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Ma per che cosa vi indignate, voi?

Mi 'affaccio' su Facebook e vedo scorrere i post degli amici. Ad un certo punto leggo: 'Sono stanca di vivere in una città imbrattata, sporca, maleodorante, invasa da mendici, venditori di strada molesti, zingari...

Mi  ‘affaccio’ su Facebook e vedo scorrere i post degli amici. Ad un certo punto leggo:  ‘Sono stanca di vivere in una città imbrattata, sporca, maleodorante, invasa da mendici, venditori di strada molesti, zingari, ubriachi e disperati della terra che bivaccano con i loro poveri stracci sui prati e sulle panchine dei Giardini Pubblici. Questa non è accoglienza, è lassismo misto a disinteresse da parte dell’amministrazione. Non mi sto lagnando, sono proprio stufa e indignata!’.

Mi sento io, l’indignata. Perché poco prima avevo letto ben altri post, come questo:  ‘Milano, stazione Centrale: c’è bisogno urgente di una stampella per un ragazzo che ha perso la sua sul barcone’. E ancora: ‘Milanesi e dintorni, c’è qualcosa da fare in Centrale! Centinaia uomini, donne e bambini fuggiti dalla guerra in Siria chiedono aiuto. Leggete i link sotto e coordinatevi con Emergenza Siria Milano e Marina Zot Morpurgo .. Fate girare, per favore.’

Questo non vuole essere un Osanna per chi si rimbocca le maniche e si offre di fare qualcosa per alleviare le pene dei singoli in primis, con la ricaduta positiva che ne consegue per tutta una città.

Ma c’è gente che si carica di piccole cose, un carico di succhi di frutta, di biancheria pulita, di simil crocs prese al mercato per chi non ha più nemmeno le scarpe e per forza che è straccione, e lo fa in silenzio, senza pretendere un grazie, perché essere umani è questo. E’ indignarsi perché un altro essere umano non ha più nemmeno un po’ di biancheria pulita, e niente da bere.

Ecco che cosa c’entra, a volte, il volontariato con una città che ha una dignità non solo estetica. Amen.

Gloria Ghisi

11 luglio 2014

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