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Marguerite Yourcenar, le frasi del libro “Memorie di Adriano”

Ricorre l'anniversario di Marguerite Yourcenar, celebre scrittrice del romanzo storico "Memorie di Adriano". Scopriamo le frasi più belle del libro.

Ricorre oggi l’anniversario di Marguerite Yourcenar, nata l’8 giugno 1903 e scomparsa il 17 dicembre 1987. Nel 1980 l’autrice diviene la prima donna che entra a far parte della Académie française. Una grande scrittrice e intellettuale che, dopo 30 anni di ricerche e studi, ci ha regalato uno dei capolavori della letteratura contemporanea: Memorie di Adriano.

Un libro che parla di storia e amore, un amore “LGBT“, come diremmo oggi, fatto di intrighi, passioni e giochi di potere. L’accuratezza storica e stilistica, rendono questo libro uno dei romanzi storici più letti di sempre. Scopriamo insieme alcune frasi memorabili, trovate tra le pagine di questo gioiello letterario.

Un romanzo unico

Questo non è un semplice romanzo storico. Non è un semplice memoriale, né un racconto banale di una storia omosessuale. In questo libro Marguerite Yourcenar amalgama un’ altissima letteratura, meditazione filosofica e visione profetica. Un romanzo epistolare che segue la voce e le vicende di ublio Elio Traiano Adriano (secondo secolo d.C.). Il tutto è dedicato e indirizzato a Marco Aurelio, nipote adottivo. 

Nel romanzo troviamo moltissimi riferimenti ad accaduti storici, intrighi politici, ma soprattutto una grande passione proibita verso Antinoo, detto ‘Il fanciullo, un ragazzo che Adriano portò con sé senza esitare mai, con amore e stima, dando vita ad una delle storie omosessuali più coinvolgenti e commoventi di sempre. Un bellissimo esempio di come, a prescindere dall’orientamento omosessuale, l’amore sia in grado di definire ed alterare la vita di chiunque, anche il più potente degli imperatori. E poi, è sempre molto particolare leggere un inedito punto di vista su un personaggio storico così importante, che ha appassionato moltissimo la stessa Marguerite Yourcenar. 

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Marguerite Yourcenar, la storia d’amore con la studiosa americana Grace Frick

Marguerite Yourcenar è la prima donna che, andando contro corrente e vivendo relazioni omosessuali, riesce a sedere tra gli Immortali dell’Accademia francese

Le frasi più belle del libro di Marguerite Yourcenar 

Memorie di Adriano” va letto con una matita a portata di mano. Sì, perchè le citazioni che possiamo trovare al suo interno sono davvero tante e particolarmente belle. Ennesimo esempio di grande accuratezza lessicale e stilistica, che ha impegnato Marguerite Yourcenar per ben 30 anni. Oggi le facciamo onore rileggendole alcune. 

Le frasi 

Che cos’è l’insonnia se non la maniaca ostinazione della nostra mente a fabbricare pensieri, ragionamenti, sillogismi e definizioni tutte sue, il suo rifiuto di abdicare di fronte alla divina incoscienza degli occhi chiusi o alla saggia follia dei sogni?

Qualsiasi felicità è un capolavoro: il minimo errore la falsa, la minima esitazione la incrina, la minima grossolanità la deturpa, la minima insulsaggine la degrada. 

La nostra vita è breve: parliamo continuamente dei secoli che hanno preceduto il nostro o di quelli che lo seguiranno, come se ci fossero totalmente estranei; li sfioravo, tuttavia, nei miei giochi di pietra: le mura che faccio puntellare sono ancora calde del contatto di corpi scomparsi; mani che non esistono ancora carezzeranno i fusti di queste colonne.

Il nostro errore più grave è quello di cercare di destare in ciascuno proprio quelle qualità che non possiede, trascurando di coltivare quelle che ha.

Se, per miracolo, qualche secolo venisse aggiunto ai pochi giorni che mi restano, rifarei le stesse cose, persino gli stessi errori, frequenterei gli stessi Olimpi e i medesimi Inferi.

Vi sono già zone della mia vita simili alle sale spoglie d’un palazzo troppo vasto, che un proprietario decaduto rinuncia a occupare per intero.

Accetterò di assimilare l’amore alle gioie puramente fisiche (ammesso che ve ne siano) quando avrò visto un ghiottone anelare di piacere davanti alla sua pietanza favorita come un innamorato sulla spalla dell’essere amato. Di tutti i nostri giochi, questo è il solo che rischi di coinvolgere l’anima, il solo altresì nel quale chi vi partecipa deve abbandonarsi al delirio dei sensi. Non è necessario per un bevitore abdicare all’uso della ragione, ma l’innamorato che conservi la sua non obbedisce fino in fondo al suo demone.

La tecnica del vero seduttore esige, nel passaggio da un soggetto all’altro, una disinvoltura, un’indifferenza che io non provo e che, comunque perdevo prima di abbandonarle intenzionalmente: non ho mai compreso come si possa essere sazio di un essere umano.

Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t’appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti. Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più. Cerchiamo d’entrare nella morte a occhi aperti. 

Confesso che la ragione si smarrisce di fronte al prodigio dell’amore.

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