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“I promessi sposi” di Manzoni, un capolavoro senza tempo

In occasione dell’anniversario di Manzoni vi proponiamo la sua più grande opera “I promessi sposi”, dall’edizione del “Fermo e Lucia” fino a quella attuale

Oggi ricorre l’anniversario di Alessandro Manzoni, uno dei più importanti scrittori italiani di sempre, nato a Milano il 7 marzo 1785 e morto sempre a Milano il 22 maggio 1873. Per l’occasione abbiamo pensato di prendere in analisi il suo capolavoro “I promessi sposi”, grande romanzo storico che si dispiega attraverso due decenni e tre diverse edizioni fino ad arrivare all’opera maestosa che conosciamo oggi, pubblicata nel 1840 (Edizione a fascicoli conclusasi nel 1942).

Le varie redazioni del romanzo

L’opera nasce seguendo tre precisi punti che Manzoni si era prefissato: l’utile per iscopo, il vero per soggetto, l’interessante per mezzo. Il 24 aprile 1821 Manzoni dà avvio alla stesura del suo romanzo, conclusa il 17 settembre del 1823, con il titolo provvisorio di “Fermo e Lucia”. Tuttavia questa stesura non soddisfò l’autore per problemi strutturali e linguistici. Manzoni si mise nuovamente all’opera per sistemare il romanzo nel 1824: abolì alcune digressioni storiche e gli episodi troppo patetici e comincia a far prevalere la lingua toscana su tutte le altre. Nel 1827 uscì, in tre tomi, il romanzo, col titolo “I promessi sposi”. Manzoni, non soddisfatto rielaborò nuovamente l’opera che uscì, nella sua edizione definitiva, nel 1840.

“I promessi sposi”

La vicenda si svolge in Lombardia tra il 1628 e il 1630, durante la dominazione spagnola. Renzo Tramaglino e Lucia Mondella si devono sposare, ma non riescono perché Don Rodrigo, il signorotto del luogo, si è invaghito della ragazza e vieta le nozze a don Abbondio. Lucia e la madre Agnese costrette a lasciare il paese, si rifugiano, con l’aiuto di fra Cristoforo nel convento di Monza, mentre Renzo si reca a Milano con il proposito di ottenere giustizia. Lucia verrà rapita e Renzo, arrivato a Milano, dovrà fuggire a Bergamo. La Lombardia verrà straziata dalla guerra e dalla peste, Renzo tornerà a Milano in cerca di Lucia che troverà in un lazzaretto, insieme al frate, a curare gli infermi.

''I Promessi Sposi'', le 10 frasi più belle del romanzo di Manzoni

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Non c’è uno scrittore moderno che abbia avuto più impatto nella letteratura italiana come Manzoni. Ecco le frasi più celebri tratte da “I promessi Sposi”

 

Alessandro Manzoni

Considerato uno dei maggiori romanzieri italiani di tutti i tempi per il suo celebre romanzo “I promessi sposi”, caposaldo della letteratura italiana, Manzoni ebbe il merito principale di aver gettato le basi per il romanzo moderno e di aver così patrocinato l’unità linguistica italiana, sulla scia di quella letteratura moralmente e civilmente impegnata propria dell’Illuminismo italiano. Passato dalla corrente neoclassica a quella romantica, Alessandro Manzoni, lasciò un segno indelebile anche nella storia del teatro italiano (per aver rotto le tre unità aristoteliche) e in quella poetica (nascita del pluralismo vocale con gli Inni Sacri e della poesia civile).

 

 

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