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Manuela Polli, ”I libri sono stati fondamentali per la mia formazione culturale e intellettuale”

DONNE E LIBRI, SPECIALE 8 MARZO - Leggere insegna a riflettere, ad analizzare i problemi e prendere decisioni. Aiuta inoltre a migliorare i rapporti interpersonali, rendendoci più empatici: può dunque essere un'attività utile all'interno di un'azienda in termini di team-building. Ad affermarlo è Manuela Polli, giovane brand manager dell'azienda Polli...
La brand manager dell’azienda Polli ci parla del suo rapporto con i libri e riflette sui risultati che una realtà imprenditoriale può ottenere investendo in attività culturali
 

MILANO – Leggere insegna a riflettere, ad analizzare i problemi e prendere decisioni. Aiuta inoltre a migliorare i rapporti interpersonali, rendendoci più empatici: può dunque essere un’attività utile all’interno di un’azienda in termini di team-building. Ad affermarlo è Manuela Polli, giovane brand manager dell’azienda Polli. Recentemente protagonista della mostra fotografica dedicata alla celebrazione dei 140 anni dell’azienda, in occasione dell’8 marzo Manuela Polli ci parla qui del suo rapporto con i libri e riflette sulle opportunità che la cultura, intesa come investimento sul capitale umano, può fornire a una realtà imprenditoriale come la sua. 

Come nasce la sua passione per i libri?
Io parto da un’esperienza drammatica con i libri. A scuola da ragazzina studiavo e andavo bene, ma quando l’insegnante assegnava i classici quattro o cinque titoli da leggere durante le vacanze mi disperavo. Odiavo leggere. I libri sono invece diventati una parte importante della mia vita da quando mi sono sposata. Mio marito è un grande appassionato di lettura ed è riuscito a trasmettermi questo amore. Mi ha fatto capire quanto sia importante leggere, non solo per piacere personale ma anche per la propria formazione culturale e intellettuale. È un passatempo che apre la mente. 

Lei ricopre un ruolo di alta responsabilità, in che modo i libri e la lettura la aiutano ogni giorno nella sua vita professionale?
I libri forniscono sicuramente strumenti utili nella vita quotidiana. Leggere insegna a riflettere, ad analizzare le situazioni e ad approcciarsi alle persone, capacità indispensabili tanto nel lavoro quanto nei rapporti interpersonali. Le mie letture hanno avuto sicuramente un’influenza costruttiva su di me: mi hanno aiutato a prendere decisioni in momenti difficili. In questo senso mi accompagnano e supportano nella mia vita professinale.

Secondo la sua esperienza, un’azienda potrebbe puntare sulla lettura per creare spirito di gruppo?

A me piace molto parlare con altre persone di libri che ho letto: è un confronto arricchente, che aiuta anche a instaurare un rapporto di empatia con gli altri. Per questo la lettura è un’ottima attività su cui si può incentrare il lavoro di team-building in azienda. Certo, i ritmi produttivi sono sempre più dinamici e i tempi frenetici, ma ritagliare dei tempi per iniziative di questo tipo può dare risultati preziosi.

Dal suo punto di vista, la cultura è un settore a cui le aziende possono guardare con interesse?
Discutere di un libro o di un’opera d’arte, organizzare visite a musei o luoghi di interesse culturale sono tutte attività con un grande potere formativo per il singolo e utili in termini di team-buikding. Anche qui si tratta di riuscire a conciliare i tempi dell’azienda con un un investimento di tipo diverso, sul capitale umano. È un investimento che ha dei ritorni in tempi più lunghi, ma che indubbiamente dà i suoi frutti.

Oltre a essere una donna in carriera è anche una moglie e una futura mamma. Nella sua famiglia, che ruolo riveste la lettura? Nella sua famiglia d’origine, così legata alle tradizioni, c’è anche la tradizione della lettura?
Ammetto che i miei genitori non sono grandissimi lettori. Se loro fossero stati più appassionati di libri, probabilmente mi avrebbero trasmesso un’attenzione maggiore per questo mondo già da ragazzina. Ricordo però questo episodio importante: il primo regalo “da grande” che mi fece mio padre, per il mio compleanno dei dieci o undici anni, quindi subito dopo la fase dei giocattoli, fu “Il Piccolo Principe”. È il mio libro preferito di sempre, l’ho letto e riletto continuamente, perché non smette mai di stupirmi e ogni volta mi sembra diverso. Quando mio padre me lo donò me ne parlò come di un testo straordinario, capace di assumere infinite interpretazioni: questo libro per me è molto legato a lui e alla mia famiglia. Mio marito invece è un amante dei libri per natura: ne legge moltissimi, di qualsiasi genere. Ha una grande sete di conoscenza. Spesso leggiamo lo stesso libro, per poi parlarne e confrontarci: è un momento molto piacevole e costruttivo.

8 marzo 2013

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