MILANO – “Chi è Mercurio Loi? Uno storico, un ficcanaso, un semplice perdigiorno? Quello che conta è che il suo acerrimo nemico, Tarcisio, è tornato e ancora una volta vuole riprendere la sfida eterna a colpi di inganni, intelligenza e bastone”. È così che si apre l’albo n. 1 di Mercurio Loi, la nuova serie di Sergio Bonelli Editore che debutterà in edicola e in fumetteria il 23 maggio e verrà presentata in anteprima assoluta dal suo creatore Alessandro Bilotta, dal disegnatore del primo numero Matteo Mosca e da Michele Masiero, direttore editoriale di Sergio Bonelli Editore, lunedì 22 maggio alle ore 18 al Mondadori Bookstore di via Appia Nuova 51 a Roma. Abbiamo intervistato l’ideatore della nuova serie Alessandro Bilotta per farci raccontare le caratteristiche del personaggio, dei suoi compagni di viaggio e del contesto storico all’interno del quale si muovono le loro avventure.
Come nasce il personaggio di Mercurio Loi?
Mercurio Loi è nato per un racconto autoconclusivo sulla collana Le Storie della Bonelli. Per qualche motivo, il personaggio ha preso più spazio della storia stessa. Per questo motivo forse siamo ancora qui a parlarne.
Cosa ha di diverso e cosa lo accomuna ad altri personaggi della famiglia Bonelli?
Mi è difficile dirlo. L’ho scritto immaginandolo nella sterminata famiglia dei personaggi dei fumetti. Ai lettori adesso la risposta.
Un po’ Sherlock Holmes, un po’ Dr House: cosa attinge Mercurio Loi da entrambi?
Mercurio Loi è un insieme di diverse suggestioni a cui stento anche a dare un’identità, di cose che mi interessano, ma che vengono principalmente dai fumetti.
Le storie di Mercurio Loi sono ambientate nella Roma dell’Ottocento. A cosa è dovuta questa scelta?
È un periodo poco battuto dalla cultura di massa. Se da un lato questo ha reso impegnativa la documentazione, dall’altro è un affascinante territorio inesplorato per noi che ne stiamo realizzando le storie e spero per chi le leggerà.
Come hai intenzione di sviluppare gli altri personaggi della serie nei primi numeri, in particolare di Tarcisio Spada e Ottone?
Se lo rivelassi, svelerei i momenti principali di queste prime storie. Posso dire che sono due personaggi in fuga da se stessi, ma che è un genere di corsa che non porta da nessuna parte.