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La libreria di Umberto Saba a Trieste rischia di chiudere

Era il 1919 quando Umberto Saba acquistava la graziosa libreria triestina che fu il suo rifugio per ben trentacinque anni. Oggi Mario Cerne, l'attuale proprietario, si chiede quale sarà il destino di questo luogo speciale.

Questa è la storia di un posto speciale, in cui si percepisce ancora l’anima di Umberto Saba: nel 1919, il poeta notò una piccola libreria nella sua amata Trieste; poco dopo la acquistò. Saba vi lavorò per ben trentacinque anni, accompagnato per la maggior parte del tempo dal fidato amico Carlo Cerne. Oggi la libreria appartiene a Mario Cerne, il figlio di Carlo, e non gode di un futuro certo. 

La storia della libreria di Saba

È lo stesso Mario a raccontare, in un articolo de “La Repubblica”, la storia di Umberto Saba e della libreria da lui acquistata nel 1919. Il poeta stava passeggiando in via San Nicolò quando si accorse della presenza di una libreria. Passò oltre come se niente fosse. Mario Cerne racconta che una quindicina di giorni dopo, Saba aveva già in mano le chiavi del locale.

La gestione dell’attività, che oggi prende il nome di “Libreria Antiquaria Umberto Saba” ed è fra le mete turistiche predilette dai visitatori di Trieste, non era semplice per una sola persona, così Saba si faceva affiancare da una commessa. Cerne, ancora una volta, ci riporta agli eventi passati sottolineando come per via del carattere difficile del proprietario le commesse non resistessero a lungo e scappassero via. 

Ed è a questo punto che arriva Carlo, l’orfanello che bussò alla porta di Umberto Saba ed entrò nel suo cuore per sempre. Carlo, più giovane di Saba di una quarantina d’anni, aveva bisogno di un impiego. Così, durante le giornate alla libreria, fra Umberto e Carlo si costruiva una tenera complicità padre-figlio. 

Nonostante il carattere burbero del poeta, Carlo divenne un punto fermo nella vita della libreria e in quella di Saba stesso, tanto che alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1957, Carlo Cerne riscattò la quota dell’autore triestino e continuò a gestire l’attività da solo.  

Il destino della Libreria Antiquaria Umberto Saba

Mario Cerne diventa protagonista della storia della libreria quando il padre Carlo, ormai anziano, non riesce a farsi carico di tutto il peso della gestione. Da quando Carlo è scomparso, è Mario ad occuparsi di tutto.

Le visite dei turisti, curiosi di entrare nel mondo di Umberto Saba, si susseguono copiose, e Mario si chiede insistentemente cosa sarà della Libreria Antiquaria Umberto Saba quando anche lui, l’ultimo proprietario dell’attività, non ci sarà più e non potrà quindi provvedere alla sua gestione. Dalle sue parole traspare l’amarezza di chi ha coltivato un sogno ed è stato deluso dalle aspettative: 

“Sono dispiaciuto perché ho tentato di portarla avanti ma ho visto che probabilmente sono un povero illuso. Non so più quali siano le strutture o le attività che potrebbero far qualcosa”.

Umberto Saba

Umberto Saba è lo pseudonimo di Umberto Poli, nato nel 1883 a Trieste. Di origini ebraiche per parte di madre, il piccolo Umberto Saba viene accudito nei primi anni di vita da Peppa, una balia slovena cattolica a cui lui resterà per sempre legato. 

Quando la madre lo riprende con sé e lo allontana da Peppa, Umberto subisce un trauma che in seguito racconterà nelle sue poesie. Dopo aver trascorso alcuni anni a Padova da parenti, il giovane ritorna a Trieste e vive con la madre e le zie, in totale assenza di una figura maschile, poiché il padre aveva abbandonato la famiglia prima della nascita dello stesso Umberto Saba.

Il periodo dell’adolescenza è segnato dalla malinconia e dallo studio dei classici della letteratura. Nel 1903 si trasferisce a Pisa per frequentare alcuni corsi dell’università; inizia con le lezioni di letteratura italiana, ma ben presto li lascia per seguire quelli di archeologia, tedesco e latino. In questo periodo, viene colto per la prima volta da un attacco di nevrastenia.

Vive a Firenze, si trasferisce a Salerno per il servizio militare e infine, nel 1908, torna a Trieste, dove sposa con rito ebraico Carolina Wölfler, l’amata Lina celebrata nei suoi versi. L’anno seguente nasce Linuccia. Nel 1911 pubblica sotto pseudonimo la sua prima raccolta. Comincia per lui la carriera di poeta. Vincitore di numerosi premi, Saba non abbandonerà mai la passione per la scrittura, neanche dopo aver assistito agli orrori del XX secolo.

Nel Dopoguerra, si avvicina a Carlo Levi ed Eugenio Montale, amici a cui resterà legato fino alla morte, avvenuta nel 1957 a Gorizia, nella clinica in cui si era fatto ricoverare sperando di mitigare gli attacchi nervosi da cui era affetto.

photocredits: Vittorio Dell’Aquila

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