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“Lo Hobbit”, il libro di Tolkien che insegna a credere in se stessi

Buon compleanno a J.R.R. Tolkien, autore del ciclo fantasy più importante del XX secolo che comincia con "Lo Hobbit", libro che ci insegna il valore dell'amicizia e l'importanza di avere coraggio.

È un libro magico per molte ragioni, “Lo Hobbit“: dalle ambientazioni fantastiche che fanno sognare a occhi aperti alle avventure dei protagonisti, dalla musicalità del racconto ai preziosi insegnamenti che lascia in eredità. Lo scopriamo in occasione del compleanno del suo autore, J.R.R. Tolkien.

“Lo Hobbit”, la sinossi

Pubblicato per la prima volta nel 1937, “Lo Hobbit” è un libro fondamentale nella produzione letteraria di J.R.R. Tolkien.

Protagonisti della vicenda sono, per l’appunto, gli hobbit, piccoli esseri “dolci come il miele e resistenti come le radici di alberi secolari”, che vivono con semplicità e saggezza in un idillico scenario di campagna: la Contea.

La placida esistenza degli hobbit viene turbata quando il mago Gandalf e tredici nani si presentano alla porta dell’ignaro Bilbo Baggins e lo trascinano in una pericolosa avventura. Lo scopo è la riconquista di un leggendario tesoro, custodito da Smaug, un grande e temibile drago.

Bilbo, riluttante, si imbarca nell’impresa, inconsapevole che lungo il cammino s’imbatterà in una strana creatura di nome Gollum.

Qual è il legame con “Il Signore degli anelli

Ma qual è il filo che lega “Lo Hobbit” alla saga de “Il Signore degli anelli”?

Per i lettori di tutto il mondo, “Lo Hobbit” costituisce il primo capitolo del Signore degli Anelli, che in effetti è non solo la più grandiosa saga fantasy del XX secolo, ma anche uno dei massimi cicli narrativi del 1900.

Infatti, sebbene “Lo Hobbit” sembri di primo acchito un romanzo fantasy adatto ai più giovani, ci si accorge, sfogliando le pagine, di essere dinanzi ai primordi di una lunga storia, che presagisce personaggi ed eventi in evoluzione. Così, a mano a mano che avanziamo nella lettura dei libri di Tolkien, ci rendiamo conto della crescita dei suoi protagonisti ma in parallelo anche della nostra.

Iniziamo con un Bilbo insicuro, un po’ burbero, che ama la solitudine e che non sarebbe disposto per nulla al mondo a lasciare la sua comfort zone. Probabilmente sapete già come si concluda la storia di questo simpatico hobbit, ma ecco, per chi non ne è ancora a conoscenza, vi riveliamo soltanto che il protagonista del libro di Tolkien si ritroverà molto diverso alla fine della sua avventura.

E vi riveliamo anche che questa sarebbe una lettura perfetta per dare inizio con il piede giusto al nuovo anno appena incominciato: per ricordarci quanto sia importante lasciar andare ciò che non ci fa star bene, fidarsi di se stessi, avere coraggio ma, soprattutto, coltivare il rispetto e l’amicizia.

J.R.R. Tolkien

John Ronald Reuel Tolkien nasce nel 1892 a Bloemfontein, in Sud Africa, da genitori inglesi. Durante la Prima Guerra Mondiale si arruola nei Lancashire Fusiliers e combatte sul fronte occidentale. Finita la guerra prosegue gli studi all’Exeter College, conseguendo nel 1919 il titolo di Master of Arts. Inizia allora l’attività di docente di Lettere a Leeds e la collaborazione alla redazione dell’Oxford English Dictionary.

Nel 1925 viene nominato professore di Filologia Anglosassone al Pembroke College di Oxford e nel 1945 gli viene affidata la cattedra di Lingua Inglese e Letteratura Medioevale del Merton College, dove insegna fino al suo ritiro dall’attività didattica avvenuto nel 1959.

Durante il periodo di insegnamento Tolkien inizia a scrivere. Nel 1937 pubblica “Lo Hobbit“, racconto fantastico ambientato in un fiabesco e lontanissimo passato inglese, avente per protagonisti piccoli esseri stralunati ma molto simili agli uomini. Essi sono affiancati da tutta una pletora di altri esseri fantastici.

È attorno al nucleo originario di quest’opera che l’autore andrà sviluppando nel decennio successivo il suo regno immaginario che lo renderà famoso e celebre in tutto il mondo, quello delle “Terre di Mezzo”, che prenderà soprattutto nella trilogia de “Il signore degli anelli“, la sua opera più importante.

Scritta in una lingua molto ricercata che imita il lindore dell’inglese medievale, la trilogia si compose inizialmente di tre distinti volumi: “La compagnia dell’anello”, “Le due torri” e “Il ritorno del re”, che sono stati in seguito riuniti in un unico libro.

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