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Oliva Denaro, storia di una donna libera che si ribella alla violenza dell’uomo

Viola Ardone racconta la storia di Oliva Denaro, una sedicenne siciliana che si ribella all’uomo che la violenta e vuole sposarla con la forza

“La femmina è una brocca: chi la rompe se la piglia”, dice la madre di Oliva, il nuovo personaggio letterario inventato da Viola Ardone, la professoressa napoletana che ama ripercorrere pagine della nostra vicenda nazionale attraverso episodi esemplari.  Questa volta lo fa con Oliva Denaro, pubblicato da Einaudi e presentato al Salone del libro di Torino.

Il suo ultimo lavoro narrativo, in libreria dal 28 settembre, ci porta in una Sicilia rurale dei primi anni Sessanta, dove alle donne è chiesto di rigare dritto e restare onorate, altrimenti le aspetta una vita da “sbrigugnata”, come sentenziano le “maleforbici” che sagomano i costumi della comunità. Oliva è intelligente, va bene a scuola, ma non è una ribelle, in fondo s’adatta, e poi è secca e spigolosa, ha pure i capelli neri come una cornacchia, e si fa vedere in giro con Saro, il figlio zoppo di don Vito Musumeci: come può avere i grilli per la testa? La scrittrice napoletana ce la racconta nel passaggio dall’infanzia alla adolescenza: “Il mondo delle bambine negli anni ‘60 – spiega – è molto più libero rispetto a quello delle donne, il cui unico momento di ‘esposizione pubblica è quello del matrimonio e la cui vita è un continuo susseguirsi di sì compiacenti . Il no è sovversivo”.

Il mito classico della metamorfosi per spiegare la resistenza delle donne

Si diventa donna e quindi si diventa corpo, prima un elemento ininfluente poi improvvisamente si tramuta in oggetto di desiderio. Diventa una brocca. La saggista statunitense Rebecca Solnit rilegge i miti della metamorfosi di Ovidio in questa chiave: le donne, per scappare dalla violenza, si trasformano. “A partire dal mito classico – conferma la scrittrice – per evitare la fuga e la sottomissione sembra che l’unico mezzo sia la trasformazione, declinata in forme diverse.”  Poi arriva la constatazione dell’insegnante Viola Ardone: “Vedo tutti i giorni a scuola il passaggio della pubertà, poco riconoscibile per i maschietti se non nel cambio di voce, mentre nelle ragazze la trasformazione è immediata e quasi mai le ragazze sono pronte “.  Anche Olivia attraversa questo cambiamento, simbolicamente dimostrato dal passaggio dalla gonna corta e sbarazzina alla gonna lunga, dal 1960 al 1981, anni in cui la vicenda è ambientata, ci sono precise regole di comportamento e di look; Oliva è una ragazzina omologata che segue come un rosario le regole della madre, per la quale il matrimonio è l’unico mezzo di redenzione sociale. “Non è un personaggio ribelle – spiega la scrittrice – ma una ragazzina semplice che vuole praticare la legge del sì, ma matura la ribellione. Volevo capire se era possibile maturare un no non per motivi politici e femministi, ma da un punto di vista semplicemente umano”.

Oliva Denaro e la figura del padre traghettatore

Questo no viene guidato dal padre Salvo Ardone, il quale diversamente dal protagonista di Coetzee in “Vergogna”, archetipo del padre che rimane sulla soglia, è un ”traghettatore” e le insegna la possibilità di scegliere , consapevole che chi dice no rompe un sistema .

 “Il rapporto dei padri – dice ancora la scrittrice – con la sessualità misteriosa della figlie femmine si esemplifica con il gesto simbolico dell’accompagnamento della figlia all’ altare, qui invece ci troviamo davanti a uno a stupro di cui tutti sono a conoscenza, quindi lui ha fallito nel ruolo di custode della figlia. Ha imparato a sottrarsi alle aspettative altrui, per questo è ritenuto un debole, non ha un decalogo da seguire e da imporre, al contrario della moglie , non è un padre sostegno e questo per Oliva è difficile da capire; solo alla fine il padre si svelerà, ma lasciando dei dubbi”.

L’importanza della grammatica

E poi ci sono dei dubbi linguistici che Oliva bambina non capisce: perché donna è un sostantivo femminile singolare, quando le donne stanno sempre tutte assieme?  La grammatica può salvare la vita?  Ne è convinta Viola Ardone per la quale “Bisogna far collimare il dibattito grammaticale con la realtà, l’italiano è una lingua flessiva ed Oliva si appassiona a questo, deve parlare in modo standard e omologato, ma matura pian piano anche da un punto di vista linguistico la sua ribellione”. Al centro del libro c ‘è il matrimonio riparatore, ma si è dovuto aspettare quindici anni perché lo stupro diventasse un reato contro la persona e non solo contro la morale e questa fu una battaglia anche di tipo linguistico”.

“Il presente riverbera ancora molti aspetti di questa ambiguità – chiosa la scrittrice – ed è stato un cammino lento, ancora molto giovane e con molte zone d’ombra”. E come, infine, commentare che Oliva Denaro è l’anagramma di Viola Ardone?  “A tutte può capitare – spiega la scrittrice – anche se in forme diverse e meno violente, ciò che ha vissuto Oliva, la cui vicenda volevo fosse un rispecchiamento per me e per tutte le donne”.

Alessandra Pavan

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