Sei qui: Home » Libri » “Morte dignitosa” per Totò Riina, l’opinione di Antonio Calabrò

“Morte dignitosa” per Totò Riina, l’opinione di Antonio Calabrò

Dopo la richiesta della Cassazione su Totò Riina, ecco il pensiero del celebre giornalista siciliano e vicepresidente di Assolombarda

Una “morte dignitosa” per Totò Riina, come dice la Cassazione? Certo. In un ospedale carcerario. O curato come si deve in cella. Ma senza arresti domiciliari né ritorni in libertà. Lo Stato, lo Stato di diritto, lo Stato delle libertà ma anche dei doveri, non è feroce (lo era Riina, assassinio senza pietà, onore e dignità) ma giusto. E le condanne (numerosi ergastoli, per Riina) vanno scontate. Al resto pensa la memoria: delle vittime uccise e fatte uccidere da Riina, dai suoi macellai mafiosi e dai complici nell'”aria grigia”. Vittime, tantissime. C’è un’ampia serie di libri, che consente di ricordare “i mille morti di Palermo” e quegli altri assassinati a Catania e a Trapani, a Firenze e a Milano, su mandato del più spietato capo omicida di Cosa Nostra. Libri da leggere. Nelle scuole e nei circoli, nelle associazioni e nelle aule in cui si fa politica. Per continuare a garantire “dignità” alle vittime della violenza mafiosa (loro sì, che la meritano in pieno) E per avere piena consapevolezza di quel che è stato e ancora purtroppo è la mafia, dalla regioni del Sud a Milano: Cosa Nostra, la ‘ndrangheta, la camorra. Che ancora fanno soldi e usano violenza. Affari e delitti da stroncare, con severità.

Non si tratta, in questa discussione, né di pietà né di perdono. Quanti ergastolani sono morti in cella, dignitosamente? E cos’è, per Riina, la “dignità”? Forse la casa di Corleone cui ancora purtroppo in tanti guardano, con “rispetto”, ossequio, partecipazione, ma anche paura?

Sono stati bravi, i Riina, a sfruttare l’onda mediatica. A fare sempre parlare di sé. Ricordate il ritratto di Totò Riina come un  “buon padre”, fatto dal figlio in Tv? Senza un solo cenno di pietà per le sue vittime?

Totò Riina, d’altronde, ha mai dato un segno di ravvedimento? Ha avuto parole di pentimento? Feroce capomafia era, feroce capomafia è rimasto. Continuando a minacciare dal chiuso della sua cella. In questo, sempre coerente: un macellatore di persone, diritti, coscienze, libertà.

Antonio Calabrò

© Riproduzione Riservata