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“Quaderno proibito”, il capolavoro di Alba De Céspedes diventa un caso editoriale

Nella classifica dei libri più venduti del periodo c'è un romanzo del 1952: è lo straordinario "Quaderno proibito" di Alba De Céspedes.

È l’unico libro datato ad essere presente fra i titoli più venduti della settimana, in mezzo a tante nuove uscite. “Quaderno proibito” di Alba De Céspedes è il caso editoriale del momento, rimbalzato fra i consigli di lettura dopo una conferenza del Circolo Filologico Milanese al Salone del Mobile di Milano.

Scopriamo più da vicino perché questo romanzo è così importante e perché dovremo leggerlo tutti almeno una volta nella vita.

“Quaderno proibito” di Alba De Céspedes

La sinossi di “Quaderno proibito”

«Ho fatto male a comperare questo quaderno, malissimo. Ma ormai è troppo tardi per rammaricarmene, il danno è fatto»: con queste parole inizia il suo diario Valeria Cossati, la protagonista di questo romanzo, una donna della classe media nell’Italia degli anni Cinquanta.

Poco più di quarant’anni, due figli grandi, un marito disattento, un lavoro d’ufficio che svolge senza apparente passione, Valeria è assorbita dal ritmo “naturale” della quotidianità piccolo-borghese, schiacciata, senza quasi rendersene conto, tra i suoi ruoli di moglie, madre, impiegata.

Un giorno però, colta da un impulso che a lei stessa appare irragionevole e inspiegabile, acquista un taccuino su cui comincia ad annotare fatti minuti e riflessioni.

Nello spazio “proibito” della scrittura, Valeria scopre i conflitti sotterranei che pervadono la sua esistenza, le aspirazioni frustrate, i risentimenti nascosti; dà voce a una vita interiore da anni sopita, esprime una propria individualità, una precisa coscienza rivelata dai gesti e dai pensieri della vita quotidiana.

Pubblicato a puntate tra il 1950 e il 1951, e un anno dopo in volume, “Quaderno proibito” è considerato il capolavoro di Alba de Céspedes, un libro che è testimonianza storica di un’epoca e tributo a una generazione pre-femminista decisiva per tutte le rivoluzioni successive; ma soprattutto una magistrale prova letteraria capace di svelare l’identità, frammentata e mutevole, dell’essere umano.

Il ruolo del “diario” nella vita delle donne

Cos’è il “quaderno proibito” che dà il titolo all’opera di Alba De Céspedes?

Se immagini che si tratti di qualcosa di misterioso, hai ragione solo in parte. Non è una storia di indagini e sotterfugi, quella raccontata dall’autrice italo-cubana. Si tratta, invece, di un’architettura ben congegnata che, in un’ibridazione fra romanzo e diario, restituisce un pezzo importante per comprendere la letteratura femminile e chi si cela dietro le sue pagine.

Che cos’è un diario, se non il tentativo di creare uno spazio individuale e sicuro a cui appoggiarsi nei momenti di maggiore necessità?

Nel diario, scriviamo di noi stessi a noi stessi. Costruiamo un luogo entro cui ripararci, per sfuggire alle insidie del tempo, della vita, della società.

Attraverso l’alter ego di Valeria, De Céspedes racconta la donna e la sua identità, la sua difficoltà nel raggiungere la libertà socio culturale, la sua ricerca di un tempo e uno spazio da dedicare in esclusiva solo a sé. Non ti ricorda molto il capolavoro di Virginia Woolf ritenuto un’opera cardine del femminismo, “Una stanza tutta per sé”?

Dopo la conferenza a tema del Miu Miu Literary Club, tenutasi al Salone del Mobile di Milano, sono in tanti ad essere stati incuriositi da “Quaderno proibito” e dalla sua poliedrica autrice. Forse, dopo decenni, è giunta l’ora di dare il giusto valore a questo straordinaria fatica letteraria.

Chi è Alba De Céspedes

Alba Carla Lauritai de Céspedes y Bertini è nata a Roma l’11 marzo 1911 da madre romana e padre cubano, trasferito in Italia perché ambasciatore per conto del suo paese d’origine.

Scrittrice, poetessa, partigiana, redattrice di testi per cinema, teatro e tv, l’autrice di “Quaderno proibito” è cresciuta in una famiglia molto benestante, in un ambiente progressista e democratico.

Di sé diceva: “Non so immaginare la mia vita senza la scrittura perché non c’è mai stata vita per me senza scrivere”. E infatti, Alba scopre il suo amore per le lettere già da giovanissima. Pubblica il suo primo libro, una raccolta di racconti, a soli 24 anni. Da allora, si dedica anima e corpo alla sua passione.

Bilingue, sapeva parlare in italiano e in spagnolo, ma la maggior parte delle sue opere è nata in italiano.

I suoi scritti sono spesso frutto di rielaborazioni autobiografiche. Risultano quindi preziosi per conoscere costumi e pensieri di un’epoca passata ma, soprattutto, per riflettere sul ruolo sociale e culturale della donna in Italia.

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