Cosa sta succedendo a “Più libri più liberi”, tra stand coperti e protesta antifascista

7 Dicembre 2025

Nell'occhio del ciclone c'è la presenza dello stand di "Passaggio al Bosco" alla fiera, che ha portato diversi editori a protestare e a coprire i propri libri, dando vita ad una specie di "sciopero bianco" della cultura.

Cosa sta succedendo a Più libri più liberi, tra stand coperti e protesta antifascista

Altro che “Nuvola”: dovrebbe essere “Tempesta” il nome della sede dell’edizione 2025 di “Più libri più liberi“, la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori con l’obiettivo di offrire al maggior numero di piccole case editrici uno spazio per portare in primo piano la propria produzione.

Il tema di questa edizione scelta dalla curatrice Chiara Valerio, “Ragioni e sentimenti”, sembra aver lasciato spazio invece alle tensioni: scopriamo cosa sta succedendo.

La presenza della casa editrice “Passaggio al Bosco” alla fiera

Nell’occhio del ciclone c’è la presenza dello stand di “Passaggio al Bosco”, casa editrice fiorentina nota per la sua vicinanza a Casaggì, movimento di destra identitaria. Non è la prima volta che editori di estrema destra partecipano alle fiere (vedi il caso Altaforte a Torino nel 2019), ma quest’anno la reazione del mondo editoriale è stata compatta e rumorosa.

Le pubblicazioni della casa editrice, accusate di esaltare figure del fascismo storico e del collaborazionismo nazista (come Leon Degrelle, generale delle SS), sono state giudicate da molti incompatibili con i valori di una fiera che ha nel suo nome la parola “liberi”.

L’appello degli scrittori all’AIE

Ma facciamo ordine e ripercorriamo quanto accaduto già prima dell’inizio della fiera: nei giorni scorsi alcuni nomi di primissimo piano della cultura italiana, tra cui Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Zerocalcare, Carlo Ginzburg, Daria Bignardi e Caparezza, avevano firmato un appello rivolto direttamente all’Associazione Italiana Editori, responsabile dell’assegnazione degli spazi, chiedendo una riflessione sull’opportunità della presenza tra gli stand di “Passaggio al Bosco”, una “casa editrice il cui catalogo si basa in larga parte sull’esaltazione di esperienze e figure fondanti del pantheon nazifascista e antisemita”.

L’editore però non è stato escluso dalla fiera. A chiarirlo è stato il presidente dell’AIE, Innocenzo Cipolletta, rispondendo con una nota all’appello pubblico di autori ed editori. La ragione, spiega Cipolletta, risiede nei criteri di ammissione: l’editore ha sottoscritto, come tutti gli altri, un contratto che esplicita “l’impegno ad aderire a tutti i valori espressi nella Costituzione Italiana”.

Il “Gran Rifiuto” di Zerocalcare e degli altri scrittori

La reazione è stata la seguente: Zerocalcare (Michele Rech), l’autore di fumetti più celebre d’Italia e volto simbolo della fiera negli ultimi anni, ha annunciato sui suoi canali social il suo forfait. Con un messaggio chiaro e diretto, l’artista ha spiegato che non avrebbe partecipato all’evento, perché “non si condividono gli spazi con i nazisti”.

La sua non è stata una mossa isolata. Alla defezione di Zerocalcare si sono aggiunte quelle del giornalista e scrittore Corrado Augias, che ha parlato di impossibilità di associarsi a chi legittima regimi criminali, e del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che ha scelto di disertare l’evento istituzionale.

La protesta degli editori: stand al buio e “Bella Ciao”

Se Zerocalcare ha scelto l’assenza, altri hanno scelto la presenza: sabato 6 dicembre diverse case editrici indipendenti (tra cui Voland, Coconico Press, Momo, Minimum Fax) hanno messo in atto una protesta visiva. Essi hanno coperto i propri libri e oscurato gli stand per 30 minuti, in una sorta di sciopero bianco della cultura. I corridoi della Nuvola hanno risuonato al grido di “Fuori i fascisti dalla fiera”, culminato con il canto collettivo di “Bella Ciao” da parte di visitatori e addetti ai lavori proprio nei pressi dello stand incriminato.

La posizione dell’AIE e del Governo

Se la risposta dell’AIE, per bocca del presidente Innocenzo Cipolletta, era stata ferma sul principio formale di “no alla censura preventiva”, sulla pagina facebook della manifestazione si legge in un post quanto segue, segno che le prese di posizione delle case editrici partecipanti a “Più libri più liberi” non sono passate inosservate:

“Qualunque manifestazione, se svolta nel rispetto della legalità, è chiaramente ben accolta qui: questa si è svolta in maniera pacifica e senza alcun incidente. È evidente che in questi giorni si è aperto un dibattito su un tema particolarmente delicato, che pone domande enormi che non sono solo nostre ma di tutti quelli che organizzano eventi culturali. Usiamo quello che è successo in questa edizione per aprire un confronto serio sul tema partendo da un punto fermo, che tutti condividiamo: l’essere antifascisti.”

Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha criticato le assenze, sostenendo che “non bisogna mai assentarsi se non si è d’accordo, ma restare e dibattere”, invitando al confronto dialettico piuttosto che all’abbandono del campo.

Mentre la fiera prosegue nelle giornate del 7 e dell’8 dicembre, resta l’immagine di una Nuvola “nella tempesta”, di un’editoria italiana spaccata a metà e di un mondo culturale che fa ancora fatica a trovare una linea condivisa da tutti: lettori, scrittori ed editori.

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