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Perchè i lettori tendono ad essere persone empatiche

Divertente, stimolante ed educativa, la lettura fa si che i libri siano una costante fissa nella nostra quotidianità. Secondo diversi studi sembra che la lettura sia in grado di rendere i lettori persone estremamente riflessive.

MILANO – Ogni amante dei libri che si rispetti, sa che ci sono dozzine di motivi per cui la lettura è senz’altro uno tra i migliori passatempi. Divertente, stimolante ed educativa, eccitante e rilassante allo stesso tempo, la lettura fa si che i libri siano una costante fissa nella nostra quotidianità. Ma al di là di queste constatazioni, è anche la scienza a parlare e secondo diversi studi sembra che la lettura sia in grado di rendere i lettori persone estremamente riflessive. Bustle ci illustra meglio l’argomento.

La lettura ci rende più empatici

Secondo uno studio condotto dalla studentessa Rose Turner presso l’Università di Kingston a Londra, i lettori sono in realtà persone più gentili e disponibili con il prossimo. In una ricerca anonima su un campione di 123 adulti, Turner ha chiesto ai partecipanti quali forme di intrattenimento preferissero tra libri, televisione e giochi, testando anche le loro abilità interpersonali, incluse la loro capacità di considerare i sentimenti degli altri e la loro probabilità di aiutare coloro che li circondano. I risultati hanno mostrato che i lettori erano in realtà più empatici verso coloro che dicevano di preferire la televisione ai libri. Secondo Turner, dunque, le avanzate abilità sociali degli amanti dei libri, sono il risultato della potente esperienza nel cercare di capire la vita delle persone che ci circondano. “Mentre siamo intenti a leggere le pagine di un libro, questo ci da la possibilità di sviluppare abilità empatiche mentre cerchiamo di capire che cosa sta attraversando un personaggio”, dice Turner.

Comprendere opinioni diverse dalle proprie

Le recenti scoperte di Turner non sono state le prime a dimostrare che i lettori sono persone particolarmente sensibili ed empatiche. Uno studio del 2009 condotto da Raymond A. Mar, uno psicologo dell’Università di York e Keith Oatley, professore di psicologia cognitiva dell’Università di Toronto, ha trovato che i lettori di romanzi hanno più empatia rispetto ai meno avvezzi alla lettura. Questi psicologi  citano una “teoria della mente” più grande che consiste nella capacità di comprendere opinioni e credenze diverse da quelle proprie. Essenzialmente, esponendosi attraverso i libri alle esperienze altrui, i lettori sviluppano abilità per pensare, capire e persino adottare altre idee senza perdere di vista le proprie opinioni.  Questo a loro volta li rende persone più intuitive rispetto a quelle che le circondano, nonostante le loro convinzioni, interessi o esperienze sono potenzialmente dissimili.

I lettori sono persone socialmente impegnate

In un altro studio condotto dal National Endowment for the Arts, i ricercatori hanno scoperto che le persone che leggono regolarmente sono più impegnate nelle loro comunità. Secondo i risultati, i lettori hanno più probabilità di impegnarsi in attività filantropiche rispetto a non-lettori. Attraverso studi demografici rappresentanti diverse età, generi, etnie, educazione e livelli di reddito, la lettura ha aumentato la probabilità di una persona nell’impegnarsi in attività di volontariato fino al trecento per cento. Lo studio suggerisce che, attraverso la lettura, gli individui sono esposti ad un’ampia varietà di storie che evidenziano le molte lotte sociali e civiche che affrontano le persone di tutto il mondo. Questa esposizione aiuta a rendere i lettori consapevoli dei problemi di vita reale che affrontano le proprie comunità e aumenta il loro desiderio di migliorarli.

 

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