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Professione MAMMA, una guida per il viaggio più avventuroso

Alcuni, prima di iniziare un viaggio, consultano decine di guide, in modo da essere preparati ad ogni evenienza ed edotti su ogni tappa. Altri, invece, sedotti dallo spirito di avventura, preferiscono lasciare intatto lo stupore di chi è colto di sorpresa...

Alcuni, prima di iniziare un viaggio, consultano decine di guide, in modo da essere preparati ad ogni evenienza ed edotti su ogni tappa.

Altri, invece, sedotti dallo spirito di avventura, preferiscono lasciare intatto lo stupore di chi è colto di sorpresa.

 

Se non vestiamo i comodi panni dei semplici turisti, ma quelli rigorosi delle guide, tutti, però, ci impegnano a studiare manuali, a fare sopralluoghi, a vagliare personalmente gli itinerari più suggestivi e, a seconda delle circostanze, più sicuri, per coloro che si affidano alla nostra competenza.

 

Immaginate quanto sia difficile trovarsi nel ruolo della guida senza conoscere non solo ogni singolo percorso, ma ignorando addirittura la meta.

Eppure accade, sempre, da quando esiste il tempo umano.

È il viaggio della vita, che si compie con e attraverso i propri figli, che ci vengono recapitati senza manuale di istruzioni e che cambieranno perfino quel poco che crediamo di aver appreso su noi stessi.

 

Erika Zerbini, nel suo libro “Professione MAMMA”, edito da Eidon Edizioni nel 2015, ci racconta con sfrontata verità, che sfocia nell’ironia e nella rabbia, nella gioia e nel dolore, un viaggio straordinario, quello della genitorialità che, più che una vacanza dall’atmosfera esotica, è un corso di sopravvivenza al quotidiano.

Madre di tre figli, la protagonista e voce narrante, alle prese con pappe, tettarelle, pannolini, medicinali, domande esistenziali poste fra capo e collo, come mannaie, altalene in pieno volo fra  infanti che urlano e adolescenti che tacciono, gestisce come una manager di emozioni una famiglia numerosa e allargata, che esula dal DNA e approda dritto al cuore.

 

Il messaggio è chiaro: nella vita, per essere una buona mamma-guida, bisogna mettersi lo zaino sulle spalle, tracciare mappe (non una, almeno tre o quattro per limitare gli imprevisti), spostarsi seguendo l’istinto, se la bussola si infrange, ed essere consapevoli che, un bel giorno, le strade si divideranno e ci si rincontrerà, diversi, a raccontarsi le proprie avventure attorno ad un fuoco, sotto la magia di una notte d’estate. E non ci si dimenticherà di cercare, alzando il viso verso le stelle, di quei figli viaggiatori che ci hanno lasciato troppo presto, per destinazioni che si tingono di ignoto, lasciando per sempre il ricordo del loro passaggio.

 

Emma Fenu

 

29 luglio 2015
 
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