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Perché è importante leggere Dostoevskij oggi

I romanzi di Fëdor Dostoevskij rientrano a pieno titolo nel canone della letteratura mondiale, sono capolavori senza tempo che tutti, almeno una volta nella vita, dovremmo leggere.

Non vi è nulla di più triste di un mondo che vive immerso nella superficialità. E Dostoevskij si opponeva con tutte le sue forze alla superficialità. Non sono i cittadini russi ad aver voluto la guerra in Ucraina. Molti di loro stanno pagando a caro prezzo le proteste contro le decisioni di Vladimir Putin ed altrettanti di loro subiscono le sofferenze del conflitto da vicino, perché hanno parenti e cari amici che vivono in Ucraina. Stigmatizzare un intero popolo è un grave errore.

Dostoevskij è  un uomo che ha vissuto nel lontano XIX secolo e che, per di più, si è battuto per la libertà di pensiero e di espressione. I romanzi di Fëdor Dostoevskij rientrano a pieno titolo nel canone della letteratura mondiale, sono capolavori senza tempo che tutti, almeno una volta nella vita, dovremmo leggere. Ma scopriamo perché è importante leggere Dostoevskij oggi, in un tempo segnato dalla violenza e dalle guerre.

Perché è importante leggere Dostoevskij oggi

“Hanno pianto un poco, poi si sono abituati. A tutto si abitua quel vigliacco che è l’uomo!”

Scrive così Fëdor Dostoevskij in “Delitto e castigo”, ed ha ragione da vendere. Quante guerre e sofferenze ci sono a questo mondo, eppure nemmeno ci facciamo caso. L’Ucraina è soltanto l’ultimo dei luoghi vittime di indicibili dolori: il portale “Guerre nel mondo” segnala 869 guerre e guerriglie in atto in questo momento in più di 70 paesi, come lo Yemen, il Niger e il Mozambico.

Non possiamo assuefarci a tutta questa violenza. Non possiamo essere vigliacchi e voltarci dall’altra parte. Abbiamo il dovere di provare ad essere persone migliori, e leggere autori come Dostoevskij non può che aiutarci. Ogni libro dell’autore russo ha un’anima forte e autonoma.

Con “Delitto e castigo” attraversiamo insieme a Raskòl’nikov il dolore dell’esistenza per giungere alla salvezza dell’anima; con “I fratelli Karamazov” riflettiamo sul libero arbitrio, la vendetta, l’amore; con “Memorie dal sottosuolo” scopriamo quanta malvagità si celi negli abissi dell’animo umano; con “L’idiota” assistiamo ad una profonda analisi della bellezza morale e fisica, destinata a sfiorire.

Tutti temi universali e imprescindibili che Fëdor Dostoevskij scandaglia nelle sue opere. Con ciascuno dei suoi romanzi, infatti, l’autore cerca di scavare nell’animo dell’essere umano per rintracciare il motore dei suoi pensieri e delle sue azioni. Nulla di più utile, in un’epoca caratterizzata da frenesia, relazioni superficiali e scarsa attenzione alla dimensione spirituale.

L’incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij

Leggere Dostoevskij oggi, significa catapultarsi in un’esistenza singolare che esemplifica la condizione universale dell’uomo. Lo sa bene Paolo Nori, che nel suo “Sanguina ancora, l’incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij” rivela:

“Il senso di leggere Dostoevskij io non lo so, so che Dostoevskij, anche se non lo leggiamo, ci ha detto, nelle cose che ha scritto, come siam fatti prima ancora che venissimo al mondo (…) e ho avuto, me lo ricordo perfettamente, la sensazione che quella cosa che avevo in mano, quel libro pubblicato centododici anni prima a tremila chilometri di distanza, mi avesse aperto una ferita che non avrebbe smesso tanto presto di sanguinare. Sanguina ancora”.

Le opere di Dostoevskij attraversano il tempo e lo spazio senza essere mai fuori luogo. Le esperienze di Raskòl’nikov, Dmitrij, Ivàn, Aleksej e del principe Myškin sono le esperienze che ognuno di noi fa ogni giorno confrontandosi con il sé, l’altro da sé e l’altrove, e forniscono un’importante chiave di lettura per comprendere il mondo di oggi:

“Fintanto che ciascun uomo non sarà diventato veramente fratello del suo prossimo, la fratellanza non avrà inizio. Nessuna scienza e nessun interesse comune potrà indurre gli uomini a dividere equamente proprietà e diritti. Qualunque cosa sarà sempre troppo poco per ognuno e tutti si lamenteranno, si invidieranno e si ammazzeranno l’un l’altro”.

(I fratelli Karamazov)

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