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Le (folli) abitudini di scrittura di Haruki Murakami

"La cosa importante è la ripetizione, è una forma di ipnotismo. Io ipnotizzo me stesso per raggiungere uno stato mentale più profondo", Haruki Murakami e le sue bizzarre abitudini di scrittura

MILANO – Ogni scrittore ha i suoi rituali quando si tratta di mettersi alla scrivania e iniziare a scrivere un libro. C’è chi scrive solo di notte, chi scrive solo quando è preso da un’improvvisa ispirazione, chi scrive in solitudine e chi solo quando è in mezzo a un bar affollato. Lo scrittore giapponese Haruki Murakami, ovviamente, non fa eccezione, e ha un preciso rituale di scrittura che applica quotidianamente da anni.

Quando scrive un romanzo Murakami non si concede evasioni. Una tabella oraria rigorosa scandisce i momenti della giornata: sveglia alle quattro, scrittura per cinque o sei ore filate. Nel pomeriggio pratica sport (corsa o nuoto), perché “la forza fisica è essenziale tanto quanto la sensibilità artistica”, e le commissioni della vita quotidiana. Luci spente alle nove di sera, pronto a ricominciare il mattino seguente. Il tutto abbinato a uno stile di vita molto sano: niente fumo, pochi alcolici, e un’alimentazione basata su pesce e verdure. Vive in una casa di campagna assieme alla moglie, per circondarsi di silenzio e quiete per scrivere meglio.

In un’intervista a The Paris Review del 2004 ha dichiarato: “La cosa importante è la ripetizione, è una forma di ipnotismo. Io ipnotizzo me stesso per raggiungere uno stato mentale più profondo”.

Questa disciplina ferrea viene mantenuta fino al completamento del romanzo, senza eccezioni. Secondo Murakami l’abitudinarietà dello scrivere deve essere coltivata con impegno, senza cedere a distrazioni. Questo, però, a volte crea degli inconvenienti con amici e conoscenti, spesso rimbalzati dallo scrittore. In un saggio del 2008 a questo proposito ha dichiarato senza troppi rimpianti: “Le persone si offendono quando continui a rifiutare i loro inviti”. La cosa più importante, del resto, è che i libri vengano esattamente come lui li desidera, e se quello che occorre è una rigida tabella di marcia, meglio così. “La priorità assoluta di uno scrittore sono i lettori”, dice Murakami.

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