“Nella Terra del tempo sospeso”, il libro di Francesco Lamiani sul valore delle tradizioni

5 Aprile 2025

"Nella Terra del tempo sospeso" racconta vicende reali e immaginate, sullo sfondo dell’eterno confronto generazionale tra visione comune nel rivendicare il diritto all’identità e la necessità di stare al passo con i tempi. Storie nella storia.

Nella Terra del tempo sospeso, il libro di Francesco Lamiani sul valore delle tradizioni

Una competizione nell’eterno confronto tra generazioni, dove la visione comune nel rivendicare il diritto all’identità prova a coincidere con la necessità di stare al passo con i tempi che cambiano. Parliamo del libro “Nella Terra del tempo sospeso” del giornalista Francesco Lamiani.

La vera protagonista di questo libro è la splendida Marettimo, ancora oggi la più selvaggia delle Egadi, che nel tempo si è aperta ai visitatori grazie allo spirito d’accoglienza della sua gente. Ed è proprio dall’ascolto di queste persone che è nato il romanzo in cui si alternano vicende, vere e di immaginazione, facendo emerge sempre la tempra fiera ed il tratto ospitale dei marettimari.

L’autore, basandosi su eventi realmente accaduti seppur mescolati ovviamente alla fantasia, descrive nel libro il vissuto degli isolani in una sorta di viaggio dal dopoguerra fino ai primi anni del terzo millennio in cui si passa dalla vita durissima in mare del tempo dei padri alle moderne attività turistiche inventate dai figli.

Nella Terra del tempo sospeso

Sinossi del libro

Le strategie per la riconquista di un orologio, spedito dai compaesani emigrati negli Usa e mai giunto a destinazione, si intrecciano con il quotidiano della comunità di una delle più piccole isole degli arcipelaghi siciliani che fa i conti con le novità del progresso, rimarcando però il valore delle tradizioni che per secoli hanno scandito il vissuto degli isolani.

“Nella Terra del tempo sospeso”, spaziando dal dopoguerra fino ad affacciarsi ai primi anni del terzo millennio, racconta vicende in cui la realtà dei fatti accaduti viene trasfigurata dall’immaginario poetico mettendo sullo sfondo l’eterno confronto generazionale tra visione comune nel rivendicare il diritto all’identità e la necessità di stare al passo con i tempi. Storie nella storia.

Intervista all’autore Francesco Lamiani

Le strategie per la riconquista di un orologio spedito dai compaesani emigrati negli Stati Uniti e giunto a destinazione solo molti anni dopo, ma anche la determinazione e la passione di una comunità che vuole ribadire i valori della propria identità non rinunciando comunque alle tante novità portate dal progresso, a partire dal turismo. E’ il fil rouge che anima il romanzo di Francesco Lamiani. Lo abbiamo intervistato

 

Come nasce l’ispirazione per il romanzo “Nella Terra del tempo sospeso”?

Marettimo e la sua gente sono una continua fonte di ispirazione. L’isola è di rara bellezza ed i marettimari sono stati bravissimi nel mantenerla così incontaminata, selvaggia, ma straordinariamente ospitale. E’ un luogo che parla a chiunque grazie alla sue meraviglie, ma anche attraverso i gesti semplici della gente che vive a quelle latitudini, modi di fare ormai scomparsi soprattutto nelle grande città. Ad esempio, non ci si dà mai del lei, si entra subito in confidenza e tutto ciò ti apre il cuore. C’è il raro piacere di vivere ogni attimo senza la frenesia a cui siamo abituati oggi altrove: bisogna solo prestare orecchio ed è quello che ho fatto nei tanti anni di frequentazione.

 

Quanto c’è di vero e quanto di fiction all’interno della storia narrata?

Ho un passato da cronista ed un presente da addetto stampa. Sinceramente sarebbe stato difficile scrivere un testo totalmente inventato specie per chi è abituato, per mestiere, a riportare fatti che riguardano luoghi e soprattutto persone. Per anni ho ascoltato i racconti di tanti isolani (alcuni dei quali purtroppo oggi non ci sono più) rimanendone affascinato. Magari avranno esagerato un po’con la fantasia anche loro…

Un giorno, quasi per gioco, ho cominciato a scriverle, lasciandole però per moltissimo tempo dentro un cassetto: un po’ per quella formazione da giornalista tenuto al dovere della verità, un po’per timidezza. A chi sarebbero potute interessare?? Mi dicevo…Poi, solo alcuni mesi fa, ho incontrato il mio editore, Alfredo Catalfo di Efesto Edizioni, così ho trovato finalmente il coraggio che ha trasformato quei fogli ormai ingialliti in questo libro.

 

Cosa ha di speciale l’isola di Marettimo e le persone che la abitano?

E’ gente fiera, semplice ed accogliente, un mix che personalmente mi ha fatto impazzire fin da subito!

Avevo 25-27 anni ed una fissazione per la subacquea, così sono finito lì come tantissimi turisti alla ricerca di un’isola dove dare libero sfogo alla mia passione. Ed invece ho scoperto un mondo: ho dormito a casa loro, mangiato con loro, insomma non mi sono sentito mai un turista. Sarei dovuto restare una settimana e alla fine sono rimasto un mese! Con molti (ex) ragazzi è nata una fraterna amicizia: ho tenuto in braccio i loro figli che oggi sono diventati uomini e ho pianto quando qualcuno se ne andava via per sempre.

Sinceramente è difficile dare una spiegazione precisa alla vostra domanda, ma se devo, credo sia proprio quel sentimento di vero amore che hanno per la loro terra che sarebbero pronti a difendere da chiunque. Eppure sono le stesse persone ad essere subito disponibili a liberare un posto per farti dormine o mangiare. L’ho scritto nel romanzo: l’accoglienza è nel dna degli isolani, ma lo sono anche il rispetto e l’identità.

 

Il libro mette in risalto l’eterna dicotomia tra tradizione e innovazione, il dilemma tra il preservare la propria identità e l’aprirsi al mondo contemporaneo. In tal senso cosa ci vuole insegnare quest’opera? Qual è il giusto atteggiamento da avere di fronte a questo tipo di scelte? Quando è giusto aprirsi al cambiamento e in quali casi occorre preservare valori e tradizioni secolari?

Non si può fermare il vento ed il tempo con le mani ed è così anche in un ‘luogo dove il tempo è sospeso’. Ho avuto la fortuna di scoprire Marettimo prima dell’avvento dei social che pur avendo avuto il merito di farla conoscere ad un pubblico più ampio le hanno tolto un pizzico di mistero, ma credo che la forma mentis dell’identità sia ancora molto diffusa anche tra i marettimari più giovani. Questo non vuol dire arretratezza, anzi.

Le novità, come il turismo nelle sue varie forme, hanno certamente portato benessere, ne parlo anche nel libro, e con ogni probabilità è un tratto comune a molte località rinomate del nostro Paese che hanno sicuramente un passato da comunità marinara identico a quello di Marettimo. La differenza credo la faccia l’isola che, quando finisce l’estate, torna pienamente nella disponibilità degli isolani con riti e stili di vita probabilmente immutati. Penso, ad esempio, alla pesca al calamaro – che serviranno a tante cene invernali – che scandisce le giornate corte dei mesi più rigidi o alla necessità di condividere tutto quando si resta isolati a causa delle condizioni meteo poco favorevoli.

Questo libro, in definitiva, non ha l’ambizione di insegnare nulla, semmai è Marettimo ad avermi insegnato il significato di una parola oggi di gran moda: resilienza. Come poche altre isole con lo status di territorio disagiato ha fatto del suo isolamento il proprio punto di forza: le novità arrivano e servono a creare opportunità di sviluppo, ma convivono sempre con la tradizione e con i tempi scanditi dal mare.

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