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Profugo nigeriano ucciso da ultrà, il commento di Massimo Gramellini

Ecco il commento dello scrittore torinese dedicato al nigeriano 36enne assalito insieme alla moglie da un ultrà della Fermana ed ucciso

MILANO – “Non riesco a trovarci un senso, Emmanuel”. Comincia così il “Buongiorno” di Massimo Gramellini sulle pagine de La Stampa dedicato al nigeriano 36enne, scampato agli assalti di Boko Haram insieme alla compagna di 24 anni, assalito insieme alla moglie da un ultrà della Fermana ed ucciso. Vi riproponiamo i passaggi più toccanti dello scrittore torinese

 

“Nasci in Nigeria, trentasei anni fa. Ti sposi e metti su famiglia, finché un giorno i feroci saladini della macelleria islamista di Boko Haram (significa «vietato leggere», bel programma davvero) fanno saltare per aria la chiesa con dentro tuo figlio, i tuoi genitori e i tuoi suoceri”.

 

“Risalite l’Italia dalla Sicilia alle Marche per scorgere uno sprazzo di luce: l’arcivescovado di Fermo vi accoglie in seminario, aiutandovi a presentare domanda di asilo. Nei tuoi pensieri si riaffaccia la speranza di qualcosa che sia degno di chiamarsi futuro: un lavoro, una casa, magari un altro figlio per lenire quel dolore che non se ne va”.

 

“La tua breve vita finisce sul selciato, sotto una gragnuola di pugni e di calci. Non ci capisco più niente, Emmanuel. Sei sopravvissuto ai terroristi, agli scafisti e a un mare in tempesta per farti dare la morte da un razzista di paese”.

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