva fino a pagina 100 e il 10,6% va oltre pagina 100. Ben il 38% dei lettori però, cioè la maggioranza, “una volta iniziato, finisce il libro sempre e comunque, anche se non ce la fa più. Dimostrando così”, conclude Mascheroni, “di essere, più che un eroe, un martire. Della letteratura”. Evidentemente molti lettori non sono ancora consapevoli del proprio diritto fondamentale alla libertà.

11 luglio 2013

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