I loghi sono elementi importanti per qualsiasi realtà, rappresentano la storia ed i valori di un’azienda. Stesso discorso vale per le case editrici: dalle più storiche alle ultime comparse nel panorama editoriale, il logo è il biglietto da visita con cui farsi riconoscere sul mercato. Ma come nascono i loghi delle principali case editrici italiane? Cosa le accomuna? Scopriamolo in questo articolo.
Animali e loghi
La cosa che balza subito all’occhio in questa analisi dei loghi delle case editrici italiani è il fatto che molte di loro ricorrono come simbolo ad un animale. Ad esempio lo struzzo per Einaudi, un uccellino disegnato dal pittore Carlo Mattioli per Guanda, la cicogna per E/O edizioni, il corvo di Corbaccio. Casualità o scelta voluta per rimanere fedeli alla tradizione? Sicuramente si tratta di una “moda” seguita anche all’estero. Un esempio su tutti? La casa editrice Penguin ed il suo iconico. La scelta degli animali non è un caso: ciascuno, infatti, ha un significato preciso: il Gufo indica saggezza, mistero, transizione, messaggi, intelligenza, misticismo, protezione, segreti; la Fenice è sinonimo di resurrezione, immortalità, guarigione e pace; Aquila e falco simboleggiano la rapidità e la fierezza, ma sono anche usati in relazione al “dare” nella vita e al sostegno morale.
Le iniziali stilizzate
Molti loghi di case editrici hanno un design minimal, spesso raffigurante solo l’iniziale stilizzata del proprio marchio. Una scelta che accomuna due tra le principali case editrici per storia e tradizione: il logo di Feltrinelli corrisponde alla F iniziale, mentre quello di Mondadori vede la sua iconica M. Una scelta simile dovuta anche al fatto che entrambi i loghi siano stati realizzati dallo stesso designer, Bob Noorda.
L’origine dei loghi delle case editrici italiane
Scopriamo di seguito quindi storie, curiosità e aneddoti legati ai loghi delle principali case editrici italiane.
Einaudi
All’interno del logo Einaudi viene rappresento uno struzzo, accompagnato da un motto latino (“Spiritus durissima coquit”, traducibile in “Lo spirito digerisce anche le cose più dure”). Il simbolo si trovava sulla rivista fiorentina “La Cultura”, rilevata da Einaudi e affidata a Leone Ginzburg, e fu poi ereditato dalla casa editrice.
Bompiani
La B di Bompiani, in origine disegnata sulle pagine di un libro aperto, fa parte oggi dei petali di un fiore, simbolo di saggezza e conoscenza.
Adelphi: il logo rappresenta l’antico pittogramma cinese della luna nuova, che simboleggia morte e rinascita.
Guanda
Il logo di Guanda è una fenice, disegnato dal pittore Carlo Mattioli e ispirato a un mosaico della tomba di D.H. Lawrence. Inizialmente caratterizzava l’omonima collana di poesie diretta da Bertolucci, ma oggi si trova su tutti i libri della casa editrice.
E/O
Il suo logo è una cicogna, uccello migratore per eccellenza e simbolo dell’idea alla base della casa editrice: creare ponti fra le frontiere letterarie.
La nave di Teseo
La nave di Teseo nel suo logo ha due linee curve rappresentano proprio la nave cui fa riferimento il nome.
Laterza
Il logo della casa editrice pugliese ha oggi semplice acronimo GLF, ma un tempo era inscritto in un labirinto disegnato da Leonardo da Vinci, simile a un rosone, che riporta il motto Constanter et non trepide (lett “Costantemente e senza trepidare”).
Iperborea
Il logo inizialmente era una runa, per celebrare la mission della casa editrice, ma il suo restyling del 2015 l’ha leggermente modificato, rendendolo simile al pennino di una stilografica.
marcos y marcos
La casa editrice ha come simbolo un torchio, non solo come emblema delle origini dell’arte della stampa, ma anche in riferimento alle origini della casa editrice, quando gli editori in una mansarda milanese inventavano, assemblavano e spedivano edizioni numerate.
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Essendo il nome della casa editrice è un indirizzo newyorchese, il suo logo si ispira direttamente alla segnaletica americana.