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Perché Maradona è stato capace di entrare nel cuore della gente

Tra i vari libri dedicati al Pibe de Oro, ci vogliamo soffermare su "Maradona è amico mio" libro di Marco Ciriello che ripercorre la vita di Diego Armando Maradona. 

Su Diego Armando Maradona sono stati scritti diversi libri e a lui sono stati dedicati documentari e film per analizzare la sua forte personalità e le sue tante sfaccettature. Tra i vari libri, ci vogliamo soffermare su “Maradona è amico mio” libro di Marco Ciriello che ripercorre la vita di Diego Armando Maradona. 

È morto Diego Armando Maradona, artista del calcio

È morto Diego Armando Maradona, artista del calcio

Diego Armando Maradona è stato probabilmente il calciatore più forte della storia del calcio. Una figura che è andata oltre il terreno di gioco ed è diventata materia narrativa, migliore di una sceneggiatura di finzione, protagonista di documentari e libri.

Dalla prefazione di Emanuela Audisio

Non c’è sfogo, non c’è retorica, e nemmeno un’illusione. C’è che Diego Armando è tutti e non tutti sono lui, anche se ci piacereb­be, c’è che Maradona è una confluenza come l’incontro del Tigri e dell’Eufrate, c’è che è stato capace di attraversare molto, onestà e disonestà, mostrando che entrambe hanno una ragione, e di illu­minare povertà, ricchezze, vanità, quante volte figlio mio, molte padre, ogni volta che ho potuto. C’è che la vita va storta, come i dribbling, e a certe finte finisci per crederci anche tu, poi ti tuffi e scopri che il mare del tempo è una superficie dura, che fa male, che gli specchi sono tremendi, nella loro mancanza di fantasia.

Carnera, Jesse Owens, Coppi, Bartali, Pelé, Clay-Ali, Best, Cruijff, Maradona; perché i campioni dello sport sono l’edera intrecciata alla nostra vita e noi continuiamo a scrivere le nostre iniziali sul quel tronco? Cosa hanno di così universale e di così amichevole che sembrano gente di famiglia, anche quando non lo sono, e non lo potrebbero essere? Il fatto di sedurci con la loro terribi­le diversità ci fa perdere quella giusta distanza, che a volte è solo paura, perché ogni abisso ha le sue vertigini, perché è vero, in uno slalom intravedi una fuga genealogica, la voglia di scansare le in­sidie, in fondo sono solo birilli e non dna in attesa di fissa dimora.

Il libro

Per quello che fece in campo la sentenza è già stata emessa dal tribunale degli dèi, il solo competente. Maradona fu il più grande di tutti, capace di entrare perfino nel cuore di chi voleva e doveva odiarlo.

Ben più severo il verdetto dei mortali, mai propensi a valutare con il giusto distacco le contraddizioni di un uomo che, prima di ogni altra cosa, è stato uno straordinario moltiplicatore di sogni ed esistenze. Tanto che chi ha voluto raccontarne i fantasmi presto o tardi ha dovuto fare i conti con i propri. E’ successo anche a Marco Ciriello, che nel libro “Maradona è amico mio” ripercorre la vita di Diego Armando Maradona con l’intento di restituirne l’immaginario pop e consegnarci un ritratto del Pibe de oro per quello che, in fondo, è sempre stato. Un eversore più o meno consapevole, «un Lenin allegro e soprattutto cazzaro che, scremando tutta la parte noiosa, arriva al sodo in un solo tocco o in una frase».

L’autore utilizza il proprio eroe come uno specchio borgesiano. In un gioco di rimandi narrativi che, seguendo la lezione di Cortázar e Tarantino, scardina ogni coordinata spaziotemporale. Ciriello nel libro rivive anche la propria storia di adolescente in attesa di varcare la linea d’ombra. In una Napoli sospesa tra il sacco degli anni Ottanta e la primavera dei Novanta. Una città che accolse Maradona come un figlio insperato, lo venerò come un amante capriccioso e lo protesse come un padre ormai sfiorito. Ottenendo in cambio una felicità ancora sconosciuta e mai più provata.

L’autore del libro Marco Ciriello (1975) è scrittore e giornalista. Scrive per teatro e tv e collabora con «Il Messaggero» e «Il Mattino».

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